La sveglia suona e fa sobbalzare quel cesto di riccioli rossi dal cuscino.
-Cavolo anche ieri sera ho fatto tardi messaggiando con Giulia- Biascica Rebecca spegnendo il fastiodoso rumore.
Si era addormentata ancora una volta con il cellulare sul petto, le vibrazioni dei messaggi dell'amica l'avevano cullata fino a tarda notte.
Metre si alza e si prepara dal grande salone in cui sua madre serve la colazione iniziano ad arrivare i primi rumori particolari. Come di una motosega.
La casa è in realtà un grande openspace con enormi finestre da cui entra tantissima luce naturale. In ogni angolo però si trovano parti di tela, mezzi busti, corde di chitarra, spartiti, colori, pennelli usati e nuovi. Insomma sembra un museo in cui è splosa da poco una bomba nucleare. Le camere da letto invece vengono usate solo per le "opere" finite; quella è la legge della casa.
-Buongiorno cara- Le dice sua madre sorridendo con degli occhialoni in plastica che le coprono mezzo viso. In una mano tiene un flessibile con la lama circolare con cui sta tagliando un blocco di pietra bianco vicino la finestra. Con l'altra mano sta battendo le uova con cui farà la frittata a Fabio, suo fratello.
-Ciao Ma, ma che diavolo combini oggi?- Chiede la giovane iniziando ad apparecchiare la tavola come di consueto.
-Questo è marmo, non vedi come mi chiede di scolpirlo, ha come già un voltodentro. Non lo senti come vuole essere modellato?- Il suo viso diventa radioso quando parla di queste cose -Claudia, claudiaaaaa. Scopliscimi!-. fa la madre con una vocina buffa.
Rebecca ride divertita -Voi siete tutti fulminati! A proposito papà dov'è? In genere è il primo a svegliarsi-.
-Oggi non credo proprio, è andato a letto venti minuti fa. Non l'hai sentito canticchiare tutta la notte?-.
-Stava finendo un quadro-. Dicono all'unisono Rebecca e Fabio, che intanto era sceso dalla camera.
I tre si siedono al tavolo e iniziano a fare colazione.
-Come sempre- sorride ancora la madre andando a dare una carezza al figlio appena arrivato.
-Ma che carini- Dice Rebecca simulando il gesto di vomitare -Puoi metterti qualcosa addosso per favore? Non siamo su un palco con la tua rockband- Aggiunge notando il petto nudo del fratello.
Fabio ha cinque anni più della sorella ed è il suo esatto opposto. Anche se non lo ammettono, è il preferito dei genitori. Moro con i capelli senza una forma precisa sempre sparati in mille modi diversi, gli occhi chiari che vanno dal verde chiaro all'azzurro a seconda della luce. Il volto magro con la mandibola leggermente pronunciata.
Il fisico che non stenta a mettere in mostra, levigato da lunghe ore di palestra, gli dona un aspetto atletico. Mettici che è anche molto più alto di Rebecca ed ha un sorriso perfetto, non c'è da sorprendersi se ogni sabato sera porta a casa una bellissima ragazza diversa.
"Me lo farei subito" Aveva commentato una volta a colazione Giuly, senza riuscire a staccare gli occhi da quegli addominali e quei pettorali che si tendevano leggermente ogni volta faceva un movimento .
-Tua sorella ha ragione, vatti a mettere una maglietta-. Stranamente sua madre le ha dato ragione.
-Si finisco e vado- Risponde lui addentando una fetta di frittata ancora calda. Dopo qualche secondo la risputa in un fazzoletto -Ma che roba è ma'?-. Chiede con la faccia schifata.
-Una frittata Fa' la mangi sempre-.
-Ma che frittata, assaggia- Dice allora lui porgendogliene una fetta.
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Non sei più sola
RomanceLa vita di Rebecca procede come sempre divisa tra la scuola, la sua migliore amica GIuly e una famiglia di artisti stravaganti. Chiusa, timida, ha sempre un taccuino su cui disegna tutto ciò che sente. L'ingresso alle superiori è stato un doppio sal...