Nowhere Man

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«Insomma, che altro dire? Benvenuto nel Team, Spider-Man!»

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«Insomma, che altro dire? Benvenuto nel Team, Spider-Man

Nick Fury sembrò averlo detto quasi con una punta troppo evidente di entusiasmo, che a Tony era parsa più una frecciata rivolta a lui, che altro. Ne ebbe la conferma quando l'uomo gli lanciò un'occhiata, alzando le sopracciglia, con un sorrisino soddisfatto, perché quello che Tony aveva temuto, infine, era accaduto contro la sua volontà. Peter Parker era diventato parte del team e lui non aveva avuto alcuna voce in capitolo nei riguardi di quella decisione. Non l'avevano nemmeno lasciato parlare. Non gli avevano nemmeno dato modo di dire la sua ed era certo che Parker - sì, lui e quel suo sorriso odioso e impacciato, avevano trafitto e conquistato i cuori di quegli adulti mollaccioni e sentimentali. Come se servisse davvero, un altro membro degli Avengers, poi.

Tutti i presenti e suo padre si alzarono in piedi per congratularsi e stringere la mano di Parker, che ovviamente ricambiò con un sorriso dall'entusiasmo quasi esageratamente carico, su quella sua faccetta che meritava solo schiaffi e percosse. Tony non si alzò. Si limitò a tamburellare una penna contro il tavolo di vetro, aspettando che quel siparietto del cazzo si chiudesse e che, finalmente, potesse alzare le chiappe per andarsene a casa sua e chiudersi in camera per non uscirvi fino all'ora di cena. Sperò non ci fosse in programma anche una cerimonia o un buffet, perché in quel caso la faccenda avrebbe assunto dei toni patetici e ridicoli e, rimanere un minuto di più in quella sala, poteva mettere seriamente il suo autocontrollo.

«Tony, non vieni a congratularti con il nostro Peter?» gli chiese suo padre, riservandogli un'occhiataccia bieca che l'uomo aveva tentato di nascondere dietro un sorriso paterno. Una mano poggiata sulla spalla di Spider-Man, tremante dall'emozione.

Tony sorrise falsamente per un impercettibile secondo. «Complimenti, Parker», gli disse, semplicemente e quando Peter gli puntò gli occhi addosso, velati di delusione, Tony abbassò i suoi su alcuni fogli, che tra l'altro aveva scarabocchiato durante la riunione, senza sapere se fossero importanti o no. Probabilmente lo erano.

Suo padre sospirò impercettibilmente, poi gli si avvicinò e batté le mani per attirare l'attenzione di tutti.

«Dichiaro chiusa la riunione. Riceverai i dettagli per la registrazione in questi giorni, Parker. Nel frattempo ti auguro buon lavoro. Lo auguro a tutti voi», disse, e l'antifona fu chiara. Tutti lasciarono la stanza, e quando fu di nuovo silenziosa, Howard Stark si poggiò al tavolo con le braccia incrociate e lo guardò con le labbra ridotte a una finissima linea di disappunto.

«Che succede?» gli chiese e Tony sbuffò, immediatamente. Nemmeno gli lasciò finire la domanda. Sapeva già dove stava andando a parare.

«Hai intenzione di riprendermi perché non mi sono alzato a congratularmi col tuo nuovo acquisto?»

«No, sto cercando di capire che accidenti ti prende. Non hai interagito in un solo discorso. Ti sei messo qui, in disparte, a far finta di ascoltare, lanciando occhiatacce, sbuffando ogni volta che ne avevi la possibilità. Tony, questo atteggiamento ostile mi sta proprio stancando», gli disse suo padre e quando Tony alzò gli occhi per guardarlo, lo vide prendersi la radice del naso tra due dita, stancamente.

You Say Goodbye, I Say Hello [ Young!Starker - Tony/Peter -WINNER WATTYS 2020 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora