Storie Brevi

La foresta del non ritorno

Era una notte fredda e buia.

L'aria pungente mi attraversava i vestiti costringendomi così a fermarmi.

Ero completamente congelato.

Non mi sentivo più il naso, i miei piedi erano diventati cubetti di ghiaccio e le mie mani si erano fatte viola dal freddo.

Il vero problema però fu quando capii che mi ero perso.

Ero rimasto da solo nel bosco sinistro.

Era notte.

Non si vedeva niente.

Strani versi è rumori continuavano a risuonare in quel luogo terrificante, passando da albero in albero e da prato in prato.

Ad un tratto sentii qualcosa afferrarmi la gamba sinistra e trascinarmi verso di sé.

Mi dimenai e provai a scappare da quella morsa infernale senza però ottenere alcun risultato.

Più cercavo di liberarmi e più quella specie di liana verde acido mi stringeva e trascinava con maggior forza e decisione.

Cercai di assicurarmi al terreno usando le mani come arpione, ma niente;

era tutto inutile.

Non c'era verso. Era tutto inutile.

Rassegnato mi arresi e mi lasciai trascinare da quella "erbaccia troppo cresciuta" per quasi tutta la boscaglia.

Dopo qualche minuto che mi sembrò un'eternità, mi ritrovai in una piccola fossa nera e buia scavata nella terra.

Sopra di me, sul ciglio della buca si sporse un essere che non aveva niente di umano.

Era verde con pelle olivastra e rugosa, con liane al posto degli arti.

Iniziai a gridare sperando che qualcuno mi sentisse, ma niente, non ottenni risposta.

In quel momento ero da solo, abbandonato al mio destino.

Improvvisamente quella sorta di essere deforme iniziò a scalciare il terriccio ammucchiato in un lato.

La fossa iniziò a riempirsi sempre di più.

Cercai di arrampicarmi.

La terra iniziava ad arrivarmi all'altezza delle caviglie.

Più passavano i secondi e più la terra iniziava a salire.

Alla fine venni completamente sotterrato.

L'ultima cosa che ricordo fu la risata malefica e gli occhi vuoti e neri di quell'essere abominevole.