Capitolo 24

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24.


La notizia della morte di Alyssia ebbe, sul piccolo paesino di Clearwater, lo stesso effetto di una piccola bomba atomica.

Le illazioni circa il suo suicidio – così lo avevano definito i poliziotti, nelle loro indagini preliminari – si fecero subito strada come un incendio nella steppa ma, altrettanto rapidamente, scemarono per rispetto verso lo sceriffo e sua moglie.

Perdere entrambi i figli, e in circostanze così tragiche, sarebbe stato terrificante per chiunque e, anche se Alyssia non era mai stata veramente apprezzata dai più, vi furono solo parole di cordoglio per la famiglia.

Stranamente, i coniugi Rochester accolsero il tutto con una strana rassegnazione mista a sollievo, quasi che quell'evento infausto fosse, in fondo, l'unica soluzione che Alyssia avrebbe mai potuto accettare per se stessa.

Nessuno dei due, evidentemente, si era fatto illusioni su uno suo recupero psicofisico e, anche per questo, lo sceriffo non richiese ulteriori indagini e fece chiudere il caso.

Chiese, però, il trasferimento in un'altra stazione di polizia e, nel giro di alcuni giorni, mise in vendita la casa con il chiaro intento di non tornarvi mai più.

Era evidente come, per lui e la moglie, Clearwater non avesse rappresentato un'isola felice in cui prosperare, bensì un inferno in terra in cui avevano perso entrambi i figli in circostanze tragiche.

Nel riferire quelle notizie a Dev, a Vancouver assieme a Iris e Chelsey, Lucas li informò inoltre dell'arrivo della prima coppia di licantropi conosciuti al campo del McDougall Lake.

Questo avrebbe comportato un riassetto all'interno del loro piccolo branco, ma avrebbe portato una bella novità per Chelsey, che avrebbe guadagnato una nuova compagna di scuola e, soprattutto, una mannara al pari suo.

Dev assentì più e più volte e, dopo aver ringraziato Lucas per le ultime novità, chiuse la chiamata e scrutò vagamente ansioso la sua bambina e la sua donna.

Era stato davvero strano ammettere in ufficio di volersi prendere una pausa di un paio di settimane. Soprattutto, quando aveva dovuto borbottarne stentatamente i motivi.

La sua segretaria sapeva essere un mastino, se ci si metteva d'impegno e, nel reperire informazioni, era come una piccola 007 in gonnella.

Quando il nome di Iris era sgusciato fuori a fatica dalla sua bocca, Charline aveva sorriso così apertamente che Devereux aveva temuto per la tenuta delle sue mandibole. Aveva rischiato di slogarsele.

Con uno 'sciò! Che ci fai ancora qua?', lo aveva praticamente cacciato dalla sua stessa ditta e, da quando erano partiti per quel viaggio imprevisto, non aveva ricevuto una sola telefonata dai cantieri.

Rock era stato di parola, in questo; nessuno li avrebbe disturbati e Charline si era messa d'impegno perché quel divieto venisse rispettato.

Iris gli sfiorò un braccio, riportandolo alla realtà e Chelsey, lanciando occhiate veloci al padre e alla vetrina dello Unity Tatoo - dietro cui si potevano intravedere disegni di ogni genere e forma – esclamò: «Dai, papà! Entriamo?»

Dev sospirò e assentì torvo, borbottando: «Ma tu guarda cosa mi tocca vedere... e dire che, in condizioni differenti, saresti morta prima di poter fare un tatuaggio!»

Chelsey ghignò tutta contenta nell'aprire la porta dello studio, facendo così tintinnare una campanella tibetana e, soddisfatta, fissò il padre dicendo per contro: «Meglio per me, allora!»

Claire de Lune - Spin Off trilogia WerewolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora