XI. In Punizione

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Harry;

La sera prima era stata un disastro. Mio padre era rimasto fuori fino a tardi, quindi i ragazzi, Myra ed Alexis erano venuti da me. Salta fuori che condurre le auto in cerchio in un campo è un'idea stupida. Il risultata di tutto ciò era stato il pick-up ricoperto di polvere, ed ero stato messo in punizione per tre giorni.

Non solo avevamo bevuto, ma avevo anche accidentalmente bucato una gomma del pick-up, ed ovviamente mio padre mi aveva scoperto immediatamente.

Stavo ripulendo il pick-up con la gomma dell'acqua ed il sapone, ero scalzo nell'erba di fronte al nostro garage. Mio padre insisteva affinché riflettessi sulle mie azioni, e Max desiderò invece darmi una mano.

Il bambino prese a fregare i cerchioni mentre io mi presi una pausa, sempre allerta verso la porta d'ingresso di casa mia. Quando mio padre fece per approcciarmi, notò mio fratello impegnato a pulire.

"Sul serio? Questa è la tua punizione, Harold" mi ammonì mio padre scuotendo il capo. "Max, alzati, va' via da lì".

Max alzò lo sguardo verso nostro padre. "Perché? Mi piace questa cosa!" ribatté poi, e sapevo che mio padre aveva lasciato perdere poiché nessuno era in grado di dire di no a Max quando quest'ultimo aveva quel sorriso sul suo volto.

Rivolsi un ghigno orgoglioso a mio padre, il quale rispose puntandomi un dito accusatorio contro e commentando, "Non dire una parola".

Scoppiai a ridere, "Non è un gran che come punizione" ribattei.

"Ne vuoi una peggiore?"

"No" ridacchio. "Scusami tanto papà, faccio stupidaggini tutto il tempo, mi dispiace di averti deluso".

Mio padre sospirò e gesticolò con enfasi. "Non sono deluso. Sono arrabbiato che vi siate messi a bere. Ed ovviamente la quota per cambiare la gomma verrà sottratta alla tua paghetta".

"Ne sono consapevole".

"Non farlo più. O m'incazzerò sul serio ed a quel punto la punizione sarà molto peggiore" mi avvisò, ed io annuii con fare comprensivo. "E mettiti una maglietta. Otto ragazze si sono già fermate a guardare e sei qui fuori solo da un quarto d'ora".

Indossavo solamente un paio di jeans che probabilmente si erano strappati all'altezza delle ginocchia. Quando alzai lo sguardo su di lui mi limitai a fare spallucce. "Perché ti ho dato il permesso di farti tutti quei tatuaggi?" commentò mio padre.

"Perché sei il papà migliore del mondo" lo stuzzicai con un ghigno, ottenendo un'occhiataccia da parte sua. "Solo perché ti faccio fare tutto quello che vuoi".

"Se Harry può fare tutto quello che vuole, perché io non posso?" domandò Max accigliandosi.

Papà incrociò le braccia al petto. "Perché Harry è focalizzato sulla sua ragazza ed è un idiota. Tu invece non sai ancora in quella fase".

"Mi piace Sally. Potrebbe essere la mia ragazza" ribatté Max, facendomi scoppiare subito a ridere e facendo alzare gli occhi al cielo a mio padre.

"Dico davvero" mormorò il bambino.

"È uno Styles" commentai ridendo. "Hai provato a prenderla per mano?", e quando il bimbo annuì risi con più vigore scuotendo il capo. "Un giorno ha anche provato a rubarmi Alexis".

"Divertitevi a pulire il pick-up. Vado a fare un sonnellino" commentò mio padre prima di andarsene. Una volta soli continuammo a ripulire il mezzo, e bagnai occasionalmente la maglietta rossa di Max con la canna, ottenendo delle proteste da parte sua.

L'ultima volta in cui lo infastidisco in quel senso, mio fratello mi getta contro la spugna ed io mi difendo imitando il suo gesto. Parlammo poi della partita di calcio che a cui gli avevo promesso che l'avrei portato, ed in quel momento il gatto del vicino saltò sul tettuccio del pick-up proprio nel momento in cui stavo per risciacquare quell'area.

1996 |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora