La porta degli inferi

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Grida imbrigliate nelle pareti continuavano a ripetere gli stessi versi e lamenti, quasi a sottolineare le atrocità che stavano subendo oltre ad una grande porta nera che si stagliava imponente e minacciosa proprio davanti a me.

Non sapevo dove mi trovavo, ma una cosa era certa.

Ero morto.

Non provavo più niente;

Niente emozioni;

Niente dolore;

Niente tristezza.

Non mi sentivo neanche la pesantezza del corpo.

Percepivo di essere come un eremita, vagando in un luogo surreale, senza meta e senza scopo.

Ad un tratto avvertii una specie di vortice che mi risucchiò via, come una foglia viene spazzata via dal gelido vento autunnale.

Non so per quanto tempo rimasi disteso sul pavimento esanime.

L'unica cosa che ricordo sono le immagini atroci e aberranti che vidi.

Ero stato inspiegabilmente catapultato in un'enorme sala piena di marmo nero come pavimento;

le pareti erano formate solamente da delle enormi fiamme rosse e blu che rendevano quel posto una vera e propria fornace.

Lì le grida erano ancora più intense e penetranti.

Ad un tratto venni afferrato da una forza possente che mi scaraventò nelle fiamme.

L'ultima cosa che ricordo è l'odore della mia pelle che si stava consumando e la risata di quell'essere malefico che mi aveva condannato a bruciare tra le fiamme dell'Inferno per l'eternità.

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