"Tutto sopra ste strade
Tra palazzi e panchine
Sboccia il sole d'estate,
un castello di cartine.
Io non seguo il futuro
Il solo tempo che esiste
È il presente in cui parlo,
e qualcosa sparisce".
Queste sono le sue prime rime dopo l'attacco al beat perfettamente ritmato. La melodia suona lenta nel fumo di quel posto, lui e il microfono sembrano essersi scambiati ciò di cui sono fatti.
Acciaio e elettricità Dylan mentre canta.
Carne e sangue il Microfono che per primo lo ascolta.
Rebecca allora cerca di disegnare quel che prova, seduta nella poltrona che la separa dall'altra parte del vetro.
Un ragazzo molto più grande di lei con un cappello nero è seduto alla consolle di fronte a lei e regista con cura e attenzione. Ha la barba ispida e accende una sigaretta dopo l'altra, ogni tanto urla verso il corridoio di fare silenzio, e poi continua a schiacciare tasti mentre sul monitor la voce di Danyel si trasforma in onde verdi.
Al di fuori di quella stanza c'è un caos generale di voci, risate, musica... Un via vai di almeno una trentina di ragazzi entra ed esce dal portoncino di ferro andandosi a perdere in una delle varie stanze dell'immobile che a Rebecca è stato spiegato essere occupato.
I due provano la stessa canzone svariate volte fino all'okay definitivo del ragazzo con il cappello, poi Dylan esce e va a sedersi accanto a Rebecca.
-Tutto bene? Qualcuno ti ha infastidito? -. Gli chiede subito.
-Sta tranquillo, non è entrato nessuno. Anzi guarda ho disegnato qualcosa di interessante-.
Mentre sta per aprire il quadernino un gruppetto di ragazze in top e short entrano nella camera. Una di loro con i capelli cortissimi e blu elettrici si butta letteralmente sulle gambe di Dylan.
-Ehi bello! Spacca il pezzo sai? -.
Solo un giaccone di pelle molte taglie più grande del suo corpo slanciato copre i pochi indumenti che indossa.
-Grazie Melania, ora scusami ma ho da fare- Risponde solo lui con freddezza.
-Con questa sfigata? -. Dice lei indicando con il mento Rebecca, le amiche scoppiano in un risolino.
-Vattene Melania-. Insiste lui allora alzandosi in piedi e facendola quasi cadere.
-Tranquillo tranquillo oh. Sta calmo. Vado, ti lascio a st'artista-. Ancora una volta un coro di risolini colma la stanza.
Rebecca non fa in tempo ad aprire bocca che il gruppetto di oche si è dileguato.
Il ragazzo con il cappello nero intanto non si è scomposto minimamente, anzi dopo essersi messo delle grosse cuffie ha anche chiuso gli occhi. Continua a fumare come una ciminiera.
-Andiamo via, non è qui il posto giusto per farmi vedere i disegni- Dylan afferra la mano di Rebecca e la porta verso l'uscita. Sembra agitato.
-Va bene ma non correre- Dice lei sorridendo per tutto quell'impeto.
-Scusami da parte loro, sono fulminate-.
-Sta tranquillo Dylan, a scuola prima di Giulia sono sempre stata la sfigata e non mi hanno mai fatto paura i bulletti-.
-Ma che carini! Si danno la manina-.
Proprio a qualche passo dal portoncino di ferro una voce roca li sorprende alle loro spalle.
-Cazzo- Bisbiglia Dylan –Andiamo, non ti girare- Aggiunge a Rebecca poco dopo-.
-Ma quanta fretta! Non mi fai conoscere la tua troietta? –
La ragazza sentendo la mano di Dylan stringere la sua con più intensità si spaventa un poco. Lui comunque non ferma la sua marcia.
-Nino chiudi la porta- Ancora quella voce roca.
L'uomo che gli aveva aperto il portoncino qualche ora prima sembra titubante, tanto che deve essere richiamato un'altra volta prima che lui obbedisca.
-Nino, lo sai che rischi. Chiudi la porta-.
-Merda- Ringhia piano Dylan.
Rebecca allora, non vedendo altre alternative si gira ad affrontare quella voce.
Rimane a bocca aperta.
*** CIAO A TUTTI QUELLI CHE MI LEGGONO, SCRIVO PER VOI E SPERO FACCIA PIACERE. VOLEVO INOLTRE CONSIGLIARE A TUTTI DI LEGGERE #VanessaStrappati, "Sono solo parole" PROMETTE BENISSIMO.
AVEVO PROMESSO DI MENSIONARE QUALCUN'ALTRO PURTOPPO NON RICORDO I NOMI, FATEVI AVANTI E VI AGGIUNGERO' QUI SOTTO CON PIACERE***
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Non sei più sola
RomanceLa vita di Rebecca procede come sempre divisa tra la scuola, la sua migliore amica GIuly e una famiglia di artisti stravaganti. Chiusa, timida, ha sempre un taccuino su cui disegna tutto ciò che sente. L'ingresso alle superiori è stato un doppio sal...