Tony Stark non riusciva più a guardarlo con gli stessi occhi, Peter Parker. Forse per il fatto che non avevano fatto altro che fare l'amore ogni sera, da quella prima volta in cui era successo, due settimane prima. Forse perché si era reso conto di essersi innamorato per davvero, stavolta, senza alcun rimorso o pentimento nel cuore; o forse perché da quando era successo, Spider-Man non faceva altro che sorridere, ogni volta che si guardavano. Una spensieratezza contagiosa, quasi surreale. Una felicità – ormai quasi del tutto priva di timore, gli si raggomitolava tra le rughe intorno agli occhi, ogni volta che piegava le labbra all'insù e illuminava ogni cosa.
Eppure Tony non si sentiva mai totalmente tranquillo. Quella piccola vocina nella testa – quella del suo dannatissimo demone interiore, non smetteva un solo istante di ricordargli quanto fosse in realtà abile nel costruire parti elettroniche e altrettanto nel distruggere rapporti umani. Disintegrarli. Spezzarli. Fino al più sottile dei filamenti che li teneva insieme. Più Peter lo guardava arricciando le labbra e con quel luccichio negli occhi, più Tony si rendeva conto che, cadere nel baratro della sofferenza – semmai lo avesse perduto, avrebbe fatto un male cane. Più saliva in alto, più la botta sarebbe stata forte, ed era un concetto che proprio non riusciva a non elaborare, spesso e per nulla volentieri. Avrebbe voluto togliersi quelle brutte sensazioni dalla testa e godersi quella serata; fu per quello che diede un lungo sorso al suo Mojito e ne riemerse con un sorriso arrogante, nel solo ed unico tentativo di rientrare nel suo personaggio e dimenticare la sua insopportabile insicurezza e incapacità di tenersi stretto ciò che amava.
«Sei con noi, Tony?» La voce di Peter lo destò. Aveva piegato la testa di lato, preoccupato, mentre Steve, Bruce e Bucky preparavano gli strumenti sul piccolo palco del pub, per esibirsi, di fronte a loro.
«Certo che ci sono! Dove pensavi fossi andato?» gli domandò.
Peter alzò le spalle, sbuffando divertito. «Ti sei isolato tutto ad un tratto», mormorò, poi poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani, «Non è che stai riflettendo sulla possibilità di cantare tu, stasera?» Lo stuzzicò, speranzoso, forse fin troppo. E se non fosse stato per la completa apatia che ancora aleggiava intorno a lui, quando si parlava di quel fatto, avrebbe potuto pure cantarla, una canzone...
I ragazzi avevano organizzato una serata natalizia, a pochi giorni dalla vigilia. Una sorta di beneficienza, ma fine a loro stessi. Peter aveva riso un sacco quando Bruce avevo detto: «Siamo poveri. La beneficenza si fa a chi non ha soldi!» e Tony non aveva potuto fare a meno di ridere a sua volta, subito dopo. Contagioso. Ecco cosa era Peter. Contagioso, sotto ogni punto di vista. Allegria, malinconia, felicità... erano tutte sensazioni che riusciva a percepire empaticamente anche solo guardandolo negli occhi. Solo con uno sguardo. Era assurdo. Quell'amore che provava per lui era assurdo, quasi irreale, sempre più convinto di non meritare il fatto che lo ricambiasse.
«Abbiamo sistemato tutto, tra un attimo cominciamo. Vuoi dedicare una canzone al tuo amato, Tony?» ironizzò Banner, lanciandogli un'occhiata machiavellica.
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You Say Goodbye, I Say Hello [ Young!Starker - Tony/Peter -WINNER WATTYS 2020 ]
Fanfiction🏆 VINCITRICE DEI WATTYS 2020 - FANFICTION - COMPLETA In una vita alla costante ricerca di un vuoto da colmare, Peter Parker e Tony Stark si trovano, in un momento della loro esistenza in cui si sentono divisi a metà, a condividere parti della loro...