Capitolo 3. Fratture multiple da pacco di caffè formato famiglia.

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"Harry baciami, voglio sentirti. Prendimi"

"Brooklyn io ti voglio dal primo sguardo. Ora vieni qui e fai l'amore con me.".

Strappo la sua camicia bianca senza pudore e finalmente i suoi addominali escono fuori alla luce del sole. Sono abbronzati ,delineati e così eccitanti.

Mi aggrappo con violenza ai suoi capelli ricci mentre la mia lingua fruga nella sua bocca.

Sono bloccata fra il muro e il suo corpo forte ,l'eccitazione sale, la sua erezione è sempre più stretta nei jeans scuri e...

Scotty doesn't know, that Fiona and me, do it in my van everySunday.

She tells him she's in church, but she doesn't go, still she's on her knees, and...

Scotty doesn't know, oh. Scotty doesn't know-oh.

So don't tell Scotty! Scotty doesn't know, Scotty doesn't know.

SO DON'T TELL SCOTTY!

La canzone dei Lustra risuonava dall'impianto stereo nel vano tentativo di scrollare me e mio fratello dalle calde ed accoglienti cucce.

Sgranchendo le gambe, lanciavo con un colpo secco il caldo plaid, lontano dal mio soffice letto.

Un lieve, appena accennato sorriso aleggiava sul mio viso gonfio di sonno.

STOP. Sto davvero sorridendo alle 8.15?

Cos'è tutta questa energia di prima mattina? Mi sono davvero alzata dal letto in orario, prima degli onnipresenti venti minuti in cui tento di soffocarmi sotto il cuscino, facendo risuonare la sveglia per un infinità di tempo.

Canticchiavo la canzone più odiata dal mio piccolo fratellino, mi dirigevo ancheggiando verso il guardaroba, aprendo il cassetto dell'intimo per le grandi occasioni analizzavo delle piccole, troppo piccole culottes in pizzo verde acido.

Cosa cazzo sto facendo? Perché sto scegliendo se infilarmi un perizoma nero o delle culottes con il fiocco rosa? Era solo un sogno, io non andrò a letto con Stupido Bambolotto Styles!

Vincerò la mia scommessa, lui mi supplicherà di baciarlo e di aprire le gambe, ma non gli concederò mai e poi mai una visita nei mie Paesi Bassi.

Mollavo con un lancio degno di un battitore le mutandine oscene, afferrandone un paio elasticizzato degne di qualsiasi bambina di dieci anni.Continuavo a intonare a squarcia gola la canzone che ogni mattina dedicavo ostinata al mio gemello.

Non solo perché il povero sventurato, protagonista della canzone in questione si chiamasse Scotty, ma anche perché il poveraccio godeva di una gran zoccola di fidanzata che lo tradiva a ripetizione,mentre lui follemente innamorato fingeva di non accorgersene.

Insomma pareva l'avessero scritta per lui.

Scott odiava a morte quella canzone, ogni mattina la cambiava sperando che non me ne accorgessi, mentre io la rimpostavo saltuariamente ogni sera prima di andare a dormire.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora