Capitolo 8. Fuoriuscita di cervello per martellate su cassa cranica.

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*Spazio a me*

-Come seconda cosa questa storia non ha molti capitoli, mi sembra 21 quindi ho deciso che aggiorno una volta ogni tre giorni, così per non farla finire subito :)

A voi va bene?

-Terza ed ultima cosa: l'autrice ha scritto anche un sequel, ma non l'ha completato infatti ha solo 16 capitoli. Quindi io chiedo a voi: quando è finita questa storia, volete che pubblico il sequel anche se non è finito oppure no? Ditemi voi :)

GRAZIE PER LE VISUALIZZAZIONI E I VOTI CHE STANNO AUMENTANDO MOLTISSIMO! VI AMO <3

Twittah: @sorridodiharry

Buona lettura, bellissime :)

*

Il trillo acuto della sveglia mi perforava i timpani.

Cerco ad occhi ancora serrati, a tentoni con la mano destra di spegnerla o distruggerla.

Finalmente cade a terra dopo quattro tentavi.

Continuo a respirare calma e rilassata mentre torno al bellissimo sogno di qualche minuto prima. Nell'esatto momento in cui cedo al sonno sfiancante tre contemporanei e differenti suoni di sveglie mi costringono a sbarrare gli occhi.

Sono nella mia stanza ,ovunque: sui comodi, sul piccolo comò in legno, sopra il trappeto peloso. Vi sono posizionate una ventina di sveglie che mi informano con odiosi squilli che le nove sono passate da cinque minuti.

Esco dalla mia stanza, con passo pesante scendo le scale, la giornata non poteva cominciare peggio ,ma il profumo di pancake mi da un barlume di speranza.

Entro nella piccola e calda cucina all'americana, in una felpa sformata che profuma di arancia e liquirizia.

Mi stringo fra le braccia e mi avvicino rapida alla nuova macchina del caffè.

Afferro il barattolo, annuso l'odore penetrante che preferisco al mondo.

Qualcosa non va, storco il naso.

"Dov'è il mio caffe?"

"Ce l'hai tra le mani"

"Non prendermi per culo, questo è decaffeinato, non prendermi in giro di prima mattina. Voglio il mio caffè."

"Non lo troverai mai, e poi ti fa male."

"Non dire sciocchezze"

Annuso l'aria come segugio, apro cassetti a caso e finalmente adocchio un vecchio barattolo del sale leggermente spostato. Mi metto in punta di piedi e lo afferro.

"Trovato. E non provare mai più a rifilarmi quella schifezza."

"Quando i nostri bambini nasceranno molto più bassi, iperattivi e schizzati di quanto dovrebbero, gli diremo che la colpa è solo tua."

"Sarà solo colpa dei tuoi geni difettosi, Harry ."

Ride, mostra le sue fossette e si piega lasciando i ricci ricadere disordinati. Penso stia per darmi un bacio invece si ferma e mi accarezza la pancia per poi poggiarsi l'orecchio.

"Fate i bravi voi due la dentro, mentre il papà è via."

Mi svegliai di soprassalto con la fronte perlata di sudore. Gli occhi spalancati. Corsi allo specchio, inciampando nelle lenzuola. Sollevai la maglia di cotone e osservai la mia pancia.

Tutto regolare, era solo un sogno. Devo essere fuori di testa anche oggi.

Uscì dalla camera e entrai in quella di Scotty. Aprì le serrande, lasciando che il sole del primo mattino illuminasse la stanza.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora