Capitolo sei

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Jimin's pov

Attenzione
Si comunica a tutti gli studenti frequentanti i corsi universitari che verranno in seguito citati, che le lezioni di oggi sono annullate a causa di un imprevisto. Ci scusiamo per il disagio e vi auguriamo una piacevole giornata.
-Medicina
-Farmacia
-Scienze sociali
-Studi internazionali

Guardai l'avviso sul cellulare, stropicciandomi gli occhi. Sarei potuto benissimo tornare a dormire, ma per qualche strana ragione, nonostante avessi dormito poco, non avevo per niente sonno. Guardai il soffitto per cinque minuti buoni, prima di sospirare e alzarmi. Lanciai un'occhiata al letto di Jungkook, vedendolo vuoto; probabilmente frequentava un altro corso universitario. Ero talmente assorto dai miei pensieri che non feci neanche caso alla porta che si apriva dietro di me.
"Buongiorno"
Mi voltai di scatto, toccandomi il petto per lo spavento.
"Buongiorno..."
Risposi, abbastanza confuso dal fatto che mi avesse appena salutato.
Jungkook mi sorpassò, sedendosi alla scrivania e stiracchiandosi. Feci un respiro profondo, girandomi in direzione della scrivania.
"Quindi... frequenti uno dei corsi universitari dei quali hanno cancellato le lezioni?"
Nessuna risposta. Non si voltò nemmeno a guardarmi. Alzai le spalle, andando verso il bagno. Ero un po' deluso, ma alla fine me lo aspettavo.
"Medicina."
Mi bloccai, girandomi lentamente verso di lui, notando che si era voltato verso di me.
"Tu?"
Mi sedetti sul letto, continuando a fissarlo.
"Studi internazionali... non sapevo volessi fare il medico."
Affermai, incrociando le gambe.
"Se non mi avessi scaricato due anni fa lo avresti saputo."
Ed eccolo qui. Lo stronzo, menefreghista, dagli occhi vuoti, che avevo conosciuto da poco e che non aveva niente del vecchio Jungkook. Del mio Jungkook.
"Jungkook..."
Si alzò di scatto, dirigendosi verso la porta d'ingresso.
"Ho da fare. A dopo."
Non ebbi neanche il tempo di rispondere, che si chiuse la porta alle spalle. Mi coprii il viso con le mani, emettendo un verso di frustrazione.
"Jeon Jungkook... ne dovremo parlare prima o poi..."
Mi sdraiai sul letto, fissando la porta dalla quale era appena uscito.
"Già... forse, prima o poi."
Sospirai, alzandomi e prendendo dei vestiti puliti, per andarmi a fare una doccia.

"Jimin? Ci sei?"
Alzai gli occhi dal libro, riconoscendo la voce.
"È aperto, entra"
La porta si aprì, mostrando Jackson che mi sorrise allegramente.
"Buongiorno!"
Sorrisi di rimando, chiudendo il libro.
"Buongiorno. Posso fare qualcosa per te?"
Iniziò a ridere, avvicinandosi a me e chiudendo la porta.
"Quanto sei formale. No, ecco, io... ho saputo che le lezioni del tuo corso sono state annullate..."
Annuii, alzandomi dal letto.
"Quindi, mi chiedevo se ti andasse di fare un giro con me"
Mi bloccai un secondo. Avevo sempre rifiutato Jackson da due anni a questa parte, eppure non si era mai arreso. Era sempre stato gentile e disponibile, nonostante continuassi a rifiutarlo. E perché? Per quell'idiota di un coniglio, che non faceva che trattarmi come spazzatura da quando era arrivato.
"Ehi, se non vuoi puoi dirm-"
Lo bloccai, prendendo il telefono e le chiavi.
"Mi piacerebbe"
Jackson di rimando mi fece un bellissimo sorriso, aprendomi la porta.
"Allora andiamo"

Passammo un pomeriggio davvero divertente. Jackson mi portò in un sacco di posti; in un parco, vari negozi e anche in una buonissima pasticceria. Mi divertii talmente tanto che non mi resi neanche conto di quanto tempo era passato.
"Si è fatto tardi, dovremmo tornare"
Guardai l'orario, sbarrando gli occhi.
"Le dieci? È già così tardi?"
Jackson sorrise, accarezzandomi i capelli.
"Non ti sei neanche accorto del tempo che passava? Wow, sei davvero innamorato di me zuccherino"
Scoppiai a ridere, avviandomi verso i dormitori.
"Continua a sognare"
Ma la sua mano mi bloccò il polso. Mi voltai, guardandolo confuso.
"Senti, Jimin..."
Mi lasciò il polso, grattandosi la testa.
"Tu sai quello che provo per te, giusto?"
Annuii, abbassando un attimo lo sguardo.
"Ecco. So che continui a dirmi di non voler stare con nessuno, ma a me piaci davvero tanto"
Sospirai, tornando a guardarlo negli occhi.
"Jackson, io-"
Mi bloccò con un gesto della mano.
"Lo so, ma sono passati due anni, Jimin. Non credi che potremmo almeno provarci?"
Calò il silenzio. Io abbassai nuovamente lo sguardo, sentendo quello di Jackson puntato su di me. Poi, sospirò.
"Pensaci, ok?"
Detto questo se ne andò, lasciandomi lì. Sospirai nuovamente, dirigendomi verso la mia stanza.

Una volta arrivato, aprii la porta, trovando Jungkook intento a leggere un fumetto.
"Ciao."
Dissi, chiudendomi la porta alle spalle.
"Ciao."
Rispose lui, non staccando gli occhi dal fumetto.
"Sono uscito con Jackson."
Non avevo la minima idea del perché lo avessi detto. Mi sembrò di vedere Jungkook sussultare, ma forse era stata solo una mia impressione.
"E quindi?"
Chiese, continuando a leggere.
"E quindi mi ha chiesto di frequentarci."
Finalmente staccò gli occhi dal fumetto, guardando verso di me.
"E che gli hai risposto?"
Chiese, scrutandomi con uno sguardo che non riuscii ad interpretare.
"Niente"
Mi sembrò di vedere una qualche emozione nei suoi occhi, di rivedere per un attimo il vecchio Jungkook, ma passò subito.
"E perché mai? Stareste bene insieme, sai?"
Sbarrai gli occhi, iniziando a sentirli lucidi.
"Jungkook, che stai-"
Mi bloccai, abbassando lo sguardo e ponendogli la domanda che ormai mi frullava in testa da quando ero entrato in stanza.
"Non ti importa?"
Lo chiesi a voce talmente bassa, che faticai a sentirmi io stesso. Ci fu un attimo di silenzio, poi Jungkook rispose.
"Non mi importa niente, Jimin. Nè di te, nè di quello che fai."
E quella, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sentii una fitta al petto, come se il mio cuore si fosse appena rotto in mille pezzi. Non dissi niente. Lasciai semplicemente la stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Presi il telefono e digitai un messaggio, prima di allontanarmi dai dormitori.
Per me, Jeon Jungkook non esisteva più.

Da: Jimin
A: Jackson
-Proviamoci.

Happy ending /Jikook\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora