XVI. Un Tappo Di Bottiglia, Natiche e Precauzioni.

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Alexis;

Presi una bottiglia d'acqua per me ed una per Harry, il quale si piegò per allacciarsi gli scarponi. Il mio ghigno lo fece sorridere, e mormorò "sembri una bambina emozionata".

"Sto benissimo!" ruggii con fare giocoso, portando le braccia al cielo come se stessi esultando durante una partita. Feci il possibile per rendere la mia voce la più profonda possibile, ma il risultato fu pessimo.

Harry scosse il capo ridacchiando appena. Lo sentii darmi un bacio delicato sulla guancia, e sorrisi prima di portare la fredda bottiglia d'acqua al suo petto.

Lui sussultò con fare giocoso prima d'afferrare la bottiglia dalla mia mano e rivolgendomi un'occhiataccia non seria.

Cominciammo quindi l'escursione. Nemmeno mezz'ora più tardi Harry si acconciò i capelli in uno chignon per evitare che gli finissero negli occhi. Lo presi brevemente in giro al riguardo, e lui mi diede un pizzicotto al fianco in risposta. Il mio comportamento energetico e motivato prende il sopravvento, ma Harry resta al passo.

Cammino di fronte a lui, e mi guardo attorno. Gli alti alberi forniscono un po' d'ombra, nonostante la calda aria umida non smise di darci fastidio. L'erba ricopriva la terra, ed occasionalmente anche qualche grande sasso. L'aria era tersa dell'odore della terra, dell'erba e della resina degli alberi.

Presi Harry per mano e lo guidai verso un albero quando notai un fiore viola che attirò la mia attenzione. "Guarda, è un issopo viola gigante" gli dissi inginocchiandomi, ed Harry si abbassò accanto a me con fare interessato.

"Come fai a sapere il nome di questo fiore senza aver mai visto una mucca?" domandò ridendo.

"Ho letto in merito, Harold" lo presi in giro dandogli una leggera spinta. "Stai parlando con una ragazza di città".

Harry si voltò per osservare il fiore. "Non ho mai visto questo fiore".

"Perché è una specie rara. Il nome scientifico è Agastache Scrophulariifolia" gli dissi.

Lo vidi accigliarsi appena. "Agastache cosa?" ribatté sgranando appena gli occhi. "Stai parlando un'altra lingua?"

Ridacchiai. "Forse" mormorai sorridendo a me stessa.

"Trovo carino che tu sappia queste cose. Ti piace la scienza?" mi domandò.

Diedi un'alzata di spalle. "Mi piace l'archeologia. Scienze, storia, cose così. Vorrei proseguire in quel settore ma eh...i miei genitori credono che dovrei studiare qualcosa che mi porti più beneficio dal punto di vista finanziario".

Harry sospirò e serrò le labbra. "Io...penso che tutto ciò che ti rende felice dia beneficio in generale".

"Hai ragione, ma preferirei non pensarci. Vieni, andiamo a vedere se riusciamo a trovare un bruco per raccontarlo a Max. Non vedo l'ora di vedere l'espressione sul suo viso" dissi alzandomi in piedi e pulendomi le ginocchia dalla terra, ed Harry fece lo stesso.

Per la maggior parte del tempo descrissi diversi elementi che riconobbi, che Harry tentò di pronunciare. Ci fermammo dieci minuti per insegnargli a pronunciare il nome di una certa pianta.

"Qual è il nome scientifico dell'erba?" mi stuzzicò lui mentre proseguimmo.

Alzai gli occhi al cielo e risposi. "Agrostis. È il tipo più comune".

"Okay...e quello di un coniglio?"

"Sul serio, Harry?"

"Sì! Andiamo, dimmelo!" rise.

Poco dopo le sentii afferrarmi le mani, e mi guidò verso un certo sentiero – io tenni in mente dove ci stavamo dirigendo. I nostri passi erano quasi sincronizzati. Sospirai quando lui continuò ad insistere affinché gli dicessi il nome scientifico del coniglio.

1996 |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora