PROLOGO

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Era stanco e affaticato, ma sapeva di non potersi fermare. Correva cercando di andare sempre più veloce, con il vento che lo colpiva violentemente in faccia, gli occhi che gli lacrimavano, la gola secca, le labbra screpolate a causa del freddo e le braccia e le gambe piene di ferite e lividi, dovuti ai cespugli e ai rami contro cui si strusciava durante la sua corsa a perdifiato nel bosco. Ma non poteva fermarsi. Doveva scappare, nascondersi e salvarsi, perchè lo aveva promesso alla sua famiglia; a sua mamma. Le aveva giurato che sarebbe tornato dopo qualche giorno e, nel frattempo, sarebbe rimasto nascosto lontano dal suo villaggio, in modo da non farsi catturare. Lo aveva promesso e, quindi, avrebbe continuato a correre fino allo sfinimento, fino all'esaurimento di tutte le sue forze. Corse ancora per vari minuti, fino a che non inciampò in una radice non ben visibile a causa della poca luminosità data dalla luna. E lì, sdraiato per terra, non ebbe più la forza di rialzarsi. Aveva bisogno di riposarsi un attimo. Solo due minuti...

Ed è proprio mentre cercava di recuperare un po' di fiato, che sentì un rumore leggero di passi che si dirigevano verso di lui. Sapeva che probabilmente non sarebbe più riuscito a fuggire, oramai lo avevano trovato, ma, in un ultimo disperato tentativo di mantenere la promessa fatta, si alzò da terra e ricominciò a correre con tutte le forze rimaste. Purtroppo, non fece a tempo a fare una ventina di metri, che un braccio gli circondò la vita e lo strattonò con forza inumana e con violenza all'indietro, contro una superficie solida. Sentì una lieve risata arrivargli all'orecchio destro e un leggero fiato caldo infrangersi, pungente, contro la pelle del suo collo.

"Che cosa stavi facendo, piccolo e innocuo umano? Cercavi forse di scappare dal tuo destino?" chiese la persona dietro di lui, con un tono basso, ma arrogante e duro allo stesso tempo. "Mi dispiace distruggere le tue speranze, ma dovresti sapere che è impossibile sfuggire a dei vampiri. Soprattutto a me, uno tra i più forti e migliori direi. Ora vediamo un po' chi abbiamo qui." continuò a parlare, utilizzando lo stesso tono basso, aggiungendo un tocco di sensualità alla sua voce, per enfatizzare l'ultima frase detta.

Appena pronunciò quelle parole, fece girare il ragazzo verso di se' per osservarlo e ciò che vide lo lasciò quasi a bocca aperta. Era bellissimo, e questo non se lo aspettava proprio. Lo aveva seguito solo per il buonissimo odore che emanava il suo sangue, ma non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti una persona così affascinante. Avendo un grosso controllo di se stesso, riuscì tranquillamente a mascherare il suo stupore, mentre continuava ad analizzarlo da capo a piedi: capelli biondi, carnagione dorata, occhi grigi, viso infantile (con tratti delicati e dolci), fisico magro e snello, labbra carnose, sguardo profondo, mani grandi ma ben curate e affusolate e, beh, il dietro lo aveva già visto e lo aveva apprezzato fin da subito. Intanto, il biondo non riusciva a smettere di tremare dalla paura mentre osservava il giovane vampiro davanti a sé: alto, muscoloso, occhi scuri e spaventosi, capelli corvini che risplendevano sotto la luce lunare. Ma gli occhi umidi e la grande paura che stava provando, gli impedirono di osservarlo ulteriormente. Lui voleva solo tornare a casa. Si chiedeva come fosse possibile che non riuscisse mai a combinarne una giusta, ma, soprattutto, si chiedeva come avrebbe fatto con la sua famiglia. E, pensando proprio a quest'ultimo punto, le lacrime non esitarono a scendere dai suoi occhi lucidi. Non li avrebbe più rivisti, vero? Sarebbe morto lì, in mezzo a un immenso e tetro bosco, senza poter dire addio ai suoi cari?

Il corvino, vedendolo piangere, rimase inizialmente sorpreso nel constatare come fosse comunque bellissimo, nonostante le smorfie che deturpavano il suo volto; successivamente rimase soddisfatto dalla sua reazione. Adorava vedere il potere che riusciva ad esercitare sulle persone, lo faceva sentire così appagato e soddisfatto. Dopo averlo osservato ancora un attimo, decise di aprire bocca dicendo, in modo sarcastico e arrogante: "Tranquillo, dolce angioletto, non morirai qua. Ho appena deciso che verrai con me a Bersia, la capitale del nostro regno e diverrai il mio schiavo personale. Sei contento, mio dolce servo?". Poi continuò in tono più serio: "Ora, questo piccolo fanciullo avrebbe voglia di dirmi il suo nome?". Ma Taehyung, dopo la notizia ricevuta, si mise a piangere maggiormente. Non voleva assolutamente vivere lontano dalla sua famiglia, ma, soprattutto, non voleva servire lui o un qualche altro vampiro, perchè sapeva benissimo che quando si diventava un loro schiavo, la persona in questione avrebbe dovuto soddisfare ogni desiderio, senza potersi tirare indietro.

Il vampiro, stufo di sentirlo frignare, lo scosse fortemente per le spalle e, indurendo ed alzando il tono della sua voce, disse: "Ti ho detto di dirmi il tuo nome! Hai capito o te lo devo far capire in qualche altro modo?". Il giovane ragazzo, spaventato, decise di parlare visto che sapeva che non avrebbe avuto altra scelta - il corvino lo avrebbe scoperto in un modo o nell'altro e lui rischiava, stando zitto, di ricavarci solo qualche botta -, e, singhiozzando e con la voce tremolante e sottile, disse: "T-taehyung, s-signore. I-il mio n-nome è T-taehyung". Appena finì di parlare, sentì un colpo forte e secco al lato del collo e poi il buio.

Rosso come il sangue - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora