XXII. Colpa

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Alexis;

Sedevamo nel suo pick—up, il suono del motore del veicolo s'insinuava nel silenzio fra di noi come un liquido. Occasionalmente lui guardava verso di me ed apriva la bocca per dire qualcosa, ma sapendo che non avrebbe funzionato, la richiudeva.

Non m'interessava vedere Harry fare qualcosa d'incredibilmente pericoloso. Ma preferivo assistere piuttosto che lasciare libero sfogo alle mie paure. Lo stanco e vecchio pick—up si fermò quando raggiungemmo lo 'scavo', dove si erano radunati tutti, parlando e bevendo. Mi ricordai di esserci stata con Myra all'inizio dell'estate. Il luogo aveva perso il proprio fascino giovanile, e la smorfia sul mio viso fece sospirare Harry accanto a me mentre tolse le chiavi dal quadro.

"Non mi farò male" insistette per la decima volta.

"Certo" mormorai sottovoce slacciandomi la cintura ed aprendo la portiera. I miei piedi atterrarono sul fondo polveroso, e le risate e le chiacchiere aumentarono istantaneamente di volume, lasciandomi comunque indifferente. Mi guardai attorno in cerca di visi a me familiari, ma me ne ricordai solo pochi. Pochissimi.

La luce della luna illuminava diverse auto parcheggiate in zona. Una forte risata eruttò da un gruppo di persone, risero a chi sembrava essere il centro della loro attenzione. L'odore di birra e forse cannabis aleggiava nell'aria. Sospirai a me stessa ed incrociai le braccia al petto.

"Alexis" ritentò lui.

Lo guardai, le mie labbra erano serrate ed il mio sguardo era disinteressato. Gli occhi verdi di Harry guardarono i miei, in attesa di una risposta che non arrivò. Sapeva perché mi trovavo lì, e non era perché ero emozionata in merito alla gara. Schiuse le sue labbra piene volendo dire qualcosa, ma venne interrotto dal ragazzo biondo, il quale sembra entusiasta riguardo alla gara.

Niall cinse le spalle di Harry con un braccio, aveva un ghigno in volto. "Sei pronto, amico? Ben sta sparando cavolate come se ne sapesse qualcosa".

La mia rabbia indiretta nei confronti di Niall rimase passiva poiché non volevo essere scortese nei suoi confronti. Non mi piaceva il fatto che supportasse Harry in questa cosa, eppure tutti i presenti non vedevano l'ora di assistere alla gara, e la cosa mi irritava. Guardai fra i due ragazzi mentre Harry mormorò qualcosa a Niall, il quale mi guardò con la bocca a forma di 'o'. In quel momento mi salutò con la mano con fare imbarazzato e si allontanò da Harry.

Mi guardò accarezzarmi le braccia con le mani, sentendo i brividi lungo la schiena. Era una sera più fredda del solito. Non capivo come mai Harry pensasse che ripetersi mi avrebbe fatto sorridere e supportare questa battaglia di ego, ma cosa potevo farci? Voleva farlo, e non potevo controllare in nessun modo le sue decisioni. A meno che mi avrebbe ascoltata quando gli suggerivo di non farsi coinvolgere in un incidente stradale. La mia visione negativa si fece fastidiosa, ma era tutto ciò a cui riuscivo a pensare.

"Mi hai già visto prima" affermò posando le mani sul pick—up ed appoggiandosi proprio accanto a me. "E non eri...così paranoica".

"Paranoica...!?" sbottai scuotendo il capo e sospirando con fare irritato. "Harry, era diverso e lo sai. Non sfidavi questo idiota, e non ci conoscevamo nemmeno molto bene".

Harry usò la sua altra mano per sfregarsi gli occhi con fare un po' stressato. "Non ho intenzione di cambiare idea, okay? Non riguarda noi, è una cosa fra me e lui".

Non gli risposi, poiché non avrebbe cambiato idea, e quindi perché provarci? Mi strinsi nelle mie braccia tentando di scaldarmi, ma Harry aprì la portiera del pick—up e mi porse una delle sue felpe. Io presi il capo d'abbigliamento con fare grato, non avendo più voglia di discutere. Una volta indossata, Harry mi prese per mano intrecciando le nostre dita e guidandomi nella folla.

1996 |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora