REGOLA N° 2

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“I grandi amori si annunciano in modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza? ”

Mi viene l’istinto omicida di saltargli al collo e strangolarlo con le mie manine rovinate dalla vita, ma mi trattengo perché so che qualcuno lì dietro non ne sarebbe per nulla contento , mentre qualcun’altro godrebbe di quel mio gesto irrazionale.

Lo fisso truce, e quando sto per aprire bocca il biondo mi precede.

“Michael, guardati intorno, non credi che questo locale sia già bello che finito?!” ride, mentre il riccio gli da una gomitata nella spensieratezza in cui la sua risata sta affogando.

Il tinto prende un sorso dalla cannuccia mentre fa un cenno d’approvazione e compiacimento all’altro; solo in quel momento mi maledico per non aver sputato nella sua bevanda.

I miei occhi non reggono più quello sguardo così agghiacciante che si posa sul mio seno, facendo aumentare di volta in volta la sensazione di disgusto nei suoi confronti.

Ma poi, mi chiedo, che cazzo si guarda che non c’è nulla!

Sento i passi di Tom venire verso di me, come a voler fermare quelle falcate che pronuncio con passo tutt’altro che leggero sul pavimento, dirette verso il tavolo dei tre, che non si spaventano vedendo la mia aria spazientita.

“Ehy coglione, è la seconda volta che te lo dico, la mia faccia è qui!” gli dico prendendo con forza il suo mento e posando i miei occhi feroci sui suoi sorpresi da quella mia azione.

Vengo investita da quel turbinio di colori chiari, mi sento sprofondare nel bianco più assoluto, non mi sento perché quegli occhi mi tengono ferma, incollata al suo volto tondo e leggermente ricamato dalla barba raso pelle.

Per una volta non vedo il Michael che ha costretto a botte la mia migliore amica ad andare a letto con lui; per la prima volta vedo un ragazzo normale, forse un po’ troppo spaccone e decisamente vanesio, che sa usare quell’arma che porta il comune nome di “occhi”.

Se l’avessi visto così, senza sapere cos’ha passato Phoebe per quello che le ha fatto, avrei ceduto anche io a quella trappola dolce che sento trasportarmi dappertutto, tranne che in quel locale.

Scuoto la testa e quella sensazione di galleggiamento finisce in un baleno, mi accorgo che le mie dita sono ancora incastonate sul suo mento, come quel sorriso malizioso e compiaciuto sul suo volto; tiro via la mano e la faccio sbattere rumorosamente sul fianco, ma sento ancora l’espressione da ebete sul volto.

Indietreggio leggermente, ancora scossa da quella sorta di trans nella quale quelle iridi trasparenti mi hanno fatto affondare.

Tutti fanno silenzio, nessuno osa proferire parola, neanche io, che con quel gesto ho sprecato tutto il coraggio che avevo in corpo e, da ciò che avevo visto, n’ero rimasta scottata.

Tom mi sfiora il braccio ed io sobbalzo, non essendomelo sospettato; lo guardo spaesata e anche lui ricambia lo sguardo, cerca di capire cosa succede ma non ci riesce.

Quel silenzio colmo di confusione viene spezzato dalla forte risata di Michael, seguita da quella degli altri.

10 Regole per sopravvivere ad uno Stronzo. || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora