Cap.14

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Atterriamo al suolo e Enrico molla la presa intorno alla mia vita, mi allontano girandomi verso il cerchio di alberi. Da lì non proviene nessun suono. Due figure compaiono dal bosco: riconosco immediatamente i lunghi capelli color pece di Mara. Dov'è Kentin? Non mi dire che...

Una figura un po' più bassa e incappucciata compare alle loro spalle, si tiene il braccio destro con quello sinistro zoppicando. Rimango in silenzio a guardarli, più si avvicinano e più noto i segni della rissa: anche Nergal zoppica saltellando con il piede sinistro, mentre Mara ha lunghi tagli lungo le braccia da cui cola uno strano liquido nero. Gran parte del bordo del mantello di Kentin è scomparso, probabilmente consumato dalle fiamme di Nergal. Camminano a passo spedito verso di noi. Kentin mi passa affianco sussurrando uno 'scusa', talmente così piano che solo io sono in grado di sentirlo. Mara è il primo ad avvicinarsi a me controllandomi per ogni eventuale ferita, Nergal si siede al suolo borbottando. Enrico mi supera aiutando l'amico a rialzarsi, fa passare il suo braccio intorno alle sue spalle -"Forza Nergal, hai avuto ferite peggiori in passato"-.

Nergal, sempre borbottando, si lascia aiutare tirandosi in piedi con sforzo.

-"Andiamo a casa"- Mara mi poggia una calda mano sul picco della schiena direzionandomi verso il sentiero che porta a casa

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-"Voglio sapere chi sono"- cammino avanti e indietro nella mia stanza, mentre Raga mangia delle rustiche sdraiata sul mio letto -"Voglio sapere il motivo per cui sono in vita. Qual'è il mio scopo?"-

-"Chiedilo a lui"- lei fa spallucce sedendosi a gambe incrociate -"Patatina?"- mi porge il sacchetto delle rustiche.

-"No"- mi lascio cadere sulla poltrona davanti alla finestra -"Mio padre non mi farebbe mai andare da lui"-

-"Non puoi saperlo. Gliel'hai chiesto per caso? Non mi sembra"-

-"Ma"-

-"Niente ma, prova a chiedere e poi vedi che ti risponde. Al massimo ci vai senza il suo permesso, almeno te che puoi"-

Mi alzo di scatto correndo verso di lei -"Sei un genio! Ti adoro"-
Lei mi sorride mangiando un'altra patatina -"Lo so tesoro, è per questo che siamo amiche"-
Corro fuori dalla mia stanza verso le scale, saltando qualche gradino. Mi precipitò nel corridoio fermandomi davanti alla porta dell'ufficio. Busso due volte prima di entrare senza aspettare una risposta. Mi blocco sull'entrata ritrovandomi davanti due imponenti ali ricoperte di piume bianche, il loro proprietario si gira dalla mia parte facendo svolazzare le sue piume. I miei occhi incontrano un viso angelico e puro: due occhi blu mi guardano curiosi e colmi di saggezza, dei corti capelli marroni ricadono lungo le guance fermandosi all'altezza delle spalle.

-"Lucia?"- la voce di mio padre mi richiama distogliendo la mia attenzione dall'uomo angelico.

-"Padre sono venuta per chiederle qualcosa di estremamente importante"- mi avvicino al trono con passo spedito fermandomi vicino alla splendida creatura che continua a fissarmi con sguardo curioso.

-"Quindi sei te Lucia?"- una voce potente e meliodica esce dalla splendida creatura bianca.

-"Sì, lei è mia figlia Gabriel"- mio padre risponde al mio posto accavalando le gambe e poggiando il mento sul palmo della sua mano. Gabriel...l'ho già sentito. Aspetta un attimo, lui è l'arcangelo Gabriele? Che ci fa qui? Forse dovrei lasciare stare la mia domanda? Forse dovrei abbandonare l'ufficio e tornare a parlare di cavolate con Raga finendo il pacchetto di rustiche? No, ormai sono qui, chissene di sto angelo.

-"Padre voglio conoscere le mie origini, sapere il vero motivo per cui sono al mondo"- faccio un passo in avanti -"Voglio andare a chiedere al nonno come mai sono in vita"-

-"Così l'hai saputo"- Lucifero si prende il mento tra le dita pensando. Una risata si fa strada alla mia destra.

-"Tuo nonno?"- Gabriel mi guarda divertito -"Perché mai il grandissimo e onnipotente dovrebbe usare te per qualcosa di buono? Perché dovrebbe trovarti uno scopo?"-

Lo guardo negli occhi. Ma chi si crede di essere? Ah già, l'arcangelo Gabriele il così detto ' messaggero di dio'. Gli angeli non dovrebbero essere dei buonisti del cazzo? Perché questo mi sta pigliando per i fondelli?

-"Cos'hai da ridere Gabriel?"- faccio un passo verso di lui con i pugni serrati ai miei fianchi.

Il suo sguardo si incupisce guardandomi dall'alto verso il basso -"Arcangelo Gabriele, grazie. Tuo padre non ti ha insegnato a portare rispetto per i grandi pilastri?"-

Ghigno spostandomi da un piede all'altro -"Grande pilastro? Sei solo un postino"-

Si avvicina a me alzandosi in tutta la sua maestosità, le ali si spalancano ai suoi lati -"Ragazzina non ti conviene usare questo tono con me..."-

Mio padre lo interrompe alzandosi dal suo trono -"E a te Gabriel non conviene minacciare mia figlia, soprattutto al mio cospetto"-

Gli occhi blu di Gabriel si spostano verso mio padre e io li seguo.

-"Lucia, ti do il permesso di trovare le tue risposte. Fai vedere a queste specie di ballerine del lago dei cigni che hai più senso di loro in questo mondo"- Lucifero continua a fissare negli occhi Gabriel -"Buona fortuna figlia"-

Mi giro verso la porta dando un ultima occhiata a Gabriel -"Grazie padre"-
Appena le grandi porte si chiudono dietro la mia schiena inizio a saltellare sul posto esultando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2020 ⏰

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