Tutto molto strano.

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Si. Tutto molto strano.
Sono seduta vicino a lui, quasi vicino. Nessuno dei due dice niente fino a quando la cameriera non ci raggiunge.

"Buonasera ragazzi. Oh, ciao Niccolò."
Le si allarga il sorriso, non so se per la sua bellezza o per il fatto che sia un cantante.
Lui ricambia con gentilezza e poi ordina.
"Portami il solito."
"La pasta alla..."
"Anzi. Vorrei una pizza."
"Perfetto. Per te invece?"
Per un attimo il tempo si è fermato. Non capivo dove fossi e la vista mi si e annebbiata per un attimo.
Tipico.

"Ehm. Quello che ha detto lui."
Il locale è molto luminoso e grande, ma intorno a noi non c'è nessuno. In lontananza a un tavolo ci sono delle persone sedute, anch'esse a mangiare. Una sorta di 'controllo' per Niccolò a quanto pare.
Nei miei pensieri, ho sempre immaginato che lui fosse una brava persona. L'ho immaginato anche non tanto alto e in realtà avevo ragione, e molto affettuoso.
"Stai bene?"

"Si. E tu?"
"Sto molto bene.", sorride e mi manca il respiro.
Si gira nella mia direzione e mi soffermo ad osservare le sue labbra. Se ne accorge e ridacchia.
Il mio stomaco borbotta e alzo lo sguardo per un secondo.
"Hai fame."
"Un po'."
Sono nervosa e controllo il cellulare ogni due secondi.
"Ehm... Hai fretta?", tocca le tasche del suo giubbotto e continua, "Posso accompagnarti. Cioè, se vuoi..."
Scuoto velocemente la testa, non volevo assolutamente che lui capisse questo. Sono solo nervosa.

"No tranquillo. Io sono... sono solo un po' nervosa."
La cameriera per fortuna mi salva dall'imbarazzo e ci porta le nostre ordinazioni.

Dopo circa 10 minuti, entrambi abbiamo svuotato il piatto e Niccolò sembra intento a controllare il cellulare.
Poi alza lo sguardo.
"Ti va di andare un po' di sopra? C'è una terrazza molto bella. Con un panorama mozzafiato."

Cavolo.
Ma davvero sto vivendo tutto questo?
Non posso crederci. Non posso essere qui, con Niccolò, da sola.
Deve per forza essere un sogno.
Mi avvicino piano al muro e guardo la città dall'alto. Si mischia col cielo, pieno di stelle e una luna meravigliosa.
Inspiro profondamente, mi godo quell'aria pura e sento i suoi passi dietro di me.
"Quella è l'orsa minore."

Vedo il suo dito indicare un gruppo di stelle sulla nostra testa.
"Ti piace l'astrologia?", mi giro a guardare lui, ed è anche meglio.
"Diciamo che mi piace guardare le stelle. Mi sono documentato un po', mi piacciono le costellazioni."
Solleva ancora di più la testa e scruta il blu sopra di noi.
Lo faccio anche io, ma dopo poco mi accorgo che ora lui sta guardando me.

"Vuoi tornare a casa?"
"No."
"Vuoi restare con me allora.", allarga il sorriso.
"Si Niccolò.", basso lo sguardo per un attimo e tiro fuori il coraggio, "ma capisci bene che per me questo è tutto molto strano."
Aggrotta un po' le sopracciglia.

"Stamattina cantavo le tue canzoni, immaginavo di poterti vedere, anche da lontano mi sarebbe bastato. E ora invece sei qui, sei tu. E ci sono anche io.", gesticolo, "cioè abbiamo mangiato insieme. Ora sono su questa terrazza a guardare le stelle. Ma la cosa più strana è che tu sei qui accanto a me."

"Beh capisco la situazione, che sono io e tutto il resto.", raggiunge il muro ed è quasi a pochi millimetri da me.
Io sospiro e me lo godo.
"Ma lo faccio senza pensarci. A volte mi scordo alcune cose e mi comporto normalmente. Come si fa tutti i giorni. Se ti avessi incontrata ad un bar o in libreria, mi sarei comportato allo stesso modo."
"Si capisco, ma capisci anche tu me. Devo abituarmi alle situazioni. Poi non so nemmeno se ti rivedrò più..." lo guardo "così da vicino."

Avvicina la mano alla mia e devo per forza distogliere lo sguardo.
"Se vorrai, potremo vederci quando vuoi."

Ok, questo è seriamente un sogno.
Stamattina, proprio stamattina, speravo di poter avere una foto con lui. Ora è qui a chiedermi se voglio vederlo ancora.
La vita è assurda. Ma bellissima.

"Canti per me?"
Sorride.

"Che poi se non ci fossero dovrei inventarle
delle barche che volano su nuvole bianche
saresti la risorsa per ogni sorriso,
sarebbe la tua vita il tuo film preferito..."

Chiudo gli occhi.
La sua voce mi imbarazza a volte, è così bella da non sembrar vera. È così delicato e dolce, è poesia.
Lo ascolto continuare e mi cullo ad ogni parola.
Mi stringe la mano e quando ha terminato mi guida a guardare in alto.

"Guarda."
Alzo anche io lo sguardo.

Passiamo più di dieci minuti così, a guardare il cielo uno accanto all'altro.

Prende il cellulare e sbircio l'orario.
Caspita è tardi e sarei dovuta già essere a casa.
"Devo tornare a casa."
"Mmh, posso accompagnarti."
"Posso tornare da sola, non è poi così lontano da qui."
"Non crederai che ti lascerò tornare a casa a quest'ora, da sola."

Sorrido.
"Va bene."

Torno a casa, Niccolò mi ha accompagnato davvero. Siamo nella macchina fuori casa mia.
"Grazie di tutto."
"Di cosa, grazie a te."
Faccio per scendere, ma parla di nuovo.

"Se non mi lasci il tuo numero non potremo sentirci. O meglio, posso anche presentarmi sotto casa tua ora che so dove abiti, ma non mi sembra corretto, data la 'mia situazione'."

Dopo averglielo scritto, Niccolò mi regala un bacio sulla guancia.
"Buonanotte Allison."
"Buonanotte."

Apro lo sportello, "non è un sogno eh."
Mi prende in giro e ridacchia.
Sorrido anche io ma non mi giro. Lo guardo solo quando chiudo la portiera.

Una volta arrivata alla porta la macchina scura corre via. E capisco che non è un sogno, solo quando per poco non sbattevo la fronte allo stipite.









Grazie a tutti/e!!
Un bacio 💋

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