CAPITOLO SEI

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Finalmente la lunga mattinata nello studio del vampiro stava volgendo al termine e l'ora di pranzo si avvicinava sempre più. Il biondino aveva passato tutto il tempo ad osservare, attraverso la finestra, lo splendido giardino della villa del vampiro; un immenso prato verde con tanti fiori, di vari colori, allineati lungo i lati dei vari sentieri dedicati al passaggio delle persone, siepi che andavano a formare spirali e figure particolari, cespugli di rose di tutti i colori e quell'enorme fontana al centro di tutto quel verde. Nonostante l'avvicinamento dell'inverno, la capitale, situata molto a sud rispetto al suo villaggio, presentava un clima più mite, dando così spazio a tutto quello spettacolo immenso. Anche se aveva passato tutte quelle ore ad osservare il giardino, fino ad arrivare quasi ad assopirsi dalla noia, aveva comunque cercato di non perdere di vista il corvino seduto alla scrivania a fare il suo lavoro. Per quanto non avrebbe potuto fare niente contro di lui, ci teneva comunque a tenerlo d'occhio, forse solo per rassicurarsi un minimo. Insomma, nella sua mente era ancora presente il momento, di qualche ora prima, in cui aveva dovuto fare quello spettacolino imbarazzante e umiliante. Certo, non era stato traumatico e spaventoso come la sera prima, visto che Jungkook si era semplicemente limitato ad osservarlo con sguardo languido senza sfiorarlo neanche con un'unghia, ma, proprio a causa di ciò che aveva subito la notte precedente, non poteva non sentirsi immerso nell'ansia al solo dover stare nella stessa stanza col vampiro. Figuriamoci dover farsi vedere nudo nuovamente.

"Direi che è arrivata l'ora di pranzo" disse improvvisamente Jungkook, mentre stiracchiava le spalle e le braccia, a causa della posizione ricurva assunta durante tutte quelle ore, distraendo Taehyung dai suoi pensieri. "Quindi, alzati e seguimi" aggiunse, rivolgendosi direttamente al biondo e, nel mentre disse quelle parole, si alzò dalla sedia dirigendosi velocemente verso la porta. Taehyung lo seguì a ruota, cercando di stare al suo passo, ma, al contempo, mantenendo sempre una certa distanza dal vampiro. La sola idea di dover avere un minuscolo contatto con lui gli faceva salire il vomito; infatti, sentiva che avrebbe potuto tirare su l'unica cosa che era presente nel suo stomaco: la saliva.

Purtroppo, l'umano, dopo aver percorso il corridoio e poco prima di scendere le scale, cadde a terra a causa della mancanza di forze. Era da più di un giorno che non mangiava e con tutto quello che era successo, si meravigliava che le gambe non gli fossero cedute prima. Jungkook, al sentire un tonfo dietro di sé, si girò immediatamente per vedere la causa del rumore, ritrovandosi Taehyung semisdraiato per terra, mentre cercava di farsi forza sulle braccia per tirarsi in piedi. Il vampiro, scocciato da tutto quello, decise ugualmente di avvicinarsi con l'intento di prenderlo in braccio e trasportarlo alla sala da pranzo; sarebbe stato totalmente inutile cercare di obbligarlo a fare tutto da solo, visto che, lo sapeva benissimo, non ci sarebbe comunque riuscito.

Quello che non si aspettava, però, fu lo strisciare veloce di Taehyung sul pavimento, in modo da mantenersi lontano da lui. Subito le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi dell'umano ed il panico investì i sensi del corvino che, con espressione totalmente apatica, si era fermato a fissarlo chiedendosi mentalmente se lasciarlo lì ed andare a svolgere il suo lavoro, oppure fregarsene e prenderlo in braccio con la forza per portarlo in quella stramaledetta sala da pranzo.

"N-non mi t-tocchi, la pre-prego" disse Taehyung, con voce bassa e tremolante. "N-non voglio che m-mi toc-tocchi" continuò, singhiozzando. Il panico lo aveva travolto appena aveva visto il vampiro avvicinarsi a lui. Non voleva risentire il suo tocco, non lo voleva vicino, non voleva neanche il suo sguardo addosso. Nonostante si fosse promesso di non farsi travolgere dalle sue emozioni e di mantenere i nervi saldi, con quell'attacco di debolezza fisica, anche la poca sicurezza mentale, che si era obbligato ad avere, era crollata. Sentiva che non ce la faceva già più. Solo tre giorni prima aveva incontrato il vampiro, da neanche un giorno alloggiava nella sua dimora, e lui voleva già farla finita. Si sentiva così umiliato, così violato, così inutile e debole che...perché lo aveva risparmiato? Perché non lo aveva ucciso subito, risparmiandogli tutto quel dolore fisico ed emotivo?

Jungkook, alla fine, ignorando le suppliche del biondo, decise di non lasciarlo lì a se stesso. Insomma, doveva nutrirlo visto che quella sera stessa gli sarebbe servito in gran forma. Così, si avvicinò a lui e lo tirò in piedi bruscamente, prendendolo per le braccia. In seguito, fece passare un braccio sotto il poplite - zona dietro del ginocchio - e l'altro sotto la zona lombare della schiena, prendendolo in braccio. Il biondo iniziò immediatamente ad urlare, scalciare ed a ribellarsi al suo tocco, volendosi immediatamente allontanare da lui, ma il vampiro, subito spazientito, disse: "Ti giuro che se non stai fermo, rimpiangerai le semplici cose che ti ho fatto ieri notte. Io ti ho avvisato". E quella semplice frase bastò a far fermare ogni tentativo di rivolta da parte dell'umano che, tremante e singhiozzante, si abbandonò, sconfitto, al petto del corvino.

Appena arrivarono nella sala da pranzo, trovarono la tavola già preparata ed i piatti già serviti. Jungkook posizionò l'umano sulla sedia al lato destro della sua, situata a capo tavola, per poi sedersi ed iniziare subito a mangiare ciò che c'era nel suo piatto. Taehyung, nonostante il suo crollo mentale e la costante presenza della nausea, dovuta a tutta l'ansia che stava subendo e che si manifestava, quindi, anche a livello fisico, seguendo l'esempio del corvino, iniziò immediatamente a divorare ciò che si presentava sotto il tocco delle sue mani. La mancata nutrizione degli ultimi due giorni e il bisogno che aveva il suo corpo di recuperare un po' di energia, istintivamente, erano più forti delle sensazioni negative che sentiva. L'istinto di sopravvivenza era riuscito a prevalere su tutti i pensieri e le ansie che aveva.

Dopo lunghi attimi di silenzio tra i due individui, interrotti solo dallo spostamento di posate o dalla masticazione delle pietanze, Jungkook esordì con tono rigido, dicendo: "Stasera dovremo andare ad una cena molto importante". Si fermò per portare il suo sguardo severo sul biondo accanto a sé, per vedere se lo stesse ascoltando, e, constatando di avere la sua attenzione, continuò: "In realtà, sarebbe un incontro importante tra nobili e persone di alto rango. Ma approfitterò di tutto ciò per presentarti ad alcune persone". E Taehyung capì subito che quella sera sarebbe servito solamente come oggetto da mettere in mostra davanti a tutti gli altri nobili. "Ivan, il servitore che ho deciso di assegnarti, ti raggiungerà verso il tardo pomeriggio per sistemarti per la cena di stasera. Ti avverto, non accetto ritardi. Alle otto in punto ti voglio trovare all'ingresso, scortato da Fahri. Sono stato chiaro?" chiese, infine, Jungkook. Taehyung, in risposta fece un cenno affermativo con la testa, gesto che il vampiro non apprezzò. Di fatti, esclamò con voce dura e leggermente più forte: "Ho chiesto: sono stato chiaro?!"

Al sentire l'altro con quel tono della voce più alto, il biondo iniziò nuovamente a tremare e con voce insicura e pronta a spezzarsi ad ogni parola, rispose: "Si, si-signore. È stato c-chiaro".

"Al posto di signore, preferirei che mi chiamassi padrone, d'ora in poi" disse il corvino, con un ghigno stampato sul viso, per poi alzarsi dalla sedia e aggiungere ad alta voce: "Fahri, vieni subito qua!". Nel giro di pochi secondi, l'ex soldato di Jungkook, e l'attuale guardia del corpo dell'umano, si presentò al cospetto del primo. "Appena Taehyung avrà finito di mangiare, scortalo nella sua stanza e posizionati fuori da essa per sorvegliarlo. Alle cinque in punto, chiama Ivan per iniziare a prepararlo per la cena di stasera. Mi raccomando, alle otto vi voglio entrambi all'ingresso". Detto questo, il corvino si incamminò velocemente verso l'uscita della sala, fermandosi, però, sull'uscio della porta per voltarsi nuovamente verso Fahri e aggiungere con sguardo severo e che non ammetteva repliche: "Fa in modo di toccare il meno possibile il mio angelo qua presente. O, già che ci sei, di non toccarlo proprio, almeno che non sia veramente e strettamente necessario. La mano che ho visto poggiata sulla schiena stamani, l'ho ritenuta totalmente inappropriata e irritante, al mio sguardo". La guardia, al sentire ciò, si irrigidì all'istante, capendo di aver fatto qualcosa che su una qualsiasi altra persona non avrebbe avuto un peso, ma che fatto su quell'umano, probabile nuova ossessione del suo padrone, gli sarebbe potuta costare cara. "Non hai il permesso di toccare ciò che è mio, ti avverto. E, già che ci sei, cerca anche di guardarlo il meno possibile" aggiunse ancora il corvino, per poi lasciare direttamente la stanza.

Inutile descrivere l'incredulità e lo sconcerto di Taehyung, dopo tutto ciò che aveva sentito. E se da una parte quelle parole lo spaventarono, perché mettevano in luce quanto malato e possessivo fosse quell'individuo, dall'altro lo rassicurarono, poiché metteva in chiaro che nessuno avrebbe potuto fargli del male se non il vampiro stesso. E, per quanto non fosse il massimo della rassicurazione, all'umano bastò per tranquillizzarsi per la cena di quella sera, sapendo che, nonostante la presenza di tanti e vari vampiri, con Jungkook sarebbe comunque stato al sicuro almeno da loro.

Rosso come il sangue - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora