10. Affogamento nel Tamigi.

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"Quindi le cose stanno così. Io mi sono presa una cotta allucinante per un piccolo perverso bambino che gioca con me come fossi una formica, da bruciare con la sua grande lente d'ingrandimento. Bene. Sono nella merda. Ma non posso ignorarlo, non ce la faccio. Lo voglio. Lo voglio in modo che mi turba mentalmente. Sul serio non ti sembro più deviata del solito?" dissi sdraiata sul prato di un orribile verde vomito ad Hyde park.

Un filo di luce penetrava fra le foglie cadute a terra. La testa poggiata sulle gambe troppo magre di Rob, che buttava una raffica di fumo dalla bocca ai polmoni.

"Il fatto che io sia laureato in psicologia, non vuol dire che abbia risposte a tutto B." disse, ciccando poco lontano dai miei jeans strappati.

"Non fare il coglione, tu hai risposte migliori di Dio, illuminami Oh Sommo Signore. Perché proprio lui. Lui che poi obbiettivamente è il più insignificante dei moscerini inglesi che si siano impigliati fra i capelli. Il più insulso, insopportabile essere semi umano, che potesse buttarmi il caffè, di prima mattina per giunta, sulla mia maglia preferita. Rob, non ridere, qui io sono in una situazione difficile. Merda. Mi sono fatta quasi scopare nel cesso di pub da un diciannovenne con un gatto morto a posto dei capelli. Aiutami, cazzo." gridai sbattendo i piedi come una bambina.

"La penso esattamente come tuo fratello, lo sai bene. Oserei persino dirti che - ebbene, signori e signore, rullo di tamburo- ti stai innamorando. Certo azzarderei questa teoria ,se non avessi paura di ritrovarmi una testa di un cavallo nel letto, quindi ritiro tutto." Rispose accarezzandomi la lunga coda corvina.

"Oh fanculo, fammi fumare." Sbraitai allungando una mano nella sua direzione. Accesi corrucciata una sigaretta prima di rimettermi in piedi e guardarlo seriamente negli occhi languidi. " E come si fa a smettere?"

"Come si fa a smettere cosa Brooklyn?" chiese confuso.

"Come si fa a smettere di innamorarsi di uno stronzo? "

Rise, toccandosi la pancia muscolosa. "Non si smette piccola. Non si smette mai."

"Forse dovrei ucciderlo." Pensai ad alta voce, aspirando il fumo acre.

"Allora, cosa devi comprare per la precisione?" mi chiese Rob fissando le vetrine dei negozi di Oxford Street.

" Qualcosa di diverso, niente di provocatorio, nessuna t-shirt offensiva verso il genere femminile. Qualcosa di carino e appropriato." Dissi con faccia schifata.

" E perché mai dovresti comprarti qualcosa del genere, è da quando ti sono esplosi quei due airbag lì davanti, che non ti vedo portare un vestito consono." Disse storcendo il naso e trattenendo una risata.

" Mi porta a cena, conoscendo il suo genere sarà qualcosa di costoso, esclusivo dove io posso permettermi appena un bicchiere d'acqua ..del rubinetto."

" Harry, caro piccolo figlio di papà. Quando ti deciderai a presentarmelo come si deve e farmi offrire una cena spaziale, anche se tecnicamente l'ho già conosciuto ,ma ero troppo fatto e ero certo fosse un puffo?"

"Il giorno in cui te lo presenterò, vorrà dire che io e lui abbiamo una relazione sana e definibile normale. E quel giorno dovrai uccidermi, più velocemente possibile."

Precisai fermandomi di colpo davanti ad un negozio pieno di gente. Entrai trascinandomi dietro il mio amico, ancora in preda alle risate. Cosa avranno mai da ridere i miei amici? Io sono fottutamente seria, cazzo.

Chiusi gli occhi e mi girai in direzione di Rob. "Scegline quanti più possibile. Ma non ne voglio uno degno di far concorrenza a Suor Clarissa o Rory, come preferisci chiamare quel polipo attaccato al culo di mio fratello. Ne voglio uno che sia carino e che insomma glielo faccia venire duro solo a guardarmi." Dissi sorridendo.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora