Jimin's pov
"Jimin?"
Mi rigirai nel letto, coprendomi la testa con le coperte.
"Jimin..."
Mi sentii chiamare di nuovo, ma continuai ad ignorare quella voce, fino a quando non sentii anche un sospiro, seguito da dei passi rapidi.
"JIMIN"
Mi alzai di scatto, lanciadomi sul pavimento precedendo di qualche secondo Jungkook, che si lanciò sul letto.
"Buongiorno!"
Mi sorrise, mettendosi a sedere.
"Che buongiorno di merda."
Borbottai, massaggiandomi la schiena.
"Maledizione, che male..."
Jungkook ridacchiò, alzandosi e venendo verso di me.
"Sei tu che ti sei lanciato dal letto."
Disse, tendendomi la mano, che non afferrai, alzandomi da solo.
"Era l'opzione migliore."
Risposi, tornando verso il mio letto.
"Comunque, perché mi hai svegliato?"
Domandai, vedendolo abbassare lo sguardo con timidezza. Timido? Jungkook? Deve essere un sogno.
"Ecco, io... ripensavo a quello che è successo ieri."
Sospirò, prima di alzare lo sguardo e puntarlo verso di me.
"Dicevo sul serio, Jimin. Penso davvero che io e te potremmo avere un lieto fine, ma non posso scriverlo da solo."
Gli feci cenno di continuare, prendendo nel frattempo la bottiglietta d'acqua sul comodino.
"E quindi?"
Domandai, bevendo un sorso.
"Quindi... usciamo insieme."
Iniziai a tossire, soffocandomi con l'acqua.
"Io e te? Insieme? Come un'appuntamento?"
Sorrise, annuendo.
"Sì, come un'appuntamento."
Quando stavo per rifiutare, Jungkook fece un passo verso di me, guardandomi fisso negli occhi.
"Ascolta, Jimin, so di aver sbagliato, ok? E se potessi tornare indietro, lo farei. Ma non posso. E questo sarà il mio più grande rimpianto. Ma ti prego, dammi una sola possibilità per dimostrarti che non commetterò mai più un errore simile in futuro."
Sospirai, indeciso sul da farsi.
In quel momento, mi arrivò un messaggio. Presi subito il telefono, leggendo.Da: Jackson
A: Jimin
-Hey, quindi oggi vieni a studiare da me?Lo lessi più volte, continuando a spostare lo sguardo dal telefono a Jungkook, che mi guardava speranzoso.
Da: Jimin
A: Jackson
-Scusa, mi ero scordato di avere un impegno oggi. Ti scrivo quando mi libero, scusami ancora.Poi poggiai il telefono sul comodino, prendendo dei vestiti dall'armadio.
"Solo una. Non sprecarla."
Detto questo andai a cambiarmi, cercando di nascondere il sorriso spontaneo che mi spuntò sul volto, quando sentii Jungkook esultare."Siamo arrivati."
Uscii dalla macchina, iniziando a saltellare come un bambino e correndo verso l'entrata.
"IL PARCO DIVERTIMENTIII"
Jungkook mi seguì ridendo.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto."
Mi sorrise, pagando i biglietti.
"Per questo ho preferito venire di mattina. Così potremo passarci tutta la giornata."
Annuii contento, entrando di corsa e guardandomi intorno.
"Voglio fare quello! E anche quello, e quell'altro-"
Cominciai a dire, indicando tutte le attrazioni del parco, ma Jungkook mi bloccò.
"Calmati, faremo tutto quello che vuoi, ma respira."
Disse ridendo, ma si bloccò, guardandomi seriamente.
"Però, Jimin..."
Smisi di muovermi e andai verso di lui, pervaso da un certo senso di ansia.
"Cosa c'è che non va?"
Chiesi ansioso, avvicinandomi.
"Sarai abbastanza alto da salire sulle montagne russe?"
Detto questo, corse via, ridendo a crepapelle. Ci misi qualche secondo a realizzare ciò che aveva appena detto, poi iniziai a corrergli dietro, senza neanche accorgermi di stare ridendo insieme a lui.
"Maledetto, aspetta che ti prenda!"Passammo tutta la giornata così, ridendo e scherzando, con Jungkook che mi prendeva in giro per la mia altezza e io che continuavo a minacciarlo di morte. Era come se nulla fosse successo.
Ma qualcosa era successo. E questa uscita da sola non sarebbe bastata per cancellarlo. Avevo bisogno di parlarne con lui e di chiarire la situazione, che dopo questa giornata, era meno chiara che mai.
"Hey, sono quasi le nove... ti va di fare un'ultima cosa, prima di tornare al campus?"
Annuii, pensando che avrei potuto parlargli anche in macchina.
"Che vuoi fare?"
Gli domandai, reggendo il peluche che aveva vinto per me qualche ora prima.
"Questa."
Rispose, fermandosi di fronte all'unica attrazione che non avevamo ancora provato.
"La ruota panoramica..."
Sorrisi, andando verso di lui.
"Ottima idea."
La fila non era lunghissima, perciò riuscimmo a salire abbastanza in fretta, ed anche in una delle cabine migliori, che si fermava nel punto più alto.
Poggiai il peluche accanto a me, quando la ruota cominciò a salire.
"Di cosa vuoi parlarmi?"
Sussultai, girandomi verso di lui.
"Come sai che voglio parlarti di qualcosa?"
Sorrise, incrociando le braccia al petto.
"Ti conosco, Jimin. Dai, sputa il rospo."
Presi un respiro profondo, iniziando a parlare nello stesso esatto momento in cui la ruota panoramica si fermò.
"Mi sono divertito tanto oggi Jungkook, davvero. Mi è sembrato di rivivere uno dei nostri vecchi appuntamenti. Per un attimo ho dimenticato tutto, è stato come se non fosse mai successo niente. Come se non ci fossimo mai lasciati. Non sono arrabbiato per come mi hai trattato, Jungkook. Lo capisco, davvero. Capisco che eri arrabbiato con me e non ti biasimo. Però, c'è qualcosa che non riesco a dimenticare..."
Mi bloccai, ammirando la bellezza del parco illuminato.
"Mi hai detto che non ti importava nulla di me."
Sussurrai, poggiando la testa sul vetro.
"Quella frase mi ha spezzato il cuore. Mi ha fatto sentire come se non contassi nulla. Perché l'hai detto?"
Domandai alla fine, voltandomi verso di lui.
"Stavo mentendo."
Mi rispose, guardandomi fisso.
Sorrisi amaramente, guardando verso l'alto.
"La solita vecchia scusa? 'Ti stavo solo mentendo, non lo pensavo davvero'."
Dissi innervosito, sbuffando.
"No."
Disse seriamente, facendomi posare nuovamente lo sguardo su di lui. Continuai ad osservarlo, mentre si alzava, inginocchiandosi per arrivare alla mia altezza. Poi iniziò a parlare, tenendo lo sguardo basso.
"È vero che stavo mentendo, ma non a te. Stavo mentendo a me stesso. Non volevo ammettere quanto ci tenessi ancora a te. Non volevo ammettere di non averti mai dimenticato, nonostante tutto..."
Alzò lo sguardo, incatenandolo al mio.
"Non volevo ammettere che ti amo."
Sbarrai gli occhi, sentendolo pronunciare quelle parole.
"Jungkook, io..."
Provai a rispondere, ma non riuscivo a trovare le parole. Allora mi accarezzò la guancia, come per tranquillizzarmi.
"Capisco che tu sia senza parole. E so che ancora non riesci a fidarti di me. Prenditi un po' di tempo, io non vado da nessuna parte."
Annuii, e lo abbracciai di scatto. Lui rimase un attimo stupito, ma poi lo sentii sorridere sul mio collo, mentre ricambiava l'abbraccio.
E in un istante, ci ritrovammo nuovamente a terra. Non mi ero neanche accorto che la ruota avesse ricominciato a girare.
Jungkook si staccò dall'abbraccio, tendendomi la mano, che, a differenza di questa mattina, afferrai.
"Dai, torniamo a casa."
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Happy ending /Jikook\
Fanfiction•Sequel di: "Cultural exchanges" Sono passati quattro anni da quando Jimin è tornato in Corea, ma la sua relazione con Jungkook è naufragata dopo soli due anni. Cosa succederebbe se, dopo non essersi sentiti per due anni, si ritrovassero per caso? "...