Jimin-
Dopo essere stato dimesso dall'ospedale, venni praticamente obbligato a cominciare il percorso di ricovero in un centro lì vicino.
Era molto stressante, e l'unica cosa che desideravo era di poter uscire da quella gabbia di matti e perdere nuovamente tutto il peso che stava mettendo su.
La mattina mi svegliavo sempre da solo a causa del terribile orario dell'ospedale che prevedeva di farmi andare a dormire alle sette e mezza, svegliarmi alle nove e ricevere visite dalle dieci alle dodici del mattino e dalle quattordici alle diciassette del pomeriggio.Visto che durante le visite mattutine quasi nessuno, se non Hoseok ogni tanto mi veniva a trovare, ne aprofittavo di quelle due orette scarse per bruciare calorie girando per il centro di ricovero: In alcune giornate riuscivo anche ad unirmi alla ginnastica di gruppo ed a fare fino a venti giri di tutto il primo piano del centro, senza contare le scale che percorrevo compulsivamente anche per un'ora di fila.
Presto mi avrebbero legato al letto se non avessi smesso di svenire ovunque.Nelle giornate nella quale mi sentivo troppo debole per allenarmi, me ne stavo come uno scemo a fissare il nulla nella libreria, nella quale un gruppo di ragazzi di circa la mia età con problemi mentali simili ai miei o suicidi, si radunava per parlare o leggere.
Quando qualcuno mi rivolgeva parola, io mi limitavo a rispondere con "sì" ,"no" e "Jimin", senza smettere di fissare le piastrelle del pavimento. Probabilmente i miei compagni pensavano avessi anche un trauma o cose simili, ma non mi interessava più di tanto delle loro opinioni, semplicemente non avevo voglia di parlare.L'unica opinione che volevo che avessero era:" Che magro che è quel ragazzo".
Ma ovviamente non lo sentivo dire proprio ogni giorno se non dai dottori, e dovevo ammettere che loro non erano proprio le persone dalla quale ti faceva più piacere sentirlo, considerando che ti ficcavano praticamente il cibo in gola.In quella giornata non ero particolarmente triste, e non avevo nessuna voglia né di sfinirmi né di stare immobile a non fare nulla, quindi decisi di andare a prendermi un libro dalla biblioteca mentre mi facevo qualche giro in tondo attorno al centro.
Il libro che scelsi era puramente casuale, ed in realtà non ne avevo letto neanche la trama perché sapevo che probabilmente lo avrei semplicemente portato a spasso visto che non leggevo molto.
Lo aprii e lessi le prime due pagine senza troppe distrazioni, ma venni poco dopo interrotto dalle urla di un piccolo edificio lì vicino che utilizzavano per tenere gli psicopatici o i pazienti che creavano più problemi, e da quel momento non appoggiai più lo sguardo sulle pagine per circa altri tre giri, troppo impegnato a guardare quello che mi circondava.Il Centro era diviso in quattro sezioni: Una, ovvero la mia, dedicata a tutti i ragazzi giovani e adulti che cercavano di riprendersi da un trauma, agli autolesionisti, a tutti quelli con disturbi d'ansia o della personalità ed ai malati di CDA; Questa era una delle più grandi, tristemente, ma molte persone stavano migliorando.
La seconda era per gli anziani con l'Alzheimer o con problemi fisici più gravi delle persone della loro stessa età, e nei pochi giorni che aveva passato lì, aveva visto più di dieci persone venir portate all'obitorio dentro a quei maledetti sacchi neri.
La terza invece era quella per tutte le persone con qualche handicap, ed erano forse la sezione che mi faceva riflettere di più; molto spesso mi univo alla loro ginnastica di gruppo o guardavo le loro partite di calcio, e questo era in qualche maniera...commovente?
L'ultimo era proprio quello che stavo per sorpassare durante il mio secondo o terzo giro, ed onestamente era quello più spaventoso; passandoci davanti si potevano sentire le urla e le grida delle persone all'interno, ed a volte anche ferri che sbattevano o sirene di soccorsi che accorrevano a cercare di salvare chi aveva perso una rissa decisamente troppo violenta. Erano le urla di follia della sezione quattro, quella dedicata agli psicopatici.
Proprio in quell'istante una donna con la testa incastrata tra due sbarre, cominciò a gridare frasi insensate al cielo, mentre gli infermieri cercavano di riportarla dentro.
Fu per questo che non sentii i passi leggeri accanto a me, e per lo stesso motivo, feci un salto all'indietro quando mi girai e vidi una ragazza al mio fianco: aveva dei lunghi capelli neri raccolti in una treccia che le arrivava fino all'osso sacro, i vestiti le ricadevano sul corpo come se fosse un appendiabiti da quanto le stavano grandi, e le caviglie che si intravedevano tra i jeans larghi erano talmente piccole che probabilmente sarebbero potute stare tranquillamente tra un indice ed un pollice.
La giovane donna non disse nulla e continuò semplicemente a camminare al mio fianco, fino a quando all'ennesimo giro del campo, sentii un crampo allo stomaco che mi fece quasi piegare in due dal dolore e sedere su una panchina del giardino per riprendere fiato.
La ragazza mi restò accanto per almeno cinque minuti, ma quando rialzai la testa, vidi la sua figura magra allontanarsi, per continuare a camminare per il campo.Sentendomi con poche energie, decisi di ritornare nella mia stanza per provare a mangiare qualcosa o più facilmente, per riposarmi, ma non appena arrivai sulla porta, vidi la schiena di Yoongi, distratto a guardare quello che accadeva oltre al vetro.
Lentamente e facendo meno rumore possibile con il carellino della flebo, mi avvicinai a lui, cercando di coglierlo di sorpresa.
Feci un piccolo salto, e gli avvolsi un braccio intorno al collo, tirandogli la testa verso il mio petto con un urletto, facendolo sobbalzare.
Il mio viso era a pochi centimetri dal mio quando Yoongi alzò sguardo per la sorpresa e lo spavento, lasciando le nostre labbra e pochi millimetri di distanza.
Sentii il suo respiro sulle mie labbra, ed i suoi occhi brillanti fissare dritti dentro la mia anima.Ci allontanammo velocemente e con imbarazzo, mantenendo il contatto visivo ed il mio braccio attorno al suo collo; le mie guance si stavano facendo sempre più rosate.
Ci scambiammo un'altra occhiata alle labbra con desiderio: le sue erano molto sottili e lievemente screpolate ma umide, di un colore rosato chiaro che a volte tendeva al rosso smorto.
Nello stesso momento ci riavvicinammo, annullando anche quel minimo di distanza che era rimasto pochi secondi prima.
Le labbra premevano l'una sull'altra lentamente, senza troppa violenza ma sempre con quel minimo di desiderio presente nei movimenti frenetici delle nostre mani e dei nostri corpi che si avvicinavano sempre di più, quasi fondendosi l'uno con l'altro.
Il mio primo bacio era di Yoongi.
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Autobus
Fanfiction-Yoonmin ──♡──────────────── Jimin voleva farsi amare. Yoongi voleva amare se stesso. ──────────────♡── Dove Jimin sale sull'autobus per andare a casa e si prende una crush per un ragazzo dalla pelle lattea che tenta di coprire sotto la felpa i...