Capitolo 3

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3.


Era la quarta unghia rotta.

Nei tre giorni dacché era giunta a Clearwater, i suoi pellegrinaggi all'interno del parco l'avevano portata a compiere scalate e discese piuttosto impervie – e improbe per i comuni umani – causandole però alcune unghie rotte.

Il solo notarlo la fece sorridere tristemente.

Tutto era nato da un'unghia spezzata, alla fine dell'opera.

Fin da quando era bambina, i suoi genitori l'avevano resa partecipe delle loro opere filantropiche, portandola con loro nei Centri di Recupero per indigenti, o a servire pranzi caldi durante i Thanks Giving.

In quelle occasioni, si era resa disponibile a regalare i suoi giocattoli o, ove le era stato possibile, a suonare la sua piccola pianola giocattolo – da cui non si separava mai – per allietare i membri più giovani di questi gruppi di persone bisognose.

In seguito, nei centri sociali per giovani disadattati, aveva iniziato a insegnare i rudimenti della musica ai ragazzi e alle ragazze ivi ospitate, grazie all'utilizzo di semplici pianoforti, piccole pianole elettroniche o sgangherate chitarre da pochi dollari.

Divenendo adulta, quell'abitudine era rimasta e lei l'aveva convogliata in progetti personali, prestandosi gratuitamente all'insegnamento della musica nelle scuole dei quartieri più poveri, o per i figli di famiglie indigenti.

Queste sue attività erano sempre rimaste private, una sua prerogativa, niente affatto condivise con le sue amiche, poiché nessuna di loro si era mai interessata a simili problemi.

Il solo pensiero di parlare loro di ciò che aveva visto negli anni in quei luoghi di aggregazione, le era sempre sembrato folle. Nessuna di loro avrebbe capito.

Un'unghia spezzata le aveva confermato quelle paure, mettendo una pietra tombale sulle sue misere possibilità di essere capita e apprezzata per ciò che faceva.

Durante una cena di famiglia, Susan – figlia di una dei membri del Consiglio della Walsh Inc. – l'aveva bellamente presa in giro per le condizioni delle sue mani, paragonandole a quelle di un ragazzino che aveva incontrato per strada.

Il modo terribile in cui l'amica aveva etichettato il bambino, giudicandolo malamente senza conoscere nulla di lui, le aveva dato la conferma definitiva ai suo sospetti.

Se mai aveva anche solo pensato di potersi aprire con le amiche, aveva avuto la risposta ai suoi dubbi.

Non avrebbero mai capito quanto, quell'unghia rotta che si era procurata, le aveva riservato somme soddisfazioni.

Creare delle casette di legno colorate per accogliere degli uccellini, era stato divertente e rilassante, per lei, ma più ancora lo era stato vedere i sorrisi dei bambini che aveva aiutato a costruirle.

Iris aveva così deciso di mentire, addebitando quell'unghia rotta a un suo maldestro uso dell'arricciacapelli. Dirle una bugia le era sembrato più semplice che aprirle gli occhi di fronte alle verità della vita.

Da quel momento, due Iris nettamente diverse avevano convissuto malvolentieri l'una accanto all'altra, pestandosi vicendevolmente i piedi più volte. Inutili erano stati i tentativi dei suoi genitori di farle collimare in una sola persona; lei aveva sempre fatto di testa propria e, più di una volta, la Iris frivola aveva bastonato la Iris empatica per non avere problemi con le amiche.

Nel bene e nel male, aveva vissuto in due mondi nettamente separati, impedendo a entrambi di parlarsi vicendevolmente.

Da quando era diventata un lupo mannaro, però, entrambe quelle vite erano state accantonate a favore di un nuovo genere di comportamento.

Claire de Lune - Spin Off trilogia WerewolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora