“Lo stronzo è tutto ciò che non avresti mai immaginato”
Sto ancora correndo, ma il ragazzo mi sta ancora dietro, e comincio a sentirmi le gambe farsi pesanti e formicolarmi per lo sforzo che sto facendo, non scherzo se dico che non ho mai corso così tanto in tutta la mia vita, neanche alle gare d’atletica che la professoressa di ginnastica mi costringe a fare.
Urla e strepita quasi quanto me, e, nonostante tutto il rumore che facciamo, nessuno si cura di ciò che sta succedendo, di quello di cui io, in tutta quella giornata, sono stata succube.
Mi sento davvero come fuori dal mondo, non mi importa di sembrare una cogliona che non vuole crescere, perché se questo è il mondo che mi aspetta, ovvero che uno non può neanche farsi nuovi amici che viene minacciato con un coltello, preferisco essere come Peter Pan ed odiare qualunque cosa parli del mondo degli adulti.
Sono stanca, stanca di correre, di essere nel costante pericolo delle conseguenze delle mie scelte, anche quelle più sofferte, di rimanere fottuta sempre e comunque, e sarò egoista, ma ho davvero pensato, a metà di questa mia avventura terrificante che è stato questo pomeriggio, di fermarmi e lasciare che quel pakistano mi facesse di tutto, ma non per piacere, mai, perché le cose non potrebbero andare peggio.
Non potrebbero andare peggio, ma meglio sicuramente.
Infatti sbatto contro qualcuno, ma non mi volto a guardare chi sia o se si sia fatto male, continuo a correre, perché ormai le mie gambe vanno da sole, quando “Miles! Miles, dove cazzo corri!” arriva alle mie orecchie, ed è musica per tutto ciò che sento, dentro e fuori, perché è la sua voce.
Mi giro, lo vedo, mi sento salva nello scorgere quei ciuffi colorati, sorrido perché forse quella brutta giornata è finita; mi guarda confuso, non capendo il motivo della mia ostinata fuga, nonostante lui continuo a correre, poi il pakistano gli passa davanti tenendo stretto tra le mani il coltello, con la rabbia che punta dritto verso di me.
Mi scompare il sorriso dal volto quando vedo che è sempre più vicino a me, ma quella sensazione dura un istante, che subito ricompare.
“Ehy! Ehy! Fermati! Che cazzo vuoi fare?!” grida Michael prendendo a correre alla sua volta, ma non c’è storia, il ragazzo continua ad aumentare sempre di più la velocità, finché non mi aggrappa per le spalle, spingendomi verso l’asfalto grigio.
Sento una sonorissima imprecazione,se non bestemmia, di Mike, e mentre quello scuro di pelle picchia forte sul mio stomaco, sento i passi di Michael farsi più veloci e vicini, fino a che non mi libera dal peso morto di quello che continua ad accanirsi su di me.
“Che cazzo volevi fare?!- grida tirandogli un pugno sullo stomaco, dandomi la possibilità di scappare e di rialzarmi un po’ dolorante- Avanti! Che volevi farle?!- urla atterrandolo e poggiandosi sopra, mentre lo tempestava di pugni- Non devi toccarla! Hai capito?!” le sue parole sono piene di rabbia e anche, in minima parte, di paura.
Di cosa non lo so.
Io lo guardo da lontano, guardo la sua mano irrigidirsi come il braccio, in cui guizza il muscolo, e scaraventarsi contro la faccia del pakistano, macchiandosi un minimo di sangue; dovrei essere spaventata o almeno cercare di fermarli, ma è come se una parte di me fosse bloccata dallo shock e l’altra parte sia troppo attratta dal modo in cui lui mi sta difendendo, quasi affascinata da quel suo imperterrito colpire e insultare che lo fa sembrare un fratello più grande.
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10 Regole per sopravvivere ad uno Stronzo. || Michael Clifford
FanfictionLe regole applicate a questa storia ti saranno utili se : - Hai a che fare con uno stronzo; - Sei gentile, ma non troppo; - Non esiste ragione per non istruirsi in caso di necessità. TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=M97bXeDD4Yg&feature=youtu...