I segreti tra di noi.
“Che tu lo voglia o no, quando fai l'amore con qualcuno,
il tuo corpo fa una promessa.”
Julie – Vanilla Sky
Poppy si domandò perché gli ascensori fossero luoghi così altamente erotici. Schiacciata contro la parete opposta rispetto a quella in cui si trovava Logan, cercò di regolarizzare il proprio respiro, arrivando alla conclusione che la tensione sessuale la si poteva realmente avvertire, come fosse palpabile, e che se questa fosse presente in un posto tanto angusto, allora l'aria si saturava di quell'energia esplosiva, costringendo chi vi fosse a contatto di percepirla distintamente.
«A cosa pensi?»
«A niente.»
Logan si avvicinò alla pulsantiera e premette il bottone che fermò l'ascensore, un secondo prima di avventarsi su di lei e baciarla con così tanta urgenza che Poppy si chiese quanto mancasse all'arrivo al piano se aveva sentito una così tale urgenza di lei da non poter aspettare oltre. Le afferrò i polsi e glieli alzò sulla testa con entrambe le mani, premendola contro la parete fresca, continuando a baciarla come se non ne avesse mai avuto abbastanza. Il suo sapore era meraviglioso ed insieme al suo profumo stuzzicava e tormentava i suoi sensi come nessuno mai era stato in grado di farlo fino a quel momento.
«Ti voglio.»
«Qui?»
«Non tentarmi.» Chiuse gli occhi, stringendoli come se soffrisse e la baciò ancora e ancora, mordendole le labbra e premendo il suo corpo aitante contro di lei. Infilò un ginocchio tra le sue gambe, facendogliele aprire appena, sfregando la sua erezione sul suo osso iliaco. «Sei un sogno ad occhi aperti, Poppy.»
«E tu un uomo che ho sognato spesso, ultimamente.»
«Sogni erotici?» Ammiccò, sfidandola. Poppy raccolse la sfida, guardandolo seria. Prima o poi avrebbe imparato che era raro che si tirasse indietro in qualsiasi ambito.
«Perlopiù.»
«Ti ho sognata anch'io.»
Poppy gli sorrise e si protese per farsi baciare ancora. Lui l'accontentò prendendole i polsi con una sola mano e con l'altra spinse nuovamente il bottone di sblocco per far ripartire l'ascensore. Arrivarono all'ultimo piano ancora avvinghiati, senza dire niente, gustandosi entrambi quel momento d'attesa che apriva i cancelli del piacere. Si avvicinarono all'unica porta presente, Logan infilò la chiave, digitò un codice fin troppo lungo e la serratura scattò. Fece entrare Poppy nell'appartamento e, in penombra, digitò un ulteriore codice in un tastierino sul muro all'interno. Quando la luce verde si illuminò, lo fece anche tutta la casa. Gli occhi di Poppy si persero ad ammirare il grande salotto con i muri di pietra rossa, circondati da librerie alte fino al soffitto. Le tondeggianti ed enormi finestre si affacciavano su un meraviglioso skyline della città che non dorme mai. I pavimenti scuri, le tinte chiare dei mobili alternate a quelle scure delle librerie, rendevano quel luogo eclettico e confortevole. Si rese conto di non avere idea di che uomo fosse Logan sempre di più, fatta eccezione per i suoi gusti sessuali e la passione maturata nel tempo per lei. Appesi al soffitto, vi erano vari strumenti musicali lucidi, di metallo, che la fecero sorridere.
«Suoni la tromba?»
«Sono sassofoni.»
«Oh.» Poppy si imbarazzò appena per quella gaffe, soprattutto perché lui la stava osservando appoggiato ad una delle librerie, con le braccia conserte e le gambe intrecciate. «Li sai suonare?»
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Effetto Farfalla
ChickLitPoppy era stata senza dubbio un'adolescente con qualche problema di controllo della rabbia, che l'avevano portata a diventare un'adulta consapevole di dover fare ammenda per il proprio passato. L'unica persona che ammette accanto a sé è il fratello...