Capitolo 5

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5.


Chelsey era già a letto da almeno un'ora, visto che il giorno seguente vi sarebbe stata scuola.

All'esterno, la tempesta di neve si era ridotta a una più tranquilla nevicata, con fiocchi che a stento raggiungevano la grandezza di un'unghia.

Il vento era calato fin quasi a sparire e ora, attraverso le ampie vetrate del pian terreno, era possibile scorgere uno spicchio di cielo, oltre la coltre di pini che circondavano la casa.

Quell'angolo di cielo stellato prometteva un abbassamento delle temperature, ma anche una bella giornata per il dì seguente. Forse, dopotutto, si sarebbe avverata la predizione di Chelsey. Un giorno da trenta gradi dopo una nevicata tardiva.

Sorseggiando una tisana alla melissa mentre Dev centellinava del whisky irlandese in un bicchiere panciuto, Iris mormorò: «Se mi posso permettere, hai tirato su una bambina splendida.»

«Grazie» replicò lui, stringendo con entrambe le mani il bicchiere per poi poggiarlo su un ginocchio. «Ci crederesti se ti dicessi che, quando arrivo a sera, ho le mani che mi tremano?»

«Immagino, non per il lavoro» ipotizzò lei, sorridendo a mezzo.

Lui rise sghembo e scosse il capo, asserendo: «Oh, no di certo. Devo ancora ringraziarti per le gentilezze che le hai tributato. Sa essere logorroica, quando vuole, e tu non avevi nessun obbligo verso di lei.»

Iris poggiò la tazza sul vicino tavolino in legno e, pensierosa, allungò gli avambracci sulle cosce, mormorando: «Chelsey mi è piaciuta subito, devo ammetterlo. Quando ero a L.A. mi è capitato spesso di frequentare dei centri per l'infanzia, perciò sono abituata a stare coi bambini, ma lei ha qualcosa di speciale... e non lo dico per fare colpo sul padrone di casa.»

Ciò detto, ammiccò e Devereux, ghignando, assentì al suo dire.

«Chelsey è ciarliera e simpatica con tutti, come ti sarai già accorta, ma non è mai arrivata a chiedermi di conoscere una persona adulta. Proprio mai. Perciò, la cosa mi ha sorpreso e sì, mi ha un tantino preoccupato.»

Iris assentì cauta e Dev, terminando di bere il suo whisky, le domandò: «Cosa ti ha raccontato quella comare di Lucas?»

La donna sorrise divertita nel sentirlo apostrofare Lucas a quel modo, ma il più seriamente posssibile disse: «Mi ha spiegato il perché della tua... tirata nei boschi, chiamiamola così, e ci ha tenuto a precisare che non aveva una tresca con la tua ex.»

«Coscientemente, lo so anch'io, visto che lui è tanto gay quanto io sono etero, ma...» borbottò Dev, poggiando a sua volta il bicchiere sul tavolino. «...non riesco a trovare una spiegazione logica del perché lui abbia passato tanto tempo assieme a Julia, prima che lei... che lei se ne andasse.»

"Come faccio a dirti che una tresca è l'ultima cosa che c'era tra di loro?", pensò tra sé Iris, trovandosi combattuta tra il desiderio di dirgli la verità e l'obbligo di tacere.

«Forse, Julia poteva dire alcune cose a Lucas, ma non a te. Può darsi non se la sentisse, o avesse paura di un tuo biasimo» tentò cauta Iris, ritrovandosi gli occhi di ghiaccio di Dev puntati addosso.

«Con tutto il rispetto, ma tu non conoscevi lei, come non conosci noi. Detto ciò, credo sia ora di andare a nanna. Il whisky mi fa straparlare, e penso di essermi confidato a sufficienza, con un'estranea» sbottò Dev, levandosi dalla poltrona con fare rigido e offeso.

«Scusa, hai ragione» annuì Iris, accodandosi a lui prima di avvertire un pizzicore alle mani. «E' già tanto che tu mi abbia accontentito a rimanere.»

Claire de Lune - Spin Off trilogia WerewolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora