capitolo 2

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Mi dirigo dopo, non pochi problemi a trovare l'indirizzo, verso la villa agreste. Ora sono qui, davanti a quest'enorme casa a bocca aperta, completamente stupita dal suo estasiante fascino.

Mi avvicino lentamente alla porta suonando il campanello, un ragazzo incappucciato mi apre alla porta, è davvero un ragazzo strano, non sarà uno di quei depressi con seri problemi? Spero vivamente di no.

Resta in silenzio dinanzi alla porta senza accennare alcun cenno di vita, il cappuccio mi impedisce di osservare il suo volto e guardarlo negli occhi, nessuno può sapere ciò che pensa

Scrollo un po' le spalle restando ferma sul posto aspettando faccia qualcosa.

Sospira annoiato, alza il cappuccio della felpa rivelando un ciuffo biondo ribelle, il suo sguardo magnetico di un verde intenso che punta diretto nel mio. Sento una scarica al cuore, come se fosse stato colpito in pieno da una freccia tagliente e non riesco a spiegarmene il motivo

<<vuoi entrare o preferisci dormire nella cuccia del cane?>>afferma sgarbatamente rientrando in casa

m-ma cosa gli ho fatto?

Entro in quell'enorme villa enormemente a disagio, mi rivolgo al ragazzo. <<dov'è il signor agreste?>>

<<non c'è, ora non iniziare con le domande.>>

<<senti...mi puoi spiegare che ti ho fatto?>>

<<cosa può avermi fatto una ragazzina che conosco da neanche due minuti?>>

<<perché rispondi alla mia domanda con un'altra domanda?>>

<<perché con quella domanda avresti dovuto capirlo, ma a quanto pare il tuo cervello, ammesso che ci sia, non ci arriva testolina vuota>>

Sbuffo annoiata, il ragazzo si volta nella mia direzione puntando nuovamente il suo sguardo freddo nel mio, tremo leggermente sentendomi fortemente a disagio in sua presenza.

<<senti cosina, occupati delle tue cose e lasciami in pace d'accordo?>>chiede retoricamente uscendo dalla stanza, senza degnarmi di uno sguardo, senza aspettar risposta.

Ma che gli prende? Certo che è strano!

<<ho capito!>>affermo dirigendomi nella sua direzione intravedendolo nella stanza accanto steso sul divano, un sacco di patatine sulle ginocchia, gambe distese sul tavolino, guardando la televisione

<<t-tu sei il ragazzo di questa mattina non è così?>>

<<wow, grande scoperta, allora?>>

<<e-era solo per chiedere>>

ADRIEN

Sbuffo esausto delle sue continue domande, se sapevo fosse una ragazza così logorroica ne avrei cercata un'altra, la salva solamente il fatto che è carina. Potrei farci un pensierino, non è da tutti giorni avere una bambola di ragazza in casa propria ventiquattro ore su ventiquattro, se mi darà dei problemi sarà solamente la mia cosina personale.

<<ora, se non ti dispiace, potresti andare nella tua stanza e lasciarmi solo?>>

<<si mi dispiace dal momento che non so neanche quale sia la mia stanza>>ribatto incrociando le braccia al petto esasperata dal comportamento di questo ragazzo. A proposito non mi ha ancora detto neanche il suo nome.

<<di sopra, in cima alle scale, prima porta infondo a destra. Contenta? Ora dileguati>>

<<contentissima grazie>>rispondo ironica afferrando le mie valige diretta verso la mia stanza secondo le sue indicazioni

<<ah a proposito, qual è il tuo nome?>>

<<ti interessa?>>si rivolge scocciato evitando la mia domanda

<<sai non penso di doverti chiamare "ehi tu" a vita>>

Sbuffa<<adrien>>

<<grazie, molto gentile...io sono marinette>>

<<te l'ho chiesto?>>risponde, ancora una volta, in modo sgarbato.

Alzo gli occhi al cielo lasciandolo solo come desidera, non mi sembra il caso di continuare a perdere il mio tempo prezioso con lui, è evidente che non ne vuole avere nulla a che fare

Raggiungo la mia stanza, con difficolta a causa delle pesanti valige su quelle innumerevoli scale, non potevano farne di meno? A questo punto, dato che sono così ricchi, ci avrei fatto costruire un ascensore!

Mi siedo a bordo letto completamente esausta cercando di riposare un po' le gambe prima di rialzarmi nuovamente e sistemare tutte le mie robe nella stanza, non posso ancora credere che vivrò con un simile individuo per il resto dei miei giorni!

Rovisto tra gli oggetti dei miei ricordi ritrovandomi tra le mani una vecchia ampolla di neve, era un regalo dei miei genitori, mi portavano spesso regali quando rientravano dai loro innumerevoli viaggi, amavano così tanto viaggiare, avevano così tanti sogni, così tanti luoghi da visitare e purtroppo non riusciranno più a farlo. Riposo quell'ampolla delicatamente nella mia valigia, dopo averla scossa leggermente rimanendo incantata a fissare la neve scendere all'interno di essa come usavo fare quando ero piccola, ho sempre amato questo regalo, è uno dei ricordi più importanti dei miei genitori, non mi resta nient'altro. Una lacrima amara scorre sul mio volto, l'asciugo immediatamente cercando di tornare al presente e non pensare più a loro, infondo è per questo che sono qui, per dimenticare e continuare a vivere la mia vita.

ADRIEN

Il mio cellulare squilla facendomi sussultare dallo spavento, distraendomi dal totale relax che provavo in quel momento davanti al televisore, infondo non c'è niente di meglio di una sana maratona di serie tv.

<<pronto>>rispondo freddamente vedendo la chiamata proveniente da mio padre

<<Adrien, è arrivata la babysitter per tuo fratello?>>

<<si, si, la cosina è già qui>>

<<non approfittarne adrien, è pagata per badare a tuo fratello non per divertirsi>>

<<tranquillo, non è di certo una delle tante gallinelle che mi vengono dietro, è una povera verginella>>

<<comunque sia...sarò impegnato per diversi mesi e anche più per i diversi congressi di moda in tutto il mondo, per cui impegnati nella tua nuova scuola. Voglio i resoconti dei voti ogni fine settimana e se il tuo rendimento scolastico non sarà dei migliori dimenticati di restare a Parigi>>

<<ma papà! Smettila! Non puoi decidere della mia vita, capito?! Non voglio andarmene da qui per farti da manichino! E non voglio neanche andare in quella università del cazzo!>>

<<ci andrai è basta Adrien, non si discute!>>afferma freddo attaccando la chiamata

<<lo odio! lo odio!>>urlo tirando un calcio al tavolino davanti il divano ribaltandolo completamente

<<i-io ho bisogno di sfogarmi. Devo chiamare chloè!>>

<<che succede?>>chiede allarmata marinette scendendo di corsa le scale preoccupata dall' avvenuto

<<non succede niente>> affermo scontroso. All'improvviso un idea mi balena per la testa. Un ghigno si forma sul volto. Perché chiamare chloè quando ne ho una a mia disposizione proprio adesso?

<<Adrien, davvero, smettila di essere così freddo, voglio aiutarti. C'è qualcosa che posso fare per te?>>

<<si in effetti...ci sarebbe qualcosa che potresti fare>>affermo avvicinandomi a lei con uno sguardo malizioso

<<ehm...d'accordo, e cosa sarebbe?>>

<<devi...>>mi avvicino ancora. Indietreggia leggermente spaventata ed evidentemente a disagio. Deglutisce rumorosamente indietreggiando ancora bloccandosi contro il muro. La blocco circondandola tra le mie braccia, le divarico leggermente le gambe infilando il ginocchio tra di esse impedendole di scappare. <<aiutarmi a sfogarmi. Ti va?>>chiedo con sguardo malizioso avvicinandomi maggiormente al suo volto.

Miraculous- la Babysitter di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora