Capitolo 6. Commozione celebrale da shampoo.

22.8K 841 267
                                    

*Spazio a me*

Buongiornooooo

Vi scrivo qui perché voglio pubblicizzare le storie che sto mettendo qui su Wattpad, si chiamano "Don't let me go" e "Love will tear us apart".

La prima è di una mia amica, la seconda è di una ragazza di EFP e ho deciso di pubblicarla perché è una delle mie FF preferite e anche perché ho visto che anche un'altra ragazza la sta pubblicando qui sul sito ma si è fermata al capitolo 15, mentre io ho intenzione di andare fino in fondo, non sopporto le cose fatte a metà :)

Spero vi piaceranno, fatemi sapere !!

Le trovate sul mio profilo, andate a leggerle se vi va' :)

Ora vi lascio al capitolo,

Buona lettura :)

*

"Harry lasciami, lasciami. Subito."

Gridavo per sovrastare la voce di Calvin Harris che risuonava dalle casse, mentre mi trascinava nel salottino adiacente al privè, completamente vuoto .

"Tu, brutta testa di cazzo hai detto che facevi la barista, non la cubista. Cazzo. Sei strafatta guardati."

Urlava mentre mi copriva con la sua giacca, tenendomi fra le sue braccia e fissando sconvolto le mie pupille dilatate.

Uno: chi cazzo è per giudicare il mio lavoro.

Due: perché mi sta coprendo come fossi sua sorella, io non mi vergogno del mio corpo, non vado in palestra perché mi piace l'odore del mio sudore.

Tre: cosa cazzo ci fa nella MIA discoteca, nel privè del Minestry?

Quattro: io posso bere e drogarmi quanto cazzo voglio. Cazzo.

"Harry lasciami, cosa vuoi da me? Io lavoro qui da due anni di certo non sarai tu con i tuoi giudizi da figlio di papà miliardario a farmi cambiare idea."

Sbraitai rilanciandogli il costoso cappotto firmato e liberandomi dalla sua presa.

"No che non ti lascio. Io pensavo fosse... Non pensavo fossi tu. Hai detto che stasera ti sostituivano, non sei neanche venuta alla mia festa e ti trovo qui. E sei la spogliarellista che i miei amici hanno pagato per il mio compleanno?"

"Pezzo di merda , io non sono una schifosa spogliarellista io sono una ragazza immagine. Si ballo in tute di latex e mi drogo come una zucchina per sopravvivere all'umiliazione, ma la cosa non ti riguarda. Io e te non siamo niente, ci conosciamo appena."

"Non dirmi stronzate Brooklyn , io e te siamo qualcosa. Non so cosa, ma qualcosa."

"Io e te non siamo niente. Ora devo tornare a lavorare o mi farai licenziare e dovrò prostituirmi per pagare l'affitto. Con permesso"

Sibilavo dandogli una spallata e tornando furente nell'altra stanza dove un brusio di sottofondo accompagnava la musica.

Mi lasciai cadere sul divano fra un tipo talmente biondo da sembrare un faro nella notte, e un ragazzo con un agghiacciante sorrisetto in faccia e delle bretelle degne di un pensionato col treppiedi.

"Brooklyn ?" Domandò lo strano rospo alla mia destra.

"E tu saresti ?" Gli porsi la mano gelata

"Louis, il migliore amico di Harry." .

Alzai gli occhi al cielo esausta, man mano che l'effetto della droga si affievoliva venivo riportata con un clamoroso schiaffo alla mia triste, umiliante realtà.

"Di tutte le discoteche che ci sono a Londra, cazzo, proprio qui dovevate venire?"

Chiesi tentando di strozzarmi con le mie stesse mani.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora