Damian, quella mattina, si svegliò con un martellante mal di testa e una sensazione di spossatezza.
Sbadigliò e si tolse le coperte di dosso, abbandonando il torpore del letto e poggió i piedi a terra alla ricerca delle pantofole: una volta recuperate fece per issarsi in piedi quando un capogiro lo travolse, facendolo finire a peso morto sul letto.
-Cosa diamine...- sibilò a denti stretti, visibilmente confuso.
Era da un paio di giorni che i sintomi non si ripresentavano.
Pensava di aver finalmente sconfitto quella strana influenza che sembrava aver preso il controllo del suo corpo da un paio di settimane a quella parte: ma, a quanto pare, si sbagliava di grosso.
Era sicuro che a breve avrebbe dovuto richiamare Kalya, il suo medico curante, e chiederle di ripetere le analisi del sangue.
Dopo un attimo di smarrimento iniziale, riprovò ad alzarsi nuovamente in piedi: questa volta ci riuscì con successo.
Avanzò lentamente verso il bagno ed entrò dentro: si guardò allo specchio e il suo aspetto era tutt'altro che fresco e riposato.
Scure e violacee occhiaie facevano capolino da sotto i suoi occhi verdi, che parevano stanchi e spenti: la sua pelle sembrava più ruvida al tatto, come se fosse invecchiata di colpo, e verso il collo spuntavano delle piccole bollicine rosse.
Damian le toccò con la mano, ma non sentiva prurito o fastidio, sembravano più foruncoli acneici che qualche altra forma di dermatite.
Arcuò di più la vista e ciò gli permise di notare quello che ai suoi occhi era sfuggito prima : i due fori, quelli che lo tormentavano da giorni ma che aveva imparato ad ignorare, sembravano spiccare ancora di più sulla pelle.
Li sfiorò e sentì uno strano formicolio partite dalla carotide—dato che era lì che si trovavano—e irradiarsi ovunque: sul petto, sulle braccia, sulla schiena e sulle gambe.Era come se una leggera scarica elettrica gli avesse attraversato il corpo: si guardò di nuovo allo specchio e spalancò gli occhi.
Ok, devo essere impazzito o qualcosa del genere, pensò.
La figura riflessa mostrava sempre il solito Damian, gli occhi vivaci, la pelle tornata morbida al tatto: la strana dermatite acneica era scomparsa; l'unica cosa che si poteva notare erano sempre i soliti fori, anche se la loro grandezza era diminuita notevolmente.
Scosse la testa e ridacchiò sommessamente poi si abbassò verso il lavabo e aprì il rubinetto, mise le mani a conca e si portò l'acqua fresca sul viso più e più volte.
Devo decisamente cambiare vita, pensò riferito allo strano momento appena vissuto.
Chiuse l'acqua, prese l'asciugamano posto sul mobile accanto al lavabo e se lo portò al viso tamponando piano: dopodiché si diede un'ultima occhiata veloce allo specchio, come per assicurarsi un'ultima volta che fosse tutto a posto.
Una volta appurato questo, si passò una mano tra i capelli corvini per ravvivarli un po' e uscì dal bagno per recarsi in camera e prendere i vestiti da indossare.
Mentre si infilava una maglia a maniche lunghe nera, digitò velocemente un messaggio ad Andrea: dopo che l'amico gli aveva scritto la sera prima, non gli aveva ancora risposto e, seppur fosse restio a farlo, doveva assolutamente dal momento che erano colleghi.
Inoltre, quella mattina si sarebbero dovuti recare dal loro capo, il signor Peterson, per riferirgli ciò che Killian Gauthier aveva detto loro, e per informarlo che quella sera stessa sarebbero voluti andare al pub di cui l'ex ragazzo di Vicky gli aveva parlato.
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The Smell Of The Shadows
Misteri / ThrillerUn ragazzo di 25 anni di Seattle, Damian, è da poco entrato a far parte dell'FBI, sogno che custodiva fin da bambino. Tra casi irrisolti, omicidi e la vita frenetica di tutti i giorni, una mattina si sveglia con dei strani segni sul collo; sembrano...