Capitolo 6

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6.


Iris non sapeva se sentirsi più imbarazzata, tesa o semplicemente fuori di sé dall'ansia.

Era nella casa di un uomo che conosceva da quanto, cinque minuti?, e stava per spiegargli una delle cose più destabilizzanti e assurde che potessero esservi al mondo.

Inoltre, sentiva imperante il bisogno di aiutare la piccola Chelsey che, avvoltolata nella sua tuta da ginnastica bianca e rosa, sembrava un confetto, tanto era dolce e carina.

In tutta onestà, aveva pensato che Devereux sarebbe impazzito di rabbia, una volta rinvenuto dalla svenimento, ma le era stato chiaro fin da subito che l'amore per la figlia gli avrebbe impedito qualsiasi crisi di nervi.

Il punto era che, prima o poi, sconcerto, paura e confusione sarebbero eruttati anche nel suo cervello, ed era imperante che Iris gli spiegasse ciò che sapeva prima che questo avvenisse.

Il contraccolpo emotivo sarebbe stato più gestibile, o almeno lei lo sperava.

«E se non mi vorrà più?» domandò per la centesima volta la bambina, seduta su ciò che rimaneva del suo letto mentre Iris le sistemava i capelli in una treccia.

Come figlia unica, non si era mai occupata di fratelli o sorelle più piccoli, era sempre e solo stata lei la cocca di casa.

Certo, si era presa cura dei bambini nei centri diurni, ma solo dal punto di vista didattico e, anche con sua cugina Liza, si era trattato più di un rapporto alla pari, che tra ragazze di età diverse.

Ora, avere a che fare con la piccola Chelsey e sentirsi in dovere di aiutarla e, soprattutto, di essere la sua scialuppa di salvataggio nella tempesta in cui era finita suo malgrado, la faceva sentire strana.

Che dipendesse anche quello dalla sua doppia natura? Dopotutto, i lupi erano ferocemente protettivi nei confronti dei cuccioli del branco.

Sorridendo perciò alla bambina, Iris mormorò: «Non mi sembra che il tuo papà si sia comportato come una persona che volesse cacciarti via di casa.»

«Ma quando... quando sono...» tentennò lei, ricominciando a piangere.

Iris la abbracciò, replicando dolcemente: «Concedigli la paura del momento, Chelsey. Di certo, nessuno si aspetta che la propria bimba diventi un lupo enorme dall'oggi al domani, ti pare? Stamattina mi è parso molto più in sé.»

«Tu non mi lascerai sola, vero?»

«No di certo» e, nel dirlo, sapeva che era la pura verità. «Ma neppure tuo padre ti lascerà, credimi. E ora, scendiamo.»

La bambina assentì di malavoglia e Iris, nel darle la mano, si disse che, presentarsi alla tavola di un uomo con la sua camicia addosso e con solo un paio di sneaker ai piedi, non era il massimo, come presentazione.

Tant'era, comunque, non poteva farci niente, perciò avrebbe vestito i panni dell'avvocato difensore anche se sembrava appena scappata da un terremoto.

Cosa che, a livello psicologico, non si discostava molto dalla realtà, in ogni caso.

Era la prima volta che si trasformava dinanzi a uno spettatore e, di sicuro, non aveva previsto che quello spettatore fosse un perfetto sconosciuto, o quasi.

Dopo aver percorso assieme le scale e aver svoltato in direzione della cucina, Iris e Chelsey dovettero fermarsi per lo stupore, perché la tavola era imbandita come nel giorno di Natale.

Focaccine calde si affiancavano a brioche e biscotti secchi, mentre due cioccolate calde ancora fumanti le attendevano assieme a del pane già imburrato, con tanto di marmellate pronte per essere spalmate.

Claire de Lune - Spin Off trilogia WerewolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora