32. confessioni pt.2

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Il cielo era completamente nero. Non una stella splendeva, nemmeno quella polare. Nell'aperta campagna stava iniziando a salire un leggero strato di foschia, che si sarebbe poi trasformata in nebbia.
Alex però guidava forte: doveva arrivare a Londra al più presto.
Erano in strada da circa dieci minuti, quando Jasper, seduto nel sedile passeggeri, disse:
-Signor Collins, che cosa doveva dirci?-

-Infatti- aggiunse Dana che, dai sedili posteriori, si era avvicinata per sentire meglio.

-Si avete ragione scusate. Mi ero scordato. Sapete, tutta questa situazione mi fa confondere- rispose con lo sguardo perso, ma continuando a guardare la strada -non riesco nemmeno ad immaginare che cosa possa essere successo ad Amy- emise un sospiro triste alla fine e quella tristezza arrivò anche a Jasper.

-In ogni caso- proseguì l'uomo -avevate ragione di pensare che conoscessi quel John Collins. Vedete, John Collins e John Smith sono probabilmente la stessa persona-

Jasper e Dana rimasero di stucco e si guardarono strabuzzando gli occhi.

-Quindi questa persona è la stessa che ha rapito Amy- concluse Jasper.

-Esattamente. Non sono certo al cento per cento di questo, ma ci sono buone probabilità che sia tutto vero-

-Ma quindi chi è questo John Collins?- chiese Dana.

-Mio nipote- ammise Alex, sconfortato. Nella sua voce si sentiva del rimorso.

-Lei ha un nipote?- si stupì Jasper.

-Si, ho una sorella più piccola. Ah Jasper ti prego di non darmi più del lei, dammi pure del tu- il ragazzo annuì e Alex continuò -Mia sorella si chiama Kate Collins. Adesso abita in Italia, ma abbiamo rotto qualsiasi tipo di rapporto. Lei è rimasta incinta giovanissima, aveva solo sedici anni, e nessuno di noi reagì bene. Mio padre la cacciò di casa e io ero mortificato, perché nel giro di pochi giorni tutta Bakewell lo scoprì. La rabbia contro mia sorella era stata influenzata dai miei genitori. Lei sparì dalla nostra vita in pochissimo tempo. L'ultima volta che la sentì è stato circa vent'anni fa. Mi mandò una lettera in cui mi diceva che era andata a vivere a Roma ed era nato il suo bambino e lo aveva chiamato John- quando Alex finì il racconto, nessuno fiatò. I due fratelli erano sbiancati e non osavano pronunciare parola. Il silenzio fu interrotto da Alex.

-Ragazzi, Amy sapeva già di questa storia. Credetemi, come voi nemmeno lei ha reagito bene. Ma lasciatemi solo dire che io sono profondamente pentito di come ho trattato mia sorella. Se potessi tornare indietro...- non concluse la frase e una lacrima gli scese dalla guancia.

-Signor Collins- disse Jasper piano -sappiamo che hai sbagliato. Ma la colpa di tutto quello che sta succedendo non è tua.  Il problema principale ora è trovare Amy e Cole e risolvere tutta questa situazione-

-Ragazzo, io credo che invece sia tutta colpa mia e della mia famiglia. John deve avere appreso in qualche modo da Kate che cosa le avevamo fatto e ha deciso di farcela pagare-

-Sì ma ricordati che è quel pazzo di John ad aver architettato tutto quanto, non tu. Fossi in te non mi sentirei così in colpa- disse Dana dopo qualche minuto di silenzio.
Jasper si voltò a guardarla sgranando gli occhi, cercando di ammonirla e di non farle dire altre cavolate.

-Sei schietta ragazza- rispose solo Alex sorridendole dalla specchietto retrovisore. Dana alzò un sopracciglio in direzione del fratello, soddisfatta, e lui si voltò di nuovo verso la strada.

-Alex, ma il padre chi è?- chiese poi Jasper. L'uomo si girò verso di lui con sguardo desolato.

-Non lo sa nessuno. Kate non lo disse mai, ma nessuno comunque glielo chiese. Non eravamo interessati- concluse rassegnato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11, 2020 ⏰

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