Cap.3

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Passiamo per il ponte salutando Caronte che è al lavoro come al solito.
-"sempre in giro a cazzeggiare voi e?"- ci domanda lui da dietro il cappuccio mentre rema verso riva.
-"che ci posso fare il babysitter è un lavoro a tempo pieno"- gli risponde Enrico mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-"levati!"- gli ordino mentre lo spingo via.
Caronte fa una specie di sorrisino, per quanto si possa vedere dal suo cappuccio.
Dopo aver attraversato il lungo ponte passiamo per i vari campi.
-"Lucia tuo padre ti ha convocata"- mi riferisce Mara spuntando da un vicolo.
Mara è un demone molto vicino a mio padre hanno combattuto molte battaglie politiche insieme.
-"vado subito"- gli riferisco incamminandomi verso casa, Enrico mi è subito dietro ma Mara lo stoppa -"Mazikeen fermo! Te hai l'ordine di andare a lavorare!"-
-"ma..."- ribatte lui
ma Mara con sguardo serio continua -"vuoi disobbedire ad un ordine del grandissimo?!"-
-"assolutamente no"- risponde a denti stretti Enrico, lui odia ricevere ordini da qualsiasi persona che non sia mio padre, anche lui è molto legato a quest'ultimo e quest'ultimo è molto legato a lui, non ne so il motivo visto che mio padre non si lega mai a nessuno...ma mi hanno raccontato che Enrico, cioè Mazikeen, è qui dalla famosa caduta. -"che devo fare?"-
-"hai un paio di anime da torturare per suo conto"-
-"almeno qualcosa che mi diverte"- dice con un sorriso stampato in faccia.
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Salgo le scale facendo scorrere le dite nello scorrimano nero pece, chissà cosa vuole papà...non vuole che lo chiami così...o padre o Lucifero...a volte mi tratta come se fossi solo un peso ma altre come la cosa più preziosa al mondo...non so quale sia quella giusta, lui è una persona che mente, adora mentire quindi non so quale sia la verità... L'unica cosa che mantiene sono i giuramenti, ma mai scendere a patti con il diavolo e questa è una delle poche cose che ho capito sin da piccola...
Cammino lungo il corridoio mezzo buio che conduce allo studio di mio padre, arrivata davanti alla sua porta sentendo qualcuno parlare mi fermo.
-"Mia magnificenza non mi sembra il caso, come le ho già detto..."- una voce maschile e troppo smielata si sente dall'altra parte della porta, odio la gente lecchina soprattutto chi lo è con mio padre.
-"Non devi aggiungere altro"-  la voce possente e calda di mio padre gli risponde -"so cosa fare"-.
-"Ma mia maestà"-
-"vuoi contestare una mia scelta?!"- urla mio padre, quando alza la voce sembra che il terreno inizi a tremare, non ho mai visto qualcuno in grado di non sottomettersi alla sua voce o al suo sguardo, d'altronde è Lucifero chi oserebbe ribattere? Bè, in realtà la risposta ce l'ho...io, forse perché ho il suo sangue nelle vene. Quando ritengo che una mia opinione sia giusta  le persone posso passare ore intere a cercare di cambiarla ma senza successo ovviamente .
Entro senza bussare, colpa dell'abitudine, l'uomo con la voce smielata si alza in piedi
Ti pareva...
-"Lucia"- mi saluta Rodrig, un demone di classe inferiore, lui sa solo fare il leccaculo a mio padre, nient'altro.
-"Demone di classe inferiore"- lo saluto per poi sorpassarlo e sedermi davanti alla scrivania di mio padre. Mi guarda con i suoi occhi marroni-rossastri come se fosse consapevole di qualsiasi mia colpa, ha la solita leggera barba curata che gli solca il volto, più accentuata nel mento e sotto al naso e, come sempre, i suoi capelli corvini sono all'indietro tenuti dal gel, porta una mano al mento e accavalla le gambe aspettando il mio saluto.
-"Salve padre, ho saputo che voleva vedermi"-
-"sì Lucia"- mi dice con voce profonda per poi riferirsi a Rodrig -"esci!"-
quest'ultimo esce in tutta fretta senza scordarsi di fare un'enorme inchino.
-"Lucia sei uscita vero?!"-
-"cosa..."- come fa a saperlo?
-"Lucia sai che non puoi mentirmi"- continua alzando il tono
Non è che Enrico gliel'ha detto...non ci credo...
-"Enrico..."- mormoro io mentre la rabbia si fa strada nel mio corpo.
-"Mazikeen?"- chiede mio padre alzando un sopracciglio -"sì, è stato lui"-.
Sento i miei occhi andare a fuoco mentre le mie mani si stringono ai braccioli della poltrona -"quel demone pezzo di..."- dico a denti stretti per poi alzarmi e uscire di corsa dalla stanza.
-"Lucia!"- mio padre mi urla alle spalle, io mi blocco immediatamente al suo comando, lui ha anche questo effetto sulle persone: il comando istantaneo. Se ordina qualcosa, qualsiasi persona viene attraversata da un misto di paure che la obbligano a obbedire.
-"torna qui! Non ho finito!"-
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Io lo smonto...giuro che lo uccido...gli faccio fare un bagno nell'acqua santa...
Continuo a ripetere nella mia mente mentre faccio un giro alla ricerca di Enrico, è già il quarto e di lui neache un ombra.
-"appena lo trovo lo squarto vivo..."-
-"chi?"- mi chiede Enrico smaterializzandosi davanti a me.
Lo prendo dalla collana di pelle e lo tiro alla mia altezza -"sei un pezzo di merda!"- gli urlo per poi tirargli un pugno sulla mascella destra.

E se fossi diversa?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora