capitolo 6

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Mi dirigo, un po' spaesata, all'interno, subito dopo il suono della prima campanella che segnava il libero ingresso all'interno del plesso scolastico. Mi fermo sul posto nel bel mezzo dell'enorme corridoio e poso lo zaino su una sola spalla in modo tale da portarlo in avanti. Apro la tasca posteriore tirando all'esterno un piccolo fogliettino datomi dal preside il giorno dell'iscrizione e una piantina di quell'enorme istituto, sperando di capirci qualcosa e di evitare di perdermi come l'ultima volta.

Spiego il piccolo fogliettino: "1-A" è la mia sezione.

Mi dirigo lentamente per le vie di quei corridoi seguendo attentamente la piantina parata dinanzi il io volto, continuo sempre dritto. A volte mi guardo intorno rendendomi conto di apparire agli occhi degli altri studenti una vera squilibrata, effettivamente penso sarebbe stato meglio chiedere indicazioni.

Guardo velocemente il mio piccolo orologio da polso, sono le 8:25. Ho solo 5 minuti di tempo per trovare questa dannata aula, ma perché ho un senso dell'orientamento da far schifo?

Forse dovrei...No! No! Adrien non esiste, Adrien non esiste!

Inoltre si metterebbe solamente a ridere e sarebbe addirittura capace di spedirmi in un aula sbagliata, magari dall'altra parte del mondo facendomi fare anche ritardo.

Oh Dio! Ci risiamo! Ma perché la mia mente deve sempre viaggiare con l'immaginazione? Sto perdendo solo tempo.

Continuo dritto per la mia strada continuando a seguire quella stupida cartina, che sono sicura al 100% non mi porterà da nessuna parte. Avanzo senza guardare dove mettessi i piedi e Inciampo su uno zaino lasciato con poca cura in mezzo al corridoio e scivolo in avanti, ma per mia fortuna qualcuno mi afferra, con poca delicatezza, per il polso impedendomi di ritrovarmi con la faccia per terra.

Alzo il volto puntando il mio sguardo in due magnetici occhioni verdi.

<<ci si rivede bambola>>

È Adrien. Ma cosa? Bambola? Non aveva detto: "completi sconosciuti"?

Mi squadra dalla testa ai piedi con sguardo divertito senza allentare la presa intorno al polso, mi guardo intorno ero circondata, circondata da stupidi trogloditi come lui, popolari in tutto e per tutto che non facevano altro che sorridere divertiti alla scena.

Mi scrosto con violenza dalla sua stretta abbassando lo sguardo. Voleva solo prendermi in giro.

Rialzo lo sguardo decisa. Non ho paura di nessuno, non ho paura di lui e farò vedere quanto valgo, farò vedere che so benissimo cavarmela da sola.

<<grazie>> affermo semplicemente sorridendogli dolcemente. Già, lui può fare ciò che vuole, ma io non mi dimostro debole, sono mille volte migliore di lui.

<<ehi...tutto bene?>> risuona alle mie spalle una voce sconosciuta, mi volto di scatto perdendomi in due meravigliosi azzurri che mi scrutano attentamente, resto in silenzio per un breve istante prendendomi del tempo par analizzare la sua figura: una folta chioma di capelli scompigliati, capelli neri come la pece dalle punte cobalto, sguardo ammaliante e labbra sottili. Un corpo affusolato e ben scolpito.

<<tutto bene, grazie>> rispondo semplicemente sorridendo nella sua direzione

<<piacere, Luka>> afferma con un dolce sorriso porgendomi la mano

<<marinette>> ricambio la stretta

Adrien mi rivolge uno sguardo torvo prima di richiamare i suoi amici, voltarmi le spalle e dirigersi verso l'aula. Ma che problemi ha?

<<dovremmo andare in aula ora o faremo tardi>>

<<ehm...già>> mormoro imbarazzata mettendo un braccio dietro la nuca

Miraculous- la Babysitter di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora