capitolo 20

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POV'S MARINETTE

Un idiota, sono una completa idiota.

"Cosa mi è preso la scorsa notte?" mi maledico mentalmente per l'avvenuto ancora incredula. Prendo il capo tra le mani scuotendolo leggermente come a far uscire quegli splendidi ma strazianti ricordi che da tutta la notte tormentavano i miei pensieri.

Sospiro mentre, come in un filmato, i ricordi della sera precedente scorrevano dinanzi ai miei occhi.

Ormai sveglia, dopo una notte insonne, già pronta per la scuola mi dirigo lentamente e, con un pizzico di timore, verso la stanza di Adrien pronta per affrontare la questione.

Torturo le mie mani ad ogni singolo passo verso quella stanza-proseguendo lungo il corridoio-che, per una strana ragione, sembrava così lontana. Mi blocco sulla soglia della porta chiusa, prendo un respiro profondo prima di bussare non ricevendo, però, alcuna risposta.

Mi sporgo maggiormente aprendo di poco la porta intravedendo dal piccolo spiraglio i dolci tratti del volto di Adrien ancora addormentato sul pavimento, un piccolo sorriso mi si forma sulle labbra e un lieve tepore riscalda il mio corpo arrossando le gote.

Adrien potrà anche avere tutti i difetti di questo mondo, ma resta sempre una persona fantastica.

Mi avvicino a passo lento vicino al suo corpo inerme, fermandomi a pochi centimetri di distanza dalla sua figura e, ancora una volta: una scarica invade il mio petto costringendomi a portare la mano su di esso. Stringo i lembi della maglia all'estremità del cuore come a voler rallentare, quell'incessante battito, senza alcun successo.

Non avrei mai pensato di dirlo, Adrien non è affatto il ragazzo che pensavo. So che può sembrare scontroso, ma ho imparato a capire il suo atteggiamento, e ciò non è altro che una maschera per nascondere se stesso. Non so per quale motivo lui senta questo bisogno, che sia stato per la perdita di sua madre? Certo, non dev'essere stato facile crescere da solo-così giovane-suo fratello ma non credo sia dovuto a ciò. Nonostante questo ho capito chi è davvero, e per quanto io odi ammetterlo...mi sono innamorata di lui, dei suoi modi di fare, del suo essere protettivo, geloso, stronzo, dolce e di tutte le sue altre sfaccettature. Che si mostri per quello che è o con quella maschera di orgoglio con cui si copre il volto, è sempre lui. Il solito testardo e impacciato Adrien.

Sospiro, stendendomi poi al suo fianco.

Esattamente come la sera precedente i nostri visi distavano pochi centimetri. Resto immobile prendendomi tutto il tempo per osservare i dolci tratti del suo viso: le guance leggermente arrossate e le labbra socchiuse. Infiltro delicatamente le dita nella sua folta chioma di capelli dorati carezzandoli con cautela facendo attenzione a non svegliarlo, riprendo a fissare il suo volto quando lo sguardo cade inevitabilmente sulle sue labbra rosacee, mi mordo il labbro e chiudo gli occhi costringendomi a non pensare a quel bacio, a quelle labbra così morbide che bacerei ancora e ancora. Mi riscuoto dai miei pensieri, poso una mano sulla fronte e riapro gli occhi.

"Non ce la faccio. Non riesco più ad opprimere questi sentimenti"

Mi avvicino maggiormente e mi maledico mentalmente per quello che ho intenzione di fare, me ne pentirò? Probabilmente, ma siamo sinceri. Importa a qualcuno? Assolutamente no.

Ho sempre saputo di essere una testa calda, ed è risaputo ormai che quando la ragione cerca di avvisarti, di salvarti finché sei in tempo viene completamente ignorata, perché anche a costo di soffrire a volte è bene rischiare. Peccato che la maggior parte delle volte tutto questo finisce con un "te lo avevo detto" riferito a te stesso e non farai altro che crogiolarti nei sensi di colpa ripetendoti quanto tu possa essere stata sciocca, affibbiandoti tutta la colpa.

Miraculous- la Babysitter di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora