“i ragazzi non sono tutti uguali : ognuno è stronzo a modo suo!”
Ieri sera non ho dormito molto e, stranamente, sono già consapevole del motivo.
L’ho sognato, ho sognato le sue labbra sopra le mie e poi tutto un miscuglio di bianco e nero, di luce e ombra, come avesse due facce; mi sono svegliata e non ho più chiuso occhio.
Mi sono preparata prima del previsto, ma nonostante tutto non sono riuscita a far sparire l’alone delle occhiaie intorno agli occhi con il correttore e fondotinta, due prodotti che io non uso fondamentalmente mai.
Mi guardo allo specchio e noto la stanchezza incavata nei miei lineamenti non troppo allegri di mattina, ma mai così funerei; forse era l’odio che provo per me stessa, d’aver accettato un errore così grande che è il mio “amore” per Michael, o forse l’odio che provo nei suoi di confronti, di Clifford, che l’unico campo in cui mi ha vista è quello della preda.
La cosa, a dire il vero, non è che mi dispiaccia così tanto...
Ma che cazzo dico, mi dispiace e come : sono un essere umano anche io e merito rispetto come tale!
Digrigno i denti al pensiero della sua faccia maliziosa quando ha pronunciato quella frase che nel profondo mi si è scavata.
Chiudo gli occhi e sento come addormentarmi in piedi, ma li riapro di scatto appena sento i sensi farsi più lontani.
“Devi decidere, Miles” mi dico allo specchio, e non c’è cosa più vera.
“Signorina Affair, signorina Affair si svegli!” sento una voce familiare, con il sottofondo di una risata generale, e il tocco di una mano leggera, quasi trasparente per il mio sonno, mi sfiora dolcemente, come per paura di farmi male.
Socchiudo gli occhi e alzo la testa dal buco tra le mie braccia, scuotendo i capelli e cercando di capire che cosa sta succedendo.
“Signorina Affair, si sente bene?” domanda nuovamente Ashley, la mia professoressa d’arte, facendo infrangere i capelli biondi sul banco nel momento in cui si abbassa per vedermi gli occhi.
Li stringo forte, non posso essermi addormentata in classe, non devo essermi addormentata in classe.
“A dire il vero, non molto” mento spudoratamente, giusto per non sembrare una rincoglionita a tutti gli effetti che si addormenta in classe.
“Vuole andare in infermeria?” chiede gentilmente, cadendo perfettamente nella mia trappola di attrice nata.
“Mmm ..- faccio finta di pensarci – sì, grazie!” accetto abbozzando un sorriso sofferto, che subito fa sciogliere il sorriso della donna in un cipiglio preoccupato, sono la migliore nel fingere malori, mia madre è la prova vivente.
Cammino lentamente verso il piccolo ambulatorio, ma l’idea di deviare e scomparire dietro le scalinate del campo da football mi stimola e neanche poco, ma poi penso che la signorina Garbuz si andrebbe ad informare sulle mie condizioni, poi in infermeria hanno dei lettini davvero comodi.
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10 Regole per sopravvivere ad uno Stronzo. || Michael Clifford
Hayran KurguLe regole applicate a questa storia ti saranno utili se : - Hai a che fare con uno stronzo; - Sei gentile, ma non troppo; - Non esiste ragione per non istruirsi in caso di necessità. TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=M97bXeDD4Yg&feature=youtu...