Jimin's pov
"Quindi, sono direttamente o inversamente proporzionali?"
Scossi la testa, cercando di concentrarmi.
"Scusa cosa?"
Jackson ridacchiò, chiudendo il libro.
"Non mi sembra che tu abbia voglia di parlarmi della relazione tra la richiesta e il costo del prodotto."
Sorrisi leggermente, massaggiandomi le tempie con due dita.
"Già, non muoio esattamente dalla voglia."
Si avvicinò a me, sfiorandomi la guancia con la mano.
"C'è qualcosa che non va?"
Chiusi gli occhi, ripensando alla conversazione avuta qualche ora prima con Jungkook."Mi dispiace che tu abbia sprecato i tuoi soldi per me."
"Non ho mai pensato che fosse stato uno spreco."Mi alzai dalla sedia, prendendo le mie cose dalla scrivania.
"Va tutto bene, sono solo molto stanco. Scusami, ma vorrei tornare al dormitorio."
Rimase a guardarmi per qualche secondo, non convinto dalla mia risposta, ma alla fine sorrise, alzandosi per accompagnarmi alla porta.
"Tranquillo, magari ci vediamo domani."
Sorrisi a mia volta, uscendo dal suo appartamento.
"Certo. Grazie per l'aiuto e per essere stati così comprensivo."
Si avvicinò leggermente al mio viso, guardandomi intensamente. Restai immobile, non sapendo cosa fare, ma quando si avvicinò ancora di più, mi allontanai, come per istinto.
"Scusa, ma devo davvero andare."
Dissi frettolosamente, e mi allontanai senza nemmeno riuscire a guardarlo in faccia, sentendo però il rumore della porta che sbatteva.
Durante il breve tragitto per arrivare al dormitorio, rallentai il passo più volte, non sapendo con sicurezza dove andare. Volevo davvero tornare al dormitorio, in camera con Jungkook? Non ne ero sicuro.
Sospirai, fermandomi una volta arrivato di fronte all'edificio. Guardai l'orario sul cellulare, vedendo che erano le dieci di sera. Pensai di tornare indietro più di una volta, ma alla fine decisi di andare in camera. Comunque, non potevo certo scappare dal mio compagno di stanza per sempre. Mi sarebbe bastato ignorarlo, come avevo fatto prima.
Entrai nell'edificio, arrivando più in fretta del previsto di fronte alla porta di camera mia. Feci un respiro profondo, infilando le chiavi nella toppa e aprendo lentamente la porta. Accesi la luce e rimasi parecchio stupito, vedendo Jungkook nella stessa identica posizione in cui l'avevo lasciato circa tre ore prima.
Si girò verso di me, lentamente, rimanendo a fissarmi per qualche secondo, prima di togliere l'auricolare dall'orecchio destro."Isn't it lovely, all alone?
Heart made of glass, my mind of stone
Tear me to pieces, skin to bone
Hello, welcome home..."Ignorai la musica, chiudendomi la porta alle spalle.
"Sei... sei rimasto tutto questo tempo qui, seduto al buio?"
Non rispose. Si limitò ad annuire, rimettendo l'auricolare nell'orecchio e iniziando a fissare il soffito.
Cercai di ignorare l'orribile sensazione che avevo appena provato, poggiando il libro e le chiavi sulla scrivania, dandogli le spalle. Era incredibile come quella scrivania diventasse ogni volta così interessante, quando lui era nella stanza.
"Fammi indovinare... non ti interessa, giusto? Non vuoi sapere cosa ho fatto qui, seduto al buio per tre ore? E soprattutto perché sono rimasto qui?"
Mi bloccai, non tanto per le parole pronunciate, quanto per il tono che aveva usato. Aveva la voce rotta, come se fosse sul punto di scoppiare da un momento all'altro.
"Già, del resto a chi importa del brutto e cattivo Jungkook?"
Non risposi. Cercai invece di combattere l'impulso di girarmi, sentendolo alzarsi dal letto.
"Come immaginavo."
Chiusi gli occhi, pensando che sarebbe uscito dalla stanza, lasciandomi da solo a rimuginare all'infinito su le tre frasi che aveva appena detto. Ma li aprii di scatto, quando sentii il corpo di Jungkook aderire alla mia schiena e le sue braccia stringermi.
Mi stava abbracciando.
"Mi dispiace..."
Sussurrò al mio orecchio, ed ero abbastanza sicuro di aver sentito una lacrima bagnarmi il viso.
"Ti prego, perdonami."
Restai immobile, non sapendo cosa fare e tantomeno cosa dire.
"Rimanere nel buio è la cosa che più mi spaventa. E non voglio portarti con me, Jimin... ma ho troppa paura per rimanerci da solo."
Ricacciai indietro le lacrime che minacciavano di uscire e inghiottii il groppo che avevo in gola.
"Non voglio che tu ci rimanga, Jungkook. Ma forse non sono io la persona che deve restarci con te."
Riuscii a dire, sciogliendo poi l'abbraccio, girandomi verso di lui.
"Ti ripeto quello che ti ho detto quattro anni fa: forse non eravamo semplicemente destinati ad un lieto fine."
Dissi freddamente, non guardandolo neanche negli occhi.
"Ti ripeto quello che ti ho detto quattro anni fa: tu sei il mio lieto fine."
Mi rispose, non allontanandosi di un centimetro.
"Ci ho messo un po' per capirlo..."
Continuò sorridendo, mentre un'altra lacrima solitaria scorreva sul suo viso. E non il suo solito sorriso strafottente.
Quel sorriso da coniglietto, che mi faceva sempre sciogliere quando ero arrabbiato. Il sorriso del vecchio Jungkook.
"Ma adesso che l'ho fatto, non ho intenzione di andare da nessuna parte finché non lo avrai capito anche tu."
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Happy ending /Jikook\
Fanfiction•Sequel di: "Cultural exchanges" Sono passati quattro anni da quando Jimin è tornato in Corea, ma la sua relazione con Jungkook è naufragata dopo soli due anni. Cosa succederebbe se, dopo non essersi sentiti per due anni, si ritrovassero per caso? "...