Il mietitore di anime

281 102 129
                                    

Ero sul treno, destinazione Zurigo.

Il viaggiò durò ore che per me sembrarono secoli.

Per ingannare l'attesa iniziai a guardare fuori dal finestrino del vagone dove mi ero sistemata.

Fuori tutto era ghiacciato.

La neve, soffice e candida, addolciva il paesaggio, rendendolo surreale.

Si capiva benissimo che fuori doveva far freddissimo, anche perché il finestrino del treno era quasi completamente ricoperto dal ghiaccio che rendeva difficoltoso distinguere tutte le sagome che si stagliavano tra gli innumerevoli boschi e campi innevati.

I minuti passavano e io mi sentii sempre più stanca, i muscoli si indolenzirono e le palpebre si fecero sempre più pesanti.

Stavo per chiudere gli occhi quando una strana sagoma nera, che intravidi in mezzo ai campi, attirò la mia attenzione.

Non riuscii a distinguerla bene.

Iniziai a guardare con più attenzione per cercare di capire cosa fosse quella strana figura, che di primo acchito assomigliava a quella di un uomo incappucciato.

Improvvisamente un lampo illuminò tutto il cielo rendendo quella strana ombra più nitida.

Quella cosa non era niente di umano.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, le vene della testa si ingrossarono e iniziai ad essere dilaniata da delle fitte lancinanti allo stomaco.

Quello che io pensavo fosse un uomo di fatto era una sorta di scheletro bianco giallastro, avvolto in un enorme mantello nero pece e con un enorme falce di metallo che reggeva con la mano destra, a mo di bastone da passeggio.

Poco dopo, quel demone infernale della morte girò di scatto la testa verso di me, mostrandomi un sorriso beffardo e compiaciuto sul suo volto scheletrico e consumato.

Storie BreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora