Louis cominciava ad essere assai stanco di stare seduto sul prato accanto a sua sorella, senza far niente.Aveva dato una o due volte un'occhiata al libro che la ragazza stava leggendo, ma non c'erano né dialoghi né figure e a che serve un libro, pensò Louis, senza dialoghi né figure?
Aveva diciassette anni ormai, perché non poteva starsene da solo senza sua sorella come bambinaia?
Era perso nella commiserazione della sua vita, quand'ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passargli accanto, quasi sfiorandolo.
Louis non si meravigliò più di tanto dell'apparizione e fu solo quando sentì l'animale dire fra sè: " Ahimè! Ho fatto tardi!" che cominciò a pensare di essere impazzito.
Quando poi il coniglio tolse un orologio dal taschino della veste che indossava, lo consultò e si mise a scappare, il ragazzo non ci pensò due volte, saltò in piedi e, ardente di curiosità, attraversò il campo correndogli appresso e arrivando appena in tempo per vederlo entrare in una spaziosa conigliera sotto la siepe.
Un istante dopo, Louis scivolava giù, inseguendolo, senza pensare a come avrebbe fatto poi per uscirne.
La buca della conigliera era dritta come una galleria, ma, poi, si interruppe così improvvisamente, che il ragazzo non ebbe la capacità di fermarsi, infatti si sentì cadere in una specie di precipizio che assomigliava a un pozzo profondissimo.
La caduta sembrava non terminare mai e Louis, per niente preoccupato dalla situazione assurda in cui si trovava, rifletteva sulla sua condizione e su come sua sorella si sarebbe arrabbiata non trovandolo più accanto a sè, sul prato.
Improvvisamente, però, la caduta cessò e Louis si ritrovò in piedi, sul fondo del pozzo, sano e salvo.
Guardò in alto e vide che tutto era buio, ma, davanti a sè, vide un lungo corridoio, nel quale camminava il Coniglio bianco frettolosamente.
Non c'era tempo da perdere e Louis, come se avesse le ali, gli corse dietro e lo sentì esclamare, svoltando a sinistra :" Perdinci! Ho davvero fatto tardi!"
Stava per raggiungerlo, ma, ad un certo punto del corridoio, non lo vide più e si ritrovò in una sala lunga e bassa, illuminata da una fila di lampade pendenti dalla volta.
Intorno alla sala c'erano delle porte, ma tutte chiuse.
Louis andò su e giù, bussando a tutte e cercando di farsene aprire qualcuna, ma invano; allora, malinconicamente, si mise a passeggiare in mezzo alla sala, pensando a come venirne fuori.
Ad un tratto si trovò accanto a un tavolino di cristallo a tre piedi e su di esso c'era una chiavetta d'oro.
Louis pensò che la chiavetta appartenesse a una delle porte che aveva visto, ma, o le serrature erano troppo grandi, o la chiavetta era troppo piccola, fatto sta che non poté aprirne nemmeno una.
Fatto un secondo giro nella sala, capitò davanti a una tenda bassa che non aveva ancora visto e, dopo averla scostata, vide una porta alta una trentina di centimetri: provò nella toppa la chiavettina d'oro e con molta gioia vide che entrava a puntino!
Aprì l'uscio e guardò in un piccolo corridoio, largo quanto una tana da topi, s'inginocchiò e scorse di là dal corridoio il più bel giardino del mondo!
Il problema era che lui era troppo grande per entrarvi!
Louis tornò verso il tavolino quasi con la speranza di poter trovare un'altra chiave o almeno un libro che indicasse la maniera di entrare nel bel giardino, ma vi trovò, invece, un'ampolla con un cartello, sul quale era stampata la parola :" Bevi".
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Favole Larry
FanfictionFavole in chiave Larry Cover di tomlinsay Questa storia non è di dominio pubblico