CAPITOLO UNO

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C'era qualcosa che non quadrava. Come mai stava dondolando? E perchè sentiva freddo e gli faceva male il fondoschiena? Se fosse stato nel suo letto avrebbe dovuto sentire le coperte avvolgerlo e il sottile materasso al di sotto del suo corpo disteso. Quindi, che stava succedendo? Ponendosi queste domande, Taehyung iniziò a risvegliarsi dal suo sonno profondo. Incominciò a percepire il freddo venticello sul viso, un dondolare a destra e sinistra che accompagnava il suo corpo e un qualcosa di duro sul quale stava poggiando la sua schiena. Confuso dalla situazione, decise di aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo. Inizialmente, la luce del giorno glieli fece richiudere velocemente, ma, dopo una piccola strizzata delle palpebre, riuscì ad aprirli definitivamente, permettendosi di osservare velocemente il paesaggio attorno a sé. Si trovava in un sentiero stretto, ripido, pieno di rocce e poco illuminato dal sole, a causa della fitta vegetazione sopra la sua testa, che impediva ai raggi solari di illuminare meglio il cammino e impediva allo stesso ragazzo di vedere il cielo. A terra c'erano tanti rami caduti, ramoscelli e cespugli che ostruivano il sentiero, mentre c'era la totale assenza di fiori, a causa dell'avvicinarsi dell'inverno. Dopo aver osservato velocemente il paesaggio, Taehyung notò, guardando sotto di sè, di essere sopra ad un cavallo totalmente nero - probabilmente uno stallone anglo-arabo-sardo - che gli faceva compiere quelle misteriose oscillazioni a destra e sinistra. Inoltre, vide delle muscolose braccia, di carnagione chiara, che gli cingevano i fianchi, mentre le mani della persona ignota tenevano ben salde le redini dell'animale. E fu proprio qui che il biondo iniziò ad agitarsi e a chiedersi che cavolo stesse succedendo e dove fosse. Velocemente si girò e vide un bellissimo ragazzo con i capelli corvini, carnagione chiara, mascella marcata, le braccia scoperte delineate da dei muscoli possenti, labbra sottili con il labbro inferiore poco più carnoso, gli occhi scuri come le tenebre e lo sguardo penetrante e freddo. E quelle stesse iridi scure spostarono la loro attenzione dal sentiero agli occhi grigi di Taehyung e, contemporaneamente, un ghigno si formò sul suo volto.

"Ben svegliato piccolo umano. Spero tu abbia riposato bene" disse il vampiro, sempre con quel sorriso sinistro stampato in faccia. Sorriso che fece venire milioni di brividi lungo la schiena di Taehyung.

"Chi è lei? Cosa succede? Cosa vuole da me? Dove stiamo andando?". Una raffica di domande uscirono velocemente dalla bocca del biondo che, tremante dalla paura, pensava a quanto sarebbe stato più bello se lo avesse ucciso direttamente in quel maledetto bosco, evitandogli tutta quell'agitazione e quello stress che sentiva scorrergli nelle vene .

Il vampiro non ce la faceva davvero più. Il profumo di quell'angelico umano, la vicinanza con il suo stupendo corpo e quel terrore che sentiva provenire dal biondo, lo stavano facendo eccitare a dismisura. Avrebbe voluto morderlo e possederlo all'istante; avrebbe voluto rovinarlo di dolore e piacere in quel preciso momento, tanto il desiderio che nutriva verso l'umano fosse forte. Ma si appellò a tutta la sua forza di volontà e si trattenne dal compiere tutte le azioni che gli passarono nella sua mente perversa; alla fine erano cose che voleva fare nelle sue stanze a palazzo, perchè voleva che lo spettacolo che ne sarebbe seguito, fosse solo ed esclusivamente riservato ai suoi occhi.

"Quante domande, bocconcino" rispose ridendo il corvino. "Il mio nome è Jeon Jungkook e sono il figlio di uno dei nobili più importanti all'interno del nostro regno" continuò a parlare il vampiro, questa volta, con un timbro di voce più serio e solenne, come a voler sottolineare la sua importanza nella scala sociale. Poi riprese il discorso, aggiungendo anche un pizzico di malizia e di presa in giro: "Stiamo andando al mio palazzo, situato nella capitale dell'impero, Bersia. Ho deciso che diverrai il mio servo personale, il mio schiavo, il mio concubino. Quindi, da te voglio ogni cosa: ubbedienza, sottomissione, servizi di ogni tipo, il tuo sangue e anche il tuo corpo".

A quelle parole, il terrore in Taehyung si moltiplicò a dismisura. Non voleva assolutamente andare nel suo palazzo, non voleva in nessun modo prestare i suoi servigi e non voleva neanche morto donargli il suo corpo. Da ragazzo romantico qual era, desiderava fortemente che le sue esperienze sessuali avvenissero con la persona da lui amata e che, a sua volta, lo amasse. Quindi, con tono disperato e con le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi, disse: "La prego, non mi faccia questo. Mi uccida! La prego...no! No...no...no...". E piangeva, piangeva come un disperato mentre diceva quelle parole strazianti, singhiozzando qua e là.

"Sei un tipo strano, angioletto. Tra tutte le persone che ho catturato e che ho sfruttato, nessuna mi aveva mai pregato di morire. Anzi, tutto il contrario. Mi pregavano di tenerle in vita e che avrebbero fatto tutto quello che avrei voluto" rispose Jungkook in tono veramente sorpreso. Insomma, chi desiderava davvero morire in una situazione del genere? È vero, sarebbe diventato il suo schiavo, ma, nel contempo, avrebbe vissuto nel lusso e lontano dalla povertà. Quindi, come mai quel ragazzo desiderava così ardentemente morire?

"La prego con tutto me stesso, mi lasci andare! O mi uccida, piuttosto" continuava a singhiozzare Taehyung, nella totale disperazione. Non voleva davvero vivere in quel modo, al servizio di un vampiro, rinunciando alla sua libertà e alla sua famiglia. Non poteva proprio accettarlo.

"Per quanto tu sia riuscito a sorprendermi, la mia risposta, per di più scontata, è no. Tu verrai con me e diverrai il mio personale servitore. Tutto solamente mio" replicò il corvino, con un gran ghigno sul volto e tutta la cattiveria e la malizia nella voce. "Ed ora finiscila di parlare e far rumore col tuo pianto. O giuro che inizierò già adesso a fare di te e del tuo corpo ciò che voglio, umiliandoti anche davanti a tutti". E, con questa minaccia, Jungkook riuscì a silenziarlo.

Taehyung preferì obbedire al corvino e continuare a piangere in silenzio, perchè, per quanto non volesse soddisfare le voglie del suo padrone - doveva chiamarlo così ormai, no? -, ci teneva ancora meno ad accontentarlo contro la sua volontà davanti ad altre persone. E sapeva benissimo che, adottando un comportamento disobbediente, non lo avrebbe mai portato alla morte che tanto desiderava in quel momento, ma solo all'avverarsi della minaccia diretta che il vampiro gli aveva fatto prima. E questo lo voleva ancora meno rispetto a ciò che lo avrebbe atteso appena sarebbe arrivato al palazzo del suo padrone.

"Ancora mezza giornata e dovremmo arrivare alla capitale" annunciò il vampiro a tutti i soldati che lo seguivano. Poi, sussurrando con voce seducente e maliziosa all'orecchio del biondo, disse: "Sai, ti svelerò questo mio piccolo desiderio: non vedo davvero l'ora che sia stasera, mio piccolo umano". E, dicendo questo, chiuse il dialogo iniziato tra i due. Altri brividi di paura corsero lungo la colonna vertebrale del ragazzo, ma se ne stette zitto, continuando a singhiozzare silenziosamente, stringendosi nelle spalle e tenendo lo sguardo puntato sul collo del cavallo nero sotto di lui. Ed iniziò a chiudere la sua mente e a concentrarsi sui suoi pensieri, estraniandosi dal mondo esterno. Pensò alla sua libertà persa, ai boschi, ai campi, alle corse, ai suoi animali, amici e famigliari che non avrebbe più rivisto. Ed con questi pensieri, altre lacrime sgorgarono dai suoi splendidi occhi, ma riuscì comunque a mantenere un pianto silenzioso nonostante l'immensa sofferenza che stava provando, esaudendo l'ordine che gli era stato impartito.

Rosso come il sangue - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora