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Yoongi-

《Hey Kook, prendi anche tu il bus?》

《Ovvio! Finalmente ti sei deciso a venirci anche tu, mhm?》mi chiese il più giovane con un piccolo sorrisetto da coniglio.
Cominciammo a dirigerci verso la fermata, ma a neanche dieci metri di distanza da essa il bus ci sorpassò.
Sbuffai; non avevo nessun intenzione di andare a piedi .

《Che palle! Aspetti con me quello dopo?》
《Non posso, il prossimo bus passa tra un quarto d'ora e credo prorio di arrivare prima a piedi a casa. Salutami Taehyung e Park Jimin, il ragazzo che probabilmente sarà seduto vicino a Tae!》disse correndo via, senza degnarsi neanche di salutarmi.

"Ah questi giovani d'oggi! Quanta energia!" pensai, forse a voce alta.
Non che avessimo una differenza drastica di età, ma Jungkook seppur più giovane di soli tre anni era decisamente molto più energico di me.

Aspettai pazientemente il bus, e quando lo vidi mi ci catapultai dentro per non correre il rischio di perderlo nuovamente.
《HEY, YOONGI!!》chiamò un ragazzo nella parte posteriore del bus praticamente urlando ed attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Mi girai verso di lui e vidi il ragazzo del mio migliore amico, affiancato da un ragazzo dall'aspetto etereo.

Il ragazzo aveva i capelli biondi e degli occhi di un grigio scuro molto profondo, la pelle perfettamente liscia e d'avorio, ed era abbastanza magro, anche se  intravedevo i muscoli delle braccia spuntare dalla camicia.

Per farla breve, ogni suo tratto mi ricordava quello di un angelo.

《Jimin?》chiesi senza togliere gli occhi dalle sue guanciotte paffutelle e cercando di non balbettare o sembrare troppo freddo.
《Scusa...ma ci conosciamo? Comunque sì, sono io...》
《 Mi chiamo Yoongi, sono un amico di Jungkook.》
《O-Ooh wow...credo d-di aver capito chi sei...》cominciò a balbettare e grattarsi il retro del collo con imbarazzo.

Che carino.

Parlammo per tutto il tragitto l'uno dell'altro e scesimo alla stessa fermata.
《C-ci vediamo Hyung!》
《A presto Jimin!》gli urlai dietro dirigendomi verso casa mia e voltandomi più volte a vedere la sua figura ormai lontana camminare nella direzione opposta.

Una volta a casa mi buttai a letto a pensare, da bravo depresso del cazzo che ero.
A pensare a quel ragazzo in realtà.
Dopo tutto quello che avevo passato, pensavo pure di riuscire ad avere una relazione o anche solo di poter piacere ad una persona... mi sentivo così insulso e patetico in quei momenti.

Mi venne subito voglia di andare in bagno, ma cercai comunque di frenare quella forte tentazione che stava prendendo il sopravvento.

Mi sentivo così debole a pensare di avere anche un solo briciolo di speranza di poter piacere ad una persona come lui.

Forse non l'avrei mai più rivisto neanche...

Non potevo innamorarmi, lo avrei solo fatto soffrire...ed io non volevo...soffrisse.
Sentivo l'istinto di proteggerlo.

Ma da cosa? Da me..?

In effetti ero pericoloso...chi mai vorrebbe un autolesionista vicino?
Chi avrebbe potuto volere una persona che anche solo al pensiero di guardarsi allo specchio si sentiva male?
Sentii il mio forte istinto di farmi del male prendere possesso del mio corpo ad una velocità impressionante.

Ma non dovevo farlo, dovevo resistere....

Pochi minuti dopo però ero lì, con la mia cara amica lametta, di nuovo ad incidere sulla mia pelle.
Una volta finito rimasi incantato da quell'opera, una semplice scritta: Park Jimin.

Questo era il suo nome, e d'ora in poi non l'avrei mai più dimenticato.

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