Cap.13

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Kentin cammina lentamente davanti a me.
-"Hey pedofilo mi vuoi dire dove stiamo andando?"- guardo la sua schiena che si erge davanti a me, il mantello che gli svolazza intorno alle spalle grazie alla poca aria che riesce a passare oltre i monti.
-"Non mi...vabbè lascia stare. Stiamo andando a trovare le anime"-
-"Trovare le anime? Ma se sono tutte fuori di testa!"- mi metto a ridere ma smetto di colpo notando che Kentin non si aggrega. Enrico mi ha sempre detto che le anime sono delle squilibrate, diceva che erano oggetti, solo dei piccoli pupazzi difettosi creati da mio nonno solo per farci divertire.
Continuiamo a camminare in silenzio, ci addentriamo in un bosco. La vegetazione e gli alti alberi formano un cerchio al cui interno c'è uno spazio vuoto frastagliato da rocce. Al centro del cerchio con le alte muraglie di alberi si staglia un albero più grande degli altri, grosso più di qualsiasi altro albero io abbia mai visto. Kentin gli si avvicina appoggiando la mano sulla dura corteccia: chiude gli occhi ascoltando un suono a me non udibile. Si alza un forte vento facendo andare in avanti i miei capelli corvini, mi coprono totalmente la faccia. Lotto con i fili sottili e neri cercando di liberarmi la vista. Vicino a Kentin compare una persona con la pelle pallida e i vestiti rotti e sporchi: un'anima. Dalle forme sembra una donna.
-"Ciao"- l'anima gli sorride incrociando le braccia al petto come se provasse un freddo improvviso.
-"Ciao"- sussurra Kentin alzando la mano per poi farla ricadere al suo fianco.
L'anima si gira di scatto verso di me: dei vuoti occhi azzurrini mi guardano, un viso delicato né troppo giovane né troppo vecchio, dei capelli marroni e ricci contornano il viso dandogli un aria infantile. -"Lei è..."-
Le parole dell'anima vengono interrotte da quelle di Kentin -"Lucia"-
L'anima si gira di scatto avvicinandosi con passo frettoloso verso Kentin -"Lei è sua figlia"- un sussurro pieno di paura esce dalle sue delicate labbra.
-"Non ti farà niente"- la rassicura Kentin bloccandola nei suoi passi -"Lucilla vieni"-
Guardo i due -" Non prendo ordini"- avanzo verso di loro, fermandomi davanti alla 'donna'.
Mi guarda impaurita, le sue labbra di uno strano colorito azzurrino tremano.
-"Ti sembra un oggetto Lucilla?"- Kentin si sposta alla mia destra
-"Ma è solo..."-
-"Cosa? A me sembra solo una povera anima terrorizzata"-
-"Ma se è qui c'è un motivo! È solo un pupazzo mal riuscito!"- mi giro verso di lui.
-"Ste cose dille"- mi prende dalle spalle girandomi verso di lei, i miei occhi rincontrano i suoi impauriti. -" Guardandola negli occhi. Quello ti ha messo un sacco di cazzate dentro quella testa, solo per farti passare l'idea di torturarle come una cosa positiva. Guardala! Sta soffrendo! Sai a cosa è sottoposta?"-
Giro lentamente il collo verso di lui ma me lo impedisce rifacendomi incontrare i suoi occhi terrorizzati.
-"È sottoposta a un gelo continuo, per l'eternità. E sai chi la tiene d'occhio? Il tuo carissimo Maezikeen"-
Al nome di Enrico la 'donna' fa dei passi indietro. La paura e la sofferenza si fanno strada nei suoi occhi. Inciampa cadendo al suolo tenendosi la testa tra le mani -"Non l'ho fatto apposta...non volevo...è stato un incidente"- inizia a sussurrare scuotendo con forza la testa. Inizia a venirmi mal di stomaco guardando la scena, un'onda di tristezza mi attraversa costringendomi a voltare lo sguardo ma Kentin mi prende il mento tra il pollice e l'indice costringendomi a guardare.
-"Guarda come fa soffrire le anime Maezikeen, guarda quanta paura mette in loro!"-
L'anima a risentire il nome inizia ad urlare -"Scusa...scusa...scusa"- implora qualcuno di invisibile alzando un mano e nascondendo la faccia tra le proprie ginocchia.
Il mio respiro si fa più pesante -"Basta..."- sussurro mentre la tristezza si tramuta in dolore interiore, come se l'anima mi stesse trasmettendo la sua sofferenza e il suo dolore. -"Basta! Lasciami!"- urlo a polmoni pieni.
-"No! Devi renderti conto di ciò che hai attorno! Di ciò che fa quella sottospecie di mostro!"-
Lui non è un mostro! vorrei urlarlo ad alta voce ma la paura me lo impedisce... -"Basta Kentin! Lasciami! Lasciami! Basta!"- il panico mi attraversa del tutto mentre le lacrime mi rigano le guance. Perché? Perché stai facendo questo Kentin?
-"Dille che pene stai passando per colpa di Meazikeen!"- le urla Kentin.
L'anima inizia a strapparsi i ricci urlando, si passa le mani sulle gambe strappando la pelle che le sue unghie incontrano, le sue mani fanno avanti e indietro lungo le sue gambe -"Scusa! Non è stata colpa mia! Non l'ho fatto apposta!"-
La scena mi manda delle ondate di panico -"Basta!"- urlo mentre le mie gambe iniziano a tremare, cerco di voltare lo sguardo con tutta la forza che ho in corpo ma Kentin mi tiene lì, immobile.
Un singolo nome si fa strada nella mia testa per poi uscire in un grido dalla mia bocca: -"Enrico! Aiutami!"-
Prima che possa succedere qualsiasi altra cosa degli alberi alla mia sinistra cadono al suolo con un tonfo alzando grosse nubi di polvere e di aria.
-"Non la toccare!"- la voce rude è seguita da un forte sbalzo di temperatura, intorno a noi si accende un fuoco blu. Questo fuoco mi sembra familiare...
Il padrone delle fiamme si fa avanti tra la polvere: Nergal cammina lentamente con le fiamme sulle sue tempie alte un metro con sfumature dal viola al blu, alla sua destra Mara cammina con sguardo deciso e i lunghi capelli a coprirgli la maggior parte della faccia. Kentin viene sbalzato all'indietro mentre una figura scura e veloce mi passa vicino facendo alzare il vento.
Due braccia muscolose mi prendono dai fianchi, il terreno ai miei piedi si allontana sempre di più: mi ritrovo sollevata di una cinquantina di metri dal suolo. Le forti braccia mi tengono con cura e salda al largo petto muscoloso del mio 'salvatore'. Vengo fatta girare sulle sue braccia con un piccolo salto. I miei occhi incontrano lo sguardo penetrante e bellissimo di Enrico.
-"Che ti ha fatto?"- mi sussurra. Rimango impietrita: i suoi lunghi capelli sono sciolti e gli svolazzano intorno alle spalle.
-"Come facciamo a volare?"- riesco a sussurrare mentre guardo sotto di noi dove si sta svolgendo una rissa, la polvere copre tutto il terreno e gran parte del rumore.
-"Con la telecinesi, secondo te chi ti ha salvato dal vecchio esorcista? Caronte? Quello non è capace nemmeno ad allacciarsi le scarpe!"- sputa fuori mentre una scintilla di odio appare e scompare nei suoi occhi -"Non ti ha ferita vero?"-
-"No..."- rispondo ancora scossa da quello che è appena successo. Lui seppellisce la faccia sulla mia spalla tra i miei capelli. -"Enrico..."-
-"Shhh"- mi zittisce lui -"Ti prego...fammi stare così per un po' "-
Si sentono solo i rumori attoniti della rissa sotto di noi e il vento che ci attraversa.
Come fa una persona come Enrico a fare tutto quel male... Alzo una mano passandola lungo le sue lunghe ciocche marroni. Non può...non è stato lui a fare quelle cose...non potrebbe mai. Faccio scorrere la mano dalla sua testa fino a metà collo accarezzando i suoi capelli. Mi ritorna in mente Raga con il sangue gocciolante dalle sue ferite. Lui...
La voce di Enrico mi risveglia dai miei pensieri -"Per fortuna stai bene Scricciolo"- sussurra tra i miei capelli.
D'improvviso mi ritorna tutto in mente, allontano la sua faccia dalla mia spalla. -"Lasciami!"- urlo spingendo le mani contro il suo petto.
-"Se ti lascio cadi idiota"- stringe le braccia intorno ai miei fianchi.
-"Non ti permettere di insultarmi! E poi cosa vuoi?!"- continuo a cercare di liberarmi spingendo contro il suo petto.
-"Sei te ad aver urlato il mio nome"- risponde sicuro di se.
-"Non mi avevi detto che ormai si occupava di me Kentin!"-
-"Stavi gridando il mio nome seguito da una richiesta di aiuto"-
-"E allora? Mica avevi paura per me! Voi demoni non provate emozioni!"- urlo guardandolo negli occhi.
-"Hai ragione"- i suoi occhi diventano tristi per un secondo, mi schiaccia contro il suo petto iniziando a planare verso il basso.

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