VII. Cinema

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Harry;

"Harold, dove vai?" ridacchiò mio padre dietro di me mentre cercavo le chiavi del pick up nella massa di vestiti sparsa per la mia camera da letto.

Stavo praticamente tremando ed avevo gli occhi sgranati. Mi sarei dovuto sentire come la minaccia più importante fra i ragazzi di questa generazione, considerata la ragazza con la quale sarei uscito stasera. Era bellissima e lo sapevano tutti, il che mi rendeva ancora più agitato.

"Devo trovare le chiavi del mio pick up, papà. O morirò" risposi sospirando frustrato e gettando una maglietta a terra con fare infastidito. Poi mi passai una mano nei capelli.

"Forse se ogni tanto ti sistemassi la camera le troveresti..." mormora a bassa voce. "Perché sei così di fretta?"

Mi volto verso di lui e lo afferro per le spalle fissandolo negli occhi. Poi prendo un respiro. "Porto fuori la ragazza più bella che abbia visto nella mia vita. La ragazza dalla risata più bella e dalla voce più musicale, e con la personalità migliore della maggior parte delle ragazze di questa città"

Mio padre mi guardò mentre assimilava le mie parole. Poi serrò le labbra e rispose, "Ah...è quel tipo di occasione—posso prestarti l'auto più bella che abbiamo"

Schiusi le labbra in shock. Poi mi acciglio. "...la...la classica Mustang?"

Lo guardai allungare la mano nella tasca posteriore dei jeans dalla quale estrasse le chiavi su cui i miei occhi si posarono immediatamente. Venni subito pervaso da un senso di euforia e gli sorrisi allungando la mano per afferrare le chiavi; lui però allontanò la mano dietro di sé.

Lo vidi stringere lo sguardo su di me. "Un graffio o una macchia sui sedili e sospenderò la tua paghetta e darò via Bubbler alla bambina in fondo alla strada –capito?"

Annuii. "Promesso. Non succederà nulla di male alla macchina".

"La tua attenzione sarà attirata da altre cose, ragazzo. Non sono stupido. È un avvertimento" ripeté lentamente.

"Si, si" risposi congedandolo, e sorridendo a trentadue denti quando lasciò cadere le chiavi nel mio palmo aperto. "Ti voglio bene. Sei il migliore!" esclamai passandogli oltre ed uscendo nel corridoio. Dalla mia camera lo sentii sospirare e sorrise scuotendo il capo.

Al piano inferiore il mio fratellino Max di sei anni sedeva con Bubbler—il nostro nuovo gatto. Bubbler era un piccolo Maine Cook grigio dagli occhi azzurri che io e Max avevamo trovato abbandonato nel nostro campo un paio di settimane fa. Da quel momento Max non l'aveva lasciato solo, ed al gatto non sembrava dare fastidio. Era stato Max a dare il nome al gatto—l'aveva chiamato Bubbler perché i suoi occhi gli ricordavano delle bolle.

Max mi vide mentre mi affrettai alla porta, e con Bubblers in braccio mi raggiunse, bloccandomi l'uscita. Si appoggiò alla porta, i suoi grandi occhi verdi mi guardavano quando mi immobilizzai.

Sospirai con fare impaziente. Avevo promesso a lui e Niall che io e Louis avremmo ottenuto i biglietti. "Max, amico, ti ci porterò presto. Non ti preoccupare" dissi con un sorriso, scompigliandogli i capelli. "Ora devo veramente andare".

Si spostò dalla porta che io aprii subito. Scesi dalle scale anteriori e sentii Max esclamare un "Ciao!" da dietro di me.

"Ciao, Max!" esclamai di rimando senza voltarmi.

"Anche Bubbler ti saluta!"

Alexis;

I miei shorts di jeans erano piegati alle estremità, la mia blusa grigia era infilata nella vita degli stessi, ed io sorrisi allo specchio. I miei occhi nocciola erano coronati dalle mie ciglia coperte di mascara, mentre sulle labbra indossavo un leggero strato di rossetto rosa. Afferrai la mia cintura e me la assicurai attorno alla vita.

1996 |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora