Poesia "Me stessa"

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Lei era strana.

Forse un po' ma fusa, ma era strana e non era l'unica che lo diceva.

Molto spesso era fredda con chi non gliene fregava nulla. Molto spesso era anche vulnerabile, come ad esempio abbassare lo sguardo quando incrociava gli occhi di qualcuno che la rendeva imbarazzata e si fidava con le persone che le somigliavano. 

Era anche infantile a volte, ma non se ne rendeva conto.

Non era quasi mai positiva, né pensava a quanta forza avesse dentro di sé che poteva far uscire fuori e mostrarla a tutte quelle persone che, raramente, si giravano verso di lei quando passava. Non riusciva mai ad accettare un complimento, perché per lei erano come delle prese per il culo.

Succedeva molte volte che la guardavano, ma sapeva che era come una sorta di illusione, perché aveva sempre pensato che c'erano ragazze migliori di lei, perché qualcuno avrebbe dovuto sceglierla?

Quasi sempre era negativa; per colpa del suo orgoglio non chiedeva mai scusa, le veniva difficile, quasi impossibile perché era come se mostrasse alle altre persone la sua debolezza. Era sempre permalosa, testarda, eppure le persone che la conoscevano per com'era veramente sapevano che era in grado di vendicarsi r di fare cose che le altre persone non avrebbero mai, e poi mai, preso in considerazione.

Erano più difetti che pregi, eppure, da fuori, le persone che cercavano di conoscerla la descrivevano come una ragazza solare, sorridente, senza pensieri e contagiosa ed invece quando mostrava uno dei suoi difetti, quelle persone si allontanavano senza lasciarle una seconda opportunità per rimediare. 

Si chiedeva perché non gliela dassero e quindi, poi, arrivava alla conclusione che era lei che avesse sbagliato qualcosa o non avesse fatto il possibile. 

Era una delle poche ragazze che ci rimaneva male per le piccole cose, anche quelle più banali, ed era soprattutto per questo che le persone non la capivano. Si affezionava in modo veloce, anche se affezionarsi a lei era una cosa che capitava molto raramente.

Aveva anche la brutta abitudine di dire qualcosa di "dolce" quando se la sentiva e quando quella persona non ricambiava si sentiva "persa". Dava tutta se stessa per qualcuno a cui teneva per fargli vedere il suo amore. 

Se prometteva una cosa la manteneva, ma l'unica cosa che non applicava erano i consigli delle persone più importanti che la volevano aiutare. 

Lei era così.

Si nascondeva un volto scuro, pieno di cose per la testa e una persona seria e matura. Però quando sorrideva tra quei corridoi, spostandosi i capelli da un lato all'altro e facendo delle piccole battute, nessuno si accorgeva di quella ragazza così fragile come il vetro ma al tempo stesso forte per quello che aveva superato. Si nascondeva un'adolescente che, quando tornava a casa da sola, ricominciava a pensare.

Pensava troppo.

A volte si chiedeva anche come le sue amiche si potessero lamentare di quello che avevano. 

Pensava davvero troppo, ma era uno dei suoi passatempo preferiti che la rendevano una ragazza complessa, difficile, diversa ed unica.

Un ragazzo le aveva detto: "Si nota che ti differenzi dalla massa" ... Era il complimento più bello che le avessero mai fatto e sorrise.

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