25. I ragazzi che crescono

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-Zia mi passeresti il sale per piacere?- chiese Amy a cena. Erano passati solo due giorni dalle indagini della polizia sul capanno usato da Cole. Con le nuove scoperte sulla droga e senza alcun indizio su dove si trovasse il ragazzo l'umore della sua famiglia e degli amici non era per niente migliorato.
Anzi, con la scoperta che Cole fosse stato drogato, i genitori erano ancora più preoccupati. Fortunatamente la vita continuava, seppur in modo infelice. Le vendite di fiori di zia Molly erano cresciute molto, poiché tantissime persone li regalavano ai signori Moore, che non la vedevano di buon occhio però, perché gli faceva pensare che loro figlio fosse morto.

-Certo- disse la zia, passando il condimento alla nipote.

-Grazie-

-Amy- si intromise il padre -da quanto tempo non senti tua madre?-

Quella domanda rimbombava nelle orecchie di Amy all'infinito. Da quando si era trasferita a Bakewell, la ragazza parlava in modo regolare con la madre. Anche se le mancava tanto, pensava alle chiamate come all'unico modo, poiché preferiva Bakewell a Londra e non voleva tornarci.

Ma nonostante ciò non riusciva a non pensare a come sarebbe la vita in quella splendida città con accanto anche la sua mamma.

-L'ho sentita stamattina. Piuttosto tu papà, da quant'è che tu e la mamma non vi sentite?- chiese la figlia, anche se sapeva già la risposta.

-Come sei sfacciata, Amy!- la rimproverò la zia, che si stava per strozzare con l'acqua quando sentì quella domanda.

-Che c'è!- esclamò la ragazza spazientita.

-Amy- suo padre la guardò male -non essere maleducata con tua zia. Per quanto riguarda la domanda di prima... in realtà l'ho sentita proprio ieri-

-Cosa?- Amy era così sbalordita che un rivolo di acqua le uscì dalla bocca.

-La notizia della scomparsa di Cole si è sparsa anche in città- spiegò Alex -sopratutto dopo che è stata rilevata della droga nelle sue impronte. Inoltre, lunedì mattina sono andato a Londra a ritirare delle carte dal mio vecchio ufficio e l'ho incontrata lì. Mi ha chiesto perché mi trovassi lì e io le ho spiegato tutto-

-E perché ti ha chiamato anche ieri se questo è successo lunedì?- la ragazza sperava che i suoi genitori tornassero a parlare. Anche se sapeva che molto probabilmente non si sarebbero rimessi insieme, in Amy c'era ancora una piccola speranza. Anche se i suoi genitori che tornavano insieme avrebbe significato tornare a Londra.

-Per sapere come stavi tu. Come stavo io e come stava Molly. Le ho detto che Cole è un tuo caro amico e mi ha detto di confortarti. Le ho chiesto di non parlarne con te per non farti stare male, visto che già tu in prima persona vivi la situazione... che è già abbastanza spiacevole-

-Um um- mugugnò Amy, un po' delusa, essendosi aspettata qualcosa di più.

-Tesoro, stai bene?- le chiese la zia mettendole una mano sul braccio. Amy si limitò a sorridere e ad annuire.

-Però Amy, visto che questa notizia a quanto pare non ti interessa- Alex alzò di molto il volume della sua voce -te ne darò un'altra. Margareth mi ha chiesto di proporti se ti piacerebbe dare una mano con la sistemazione del negozio che aprirà a Bakewell-

-Davvero?- finse di essere interessata la figlia -sono contenta per lei ma non capisco perché dovrei aiutarla proprio io. La conosco a malapena-

-Margareth pensa che voi ragazzi dobbiate distrarvi- le spiegò il padre -e poi lo ha chiesto anche a Lily, a Dana e ad Allison-

"Almeno quello" pensò Amy "pensa se avessi dovuto montare mobili da sola. Meno calli per me"

-Wow. Sono entusiasta- rispose spostando con la forchetta le patate dal piatto, facendola rotolare per la superficie.

I ragazzi di BakewellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora