La festa

248 16 1
                                    

Quello non era per niente il mio habitat naturale e non lo sarebbe mai stato. Mi sentivo così fuori posto tra tutta quella gente e non sapevo nemmeno come fare amicizia e con chi, erano tutti simili tra di loro e io ero così particolare.
Le ragazze si assomigliavano tutte, ed era impossibile distinguerle: gonne corte, top nero, capelli biondi che ricadevano dolcemente sul seno, un bicchiere in mano e la "mossa", ovvero una risata finta accompagnata da un colpetto sulla spalla del ragazzo che volevano conquistare.
Anche i ragazzi erano fatti con lo stampino: camicia bianca, jeans neri e ciuffo.
Sfortunatamente per me, anche Calum si era omologato a quella massa, lasciandomi solo.
<<Capelli colorati, sembri uno stalker, cosa fai?>>
Mi girai verso la voce e vidi che apparteneva ad una ragazza. Capelli castani raccolti in una coda disordinata, maglione largo e jeans sporchi di terra. Forse, era come me.
<<Sto cercando il mio amico>>
Rise e batté le mani, era molto goffa nei movimenti.
<<Puffetto, non so se lo vedi ma qua sono tutti identici, non troverai mai il tuo amico>>
Sbuffai e presi posto sul divano, invitando la ragazza a sedersi vicino a me.
<<Che ci fa uno come te ad una festa come questa?>>
<<Non volevo deludere il mio migliore amico, deve conquistare un ragazzo e gli faccio da spalla>>
Annuí semplicemente e si sedette sopra il mio giubbotto di pelle.
<<Scusa, ma qua ci vomita un sacco di gente, non voglio prendermi una malattia>>
Risi e lei mi mise un braccio attorno alle spalle.
<<E una come te cosa ci fa qua?>>
<<Sono stata obbligata da mio fratello, sono sicura che gradiresti molto vederlo>>
Mi pizzicò le orecchie con due dita e poi cominciammo a parlare come due amici di vecchia data o come due persone che in un gruppo sociale, già definito e stereotipato, ne creano uno proprio, dove sentirsi accettati.
<<Sicuro che il tuo amico non ti abbia abbandonato?>>
<<Sinceramente non lo so, ma fa sempre così, mi trascina a queste feste orrende e poi mi lascia da solo come uno sfigato>>
<<Puffetto, un po' sfigato lo sei, in un posto pieno di persone non ti sei fatto mezzo amico>>
La guardai negli occhi scuri, così come la sua carnagione, e le sorrisi timidamente.
<<Un'amica l'ho trovata>>
Mi sorrise e mi prese la mano.
<<Che schifo, troppo sdolcinato>>
<<Non so il tuo nome, ora che ci penso. Io sono Michael>>
Proprio mentre stava per rispondermi, il nuovo quarterback si mise in fronte a noi, con la sua altezza fuori dal normale.
<<May, smettila di importunare i miei ospiti>>
<<Michael, ti presento Luke Hemmings, il più grande coglione della storia>>
Lui mi porse la mano e io gliela strinsi.
<<Vieni di là con noi, stiamo giocando a "obbligo o verità">>
Vidi subito May rattristarsi, ma ancora non conosceva Michael Clifford e il suo senso di vendetta per le persone come Luke, quelle che si sentono superiori e non vogliono nemmeno nasconderlo.
<<In realtà, volevo invitare May a dormire nel mio dormitorio, ho alcuni film horror che le piacerebbero di sicuro>>
Entrambi mi guardarono ad occhi spalancati. Luke era quasi schifato e potevo giurare di vedere l'eccitazione negli occhi di May.
<<Se vuoi rovinarti la serata fai pure>>
Si girò e se ne andò, mentre May gli faceva la linguaccia.
<<Allora, spero tu abbia dei film splatter anni '80 o sarà un pigiama party molto deludente.>>
<<Esistono altri film horror oltre agli splatter anni '80?>>
Rise e si alzò in piedi, mostrandomi le chiavi della macchina.
<<Andiamo?>>
<<Andiamo>>

Quarterback || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora