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<<Mamma, ho parlato con Jack. Per lui va bene, solo che...vuole che lo accompagni io alle visite. Posso?>> disse Finn a Mary, aveva lasciato Jack dormiente sul letto.
<<Certo tesoro, come mai vuole proprio te?>> chiese Mary.
<<Non lo so, mi vuole bene.>> finse Finn, non poteva subito uscirsene dicendo 'oh mamma sono gay, ho anche avuto un'altra relazione prima di cui non ti ho parlato e adesso sono fidanzato con Jack, anche se lo conosco solo da due giorni circa.'
<<Mi piace il vostro rapporto, sveglialo che tra poco la cena è nei piatti.>> disse Mary.
Finn andò nella sua cameretta, Jack era già sveglio e stava semplicemente giocando col cellulare.
<<Ma buongiorno!>> disse Finn sdraiandosi vicino Jack.
<<Ehy, Finnie.>> rispose Jack.
Jack posò il suo cellulare, accoccolandosi a Finn.
<<Domani pomeriggio hai la prima visita, va bene per te?>> chiese Finn. Jack annuì, voleva solamente stare con Finn, in quel momento voleva solo questo, gli bastava questo.
<<Domani non verrai a scuola con me.>> disse il corvino.
<<Perché? Cioè non vedo il motivo per cui non dovrei venire.>> ribattè Jack.
<<Hai camminato abbastanza oggi, per domani stai a casa. Mamma ha provveduto ad annullare l'ordine di frequenza delle lezioni, te le farò recuperare io nonostante non sia nella tua classe.>> rispose il ragazzo più grande accarezzando la spalla dell'altro.
<<Finn, io ti piaccio davvero?>> chiese Jack.
<<Che domande fai? Certo.>>
<<Non è questo, cioè non ti prenderanno in giro perché sei gay? E...fidanzato con un disabile?>> disse Jack.
<<Come se me ne importasse, possono fare quel che vogliono, basta che non tocchino te.>> rispose Finn baciandogli la fronte.

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Jack si sedette, poggiandosi al bancone della cucina mettendosi a disegnare.
<<Posso lasciarti da solo? Tra un po' tornerà Finn.>> disse Mary.
<<Certo, non mi spavento a stare a casa solo, vada pure signora Wolfhard.>> rispose Jack.
<<Chiamami Mary.>> disse sorridendo la donna salutando Jack con un bacio in guancia.
La signora Wolfhard uscì di casa, era rimasto solo.
Nick? All'università.
Finn? A scuola.
Eric? Andato a lavoro stamattina alle 6.
Mary? Appena uscita di casa per andare a lavoro.
Erano le 14:00, tra un po' Finn sarebbe uscito da scuola e sarebbe tornato da lui, oggi tornava a piedi, la distanza alla fine non era neanche molta da scuola a casa.
Passarono minuti sopra minuti. Le 14:10, le 14:16, le 14:28, le 14:45. Dov'era finito Finn?
Jack decise di chiamarlo, prese il contatto di Finn cliccando su 'chiama' e lo fece squillare, gli squilli cessarono, qualcuno aveva risposto.
<<Sto arrivando J-Jack, tran-tranquillo.>> la voce era quella di Finn ma sembrava affannata, stanca e rotta dal pianto.
<<Merda.>> sussurrò Jack.
Pochi minuti dopo sentí la porta aprirsi, Finn chiuse la porta con la mano lasciando scivolare la schiena su di essa sedendosi completamente a terra, aveva le mani davanti al viso.
<<Amore, che ti è successo?>> chiese Jack preoccupato, lo raggiunse per quanto più veloce potesse.
Jack si sedette lentamente a terra grugnendo dal dolore.
Gli prese le mani tremanti spostandogliele dal viso, mostrava una macchia viola sotto l'occhio quasi a toccare la gota, il naso grondante di sangue e il labbro tutto spaccato.
<<Che è successo?>> chiese Jack cercando di non scoppiare a piangere.
<<Owen, Nicholas e...>> Finn scoppiò a piangere gemendo dal dolore quando Jack sfiorò il suo labbro. Gli alzò la felpa, mostrando delle macchie viola e rosse sulle costole, fianchi e vicino l'ombelico.
<<Shh, tranquillo. Adesso risolviamo tutto, davvero.>> disse Jack cercando di confortare il suo ragazzo.
Finn prese sottobraccio Jack, soffriva per le ferite ma doveva pensare a Jack ed aiutarlo ad alzarsi.
Andarono in bagno, Finn si sedette sul gabinetto mentre Jack gli medicava pian piano le ferite.
<<Lo so che brucia, lo so. Scusa.>> disse Jack passando il cotone col disinfettante preso da Finn poco prima sul labbro di quest'ultimo.
<<Non fa nulla, non è colpa tua...>>
<<Finn, puoi dirmi perché ti fanno del male? Adesso voglio saperlo, ti prego.>> disse Jack, era stanco di essere all'oscuro del motivo per cui Finn veniva picchiato.
<<Una volta Nicholas Hamilton era ubriaco fradicio, lui ci ha provato con me e io gli ho tirato uno schiaffo, girava voce che io fossi gay e lasciato da poco con Noah. Da lì hanno cominciato a ricattarmi dicendo che non dovevo raccontare nulla di quella volta, sennò Nicholas sarebbe passato per gay davanti a tutti. Io l'ho raccontato a Jaeden e lui li ha picchiati, da quella volta non mi lasciano in pace. Mi hanno chiesto di tutto, se non faccio quel che dicono sono morto.>> disse Finn.
Jack abbassò lo sguardo, era disperato alla sola idea che lo potessero picchiare.
<<Tra un'ora dobbiamo andare a visita.>> disse Finn uscendo da quel discorso.
<<Lo so Finnie.>>

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<<Papà, adesso possiamo andare alla visita?>> disse Finn, suo padre era da poco tornato dal lavoro
Poco dopo si misero in macchina, Finn aveva coperto le "macchie" procurate da quei ragazzi con del fondotinta che aveva dalla festa di Halloween. Arrivati lì, Jack avvertiva come un piccolo senso di ansia, non sapeva cosa avrebbe fatto lì dentro. Non che pensava che fosse qualcosa di maligno, era semplicemente preoccupato.
Fecero salire Jack con attenzione sullo scalino portandolo dentro, si presentò ai loro occhi un signore, della stazza di Eric e con gli occhiali.
<<Sono il dottor Hawkman, voi siete?>> chiese quest'ultimo.
<<Wolfhard, lui è il ragazzo di cui abbiamo parlato ieri quando siamo venuti, si chiama Jack.>> disse Eric "presentando" il moro.
<<Oh sì, ricordo. C'è qualcuno che vuole entrare mentre cominciamo il primo giorno?>>
<<Io signore, posso?>> chiese Finn. Il dottore annuì. Salutarono Eric che si sedette in sala d'aspetto, entrarono in una stanza bianca, c'erano una sedia rotelle, un lettino e una scrivania con documenti e penne.
<<Allora, siediti lì ragazzo.>> disse il dottore, Jack fece all'inizio fatica, poi venne preso in braccio letteralmente da Finn che lo aiutò.
Il dottore cominciò a toccare le ginocchia di Jack, quasi premendole mentre lui ogni tanto stringeva gli occhi improvvisamente. Finn lo guardava seduto su una sediolina, gli faceva male vedere il dolore di Jack in quei momenti. Era ingiusto che quel ragazzo, così buono com'era ha dovuto subire la morte dei suoi genitori, essere affidato ad un orfanotrofio e soprattutto essere invalido, non lo meritava.

ᴘʀᴏᴍɪꜱᴇ↬𝕱𝖆𝖈𝖐 [MOMENTANEAMENTE SOSPESA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora