CAPITOLO DUE

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"Benvenuto nel mio modesto palazzo, piccolo umano. Spero possa piacerti". disse Jungkook, mentre aveva appena finito di attraversare l'enorme giardino ed entrava nelle sue scuderie ancora a cavallo, con Taehyung sempre seduto davanti a lui. "Ajda! Vieni subito qua!" urlò in seguito, mentre fermava lo stallone all'interno della stalla e smontava da esso, senza badare minimamente a Taehyung. Sapeva benissimo che qualunque cosa avesse deciso di fare il biondo, come scappare, sarebbe stata totalmente inutile.

Dopo aver dato da bere al suo animale, Jungkook aiutò il suo umano a scendere dal cavallo, per evitare che si facesse male cadendo. Poco dopo essere smontato dallo stallone, Taehyung vide arrivare un uomo alto quanto il vampiro e molto muscoloso. Aveva i capelli di un colore rosso fuoco e degli occhi cupi e penetranti che fecero salire i brividi lungo la spina dorsale del biondo. Certo, quelli di Jungkook erano molto più cupi e mettevano maggior paura, ma, probabilmente, erano quelle cicatrici ai lati degli occhi, che accompagnavano il suo sguardo, a fare quell'effetto negativo su Taehyung.

"Sistema subito il mio cavallo e poi vai a chiamare Fahri e mandalo nel mio studio. Gli devo parlare urgentemente" ordinò il vampiro al nuovo arrivato. E, intanto, Taehyung si stava chiedendo se anche quell'uomo dai capelli rossi fosse un vampiro o no - probabilmente si - e che ruolo avesse in quel palazzo.

"Tutto quello che desidera, mio signore" rispose, inchinandosi, Ajda, rivelando una voce bassa e scura; altro particolare che lo rese più inquietante agli occhi del piccolo umano.

"Taehyung, seguimi" ordinò nuovamente Jungkook, rivolgendosi direttamente al biondo, per poi aggiungere serio: "E non ti conviene fare niente di avventato. Penso tu abbia capito con chi hai a che fare". Poi si incamminò fuori dalle scuderie per dirigersi all'interno del suo palazzo, senza voltarsi nemmeno una volta, perchè sentiva che Taehyung lo stesse seguendo, proprio come fanno i cani quando i loro padroni gli danno un comando.

Dopo aver attraversato un immenso giardino ben curato, entrarono entrambi in un enorme e lussuoso ingresso avente due rampe di scale che portavano al piano superiore e, tra di esse, un grosso portone che faceva accedere alle stanze del piano terra. Taehyung, però, non ebbe molto tempo di guardare tutti i quadri e i vasi di lusso presenti, perchè Jungkook andò dritto sparato verso una delle due scale e si mise a percorrere velocemente gli scalini, facendo aumentare al biondo il passo, in modo da non perderlo di vista. Appena arrivarono al piano superiore, l'umano si ritrovò in un lungo corridoio che andava prolungandosi sia alla sua destra che alla sua sinistra. Ma, anche qua, non ebbe modo di potersi guardare in giro perchè il corvino si incamminò, sempre a passo sostenuto, verso destra entrando nella prima porta che incontrarono. Appena Taehyung varcò la soglia, si ritrovò in un enorme studio pieno di libri situati in scaffali sia ad altezza d'uomo che in alto - infatti, vi erano delle piccole scale in legno, situate in due pareti opposte, che portava ad uno stretto corridoio che seguiva tutte le pareti della stanza e che affiancava questi scaffali pieni di libri -, quadri e vasi preziosi. Vi era un enorme camino in marmo di fronte al quale c'era una bellissima scrivania in legno d'ebano sul quale vi erano tanti fogli, penne con piume e ciotoline contenenti di sicuro dell'inchiostro. Sotto alle due enormi finestre che davano sull'esterno e semi-coperte da enormi tende rosse, fatte di sicuro con un materiale pregiato, vi erano, sotto una, un tavolino basso in legno laccato in oro con due sedie, dello stesso materiale, coperte da un cuscino rosso, e sotto l'altra, invece, una comodissima poltrona, ricoperta sempre da un tessuto rosso, che guardava verso l'esterno.

Jungkook si mise subito seduto alla poltrona della scrivania, che era ricoperta da un tessuto nero e con le parti scoperte in legno laccate in oro. In seguito, indicò a Taehyung la poltrona posta sotto la seconda finestra - contando dall'entrata -, facendogli capire di doversi sedere lì. Il biondo, quindi, si diresse verso di essa e, con quella poca forza che aveva in corpo, cercò di girarla in modo da evitare di dare le spalle al vampiro, perchè non si fidava per niente; ma tutto questo senza successo. Jungkook lo aveva osservato tutto il tempo e, vedendo che l'umano non riusciva a compiere ciò che aveva avuto in mente di fare, sbuffando, decise di alzarsi e farlo lui al posto del biondo. Dopo aver girato la poltrona quasi totalmente verso la sua scrivania, si andò di nuovo a sedere presso il suo tavolo da lavoro ed iniziò a leggere vari fogli e a riportare, su degli altri bianchi, vari appunti e annotazioni. Dopo circa cinque o dieci minuti in cui Jungkook faceva il suo lavoro e Taehyung si guardava in giro preoccupato di cosa gli sarebbe potuto accadere in qualsiasi momento, si sentì un forte bussare alla porta. Il corvino diede subito l'ordine di entrare e dalla soglia sbucò un uomo molto più alto e poco meno muscoloso di Jungkook. Aveva i capelli mori, la carnagione color caffè e gli occhi azzurri come il ghiaccio.

"Ben arrivato, signor Jeon. Spero che la sua missione al villaggio Ligram sia andata bene" disse l'uomo appena entrato, mentre si inchinava al cospetto del vampiro.

"Ti sei ripreso bene dalla brutta ferita che ti sei fatto lottando contro Ajda? Mi è dispiaciuto non averti con me nel mio esercito in questa missione, Fahri" rispose Jungkook, utilizzando un tono autoritario, ma facendo comunque sbucare un accenno di un sorriso sinistro sul volto, come presa in giro verso Fahri che si era fatto battere dal suo servitore, nonostante fosse più forte. Nel mentre, indicò all'uomo appena entrato una delle due sedie - poste di fronte alla scrivania e ai margini del camino -, facendogli un cenno di sedersi lì. E così fece il moro.

"Si, mio signore. Mi è bastato bere del buon sangue umano e mi sono ripreso subito. Per questo le chiedo: come mai non mi ha portato con lei?" chiese il soldato.

"So benissimo quanto tu sia crudele e, quindi, quanto ti piacciano queste spedizioni distruttive ai villaggi, per sottomettere gli abitanti al nostro volere e al nostro regno" iniziò Jungkook sempre con quel sorrisino accattivante sul viso. "Ma vedi, volevo punirti per esserti comportato da irresponsabile ed aver quasi infangato l'onore che portano le mie armate" continuò a dire, questa volta, seriamente. Poi riprese a parlare: "Tu sai bene che i soldati delle mie truppe sono visti come i più perfetti dopo quelli dell'esercito reale. Cosa sarebbe successo se Doyun, il mio fantastico rivale, fosse venuto a conoscenza che uno dei miei migliori uomini, quello per cui nutro tanta stima e di cui mi vanto sempre, si fosse ubriacato come un maiale e avesse dato inizio ad una rissa con un mio servitore fidato, a caso, senza nessun motivo? Lo sai quanti problemi mi avresti creato con la mia reputazione?". L'irritazione che trapelava dallo sguardo e dalla voce di Jungkook era palpabile quasi con le mani. "Ma, visto che questo fatto non è uscito dalla mia giurisdizione, ho deciso di punirti semplicemente in questo modo, piuttosto che ucciderti" continuò a dire Jungkook, per poi prendere un profondo respiro e provare a calmarsi totalmente.

"La ringrazio, mio signore. E sono più che consapevole che avrei dovuto morire attraverso le peggiori torture per aver rischiato di infangare il suo nome" iniziò a dire Fahri, per poi continuare: "Per questo le chiedo umilmente scusa e, per la grazia che mi è stata concessa, qualsiasi cosa voglia che io faccia, chieda pure che io la esaudirò". Jungkook, a quelle parole, si sentì così appagato e soddisfatto. Gli piaceva troppo vedere quanto potere esercitasse e come delle persone potenti come Fahri si sottomettessero facilmente a lui.

"Infatti ti ho chiamato proprio per questo" disse in risposta il corvino. "Inizialmente le cose non dovevano andare così, devo dire. Appena tornato, ti avrei dovuto fare un richiamo e basta, poi saresti rientrato tranquillamente nel mio esercito. Ma durante questa spedizione, è avvenuto un imprevisto: ho incontrato questo affascinante umano" e si interruppe per girarsi e indicare Taehyung, ancora seduto sulla poltrona mentre seguiva attentamente la conversazione, visto che non aveva niente da fare. Quando venne nominato e sottolineata la sua presenza, però, abbassò subito la testa e divenne tutto rosso in faccia a causa dell'imbarazzo, sia perchè Jungkook lo aveva definito affascinante, sia perchè ora aveva gli occhi di entrambi i vampiri puntati addosso; sguardi cupi che avrebbero messo in soggezione chiunque.

Poi il corvino continuò il suo discorso dicendo: "Arrivando dritto al sodo, voglio che tu diventi la guardia del corpo di Taehyung. Voglio che lo tieni d'occhio ogni volta che non potrò farlo io e che lo proteggi come la gemma più preziosa quando non ci sarò". Con questa affermazione, Jungkook stava già dimostrando una certa possessione e ossessione verso l'umano catturato due giorni prima; e per questo, sentiva che, probabilmente, sarebbe diventato un suo punto debole, se non addirittura l'unico.

All'udire quell'ordine - perchè, per l'appunto, non era assolutamente una richiesta -, sia Fahri che Taehyung ne rimasero sorpresi. Ma, l'ormai, ex soldato reagì prontamente e rispose: "Questo ed altro per lei, mio signore. Accetterò con onore questo importante incarico".

Rosso come il sangue - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora