Una buona ragione.
“Quando prendi una sbandata per qualcuno, trovi sempre una
buona ragione per pensare che quella sia la persona giusta per te.
Anzi, non serve che sia buona, la ragione.”
Richard – The BeachPoppy si svegliò quel sabato mattina per colpa dei brividi. Aprì gli occhi malvolentieri, ancora stanca, insonnolita e con il cervello in confusione. Aveva dormito tutto il tempo sul corpo di Logan, con la testa appoggiata al suo petto e la pelle nuda a contatto con la sua. La stava accarezzando con la punta delle dita, lungo tutta la schiena, provocandole quegli stessi brividi che l'avevano svegliata. Lui se ne accorse e la strinse a sé per riscaldarla. Era piena estate e la temperatura dell'aria condizionata era fin troppo bassa perché risultasse confortevole o anche solo piacevole, ma la stretta di Logan sapeva come scaldarla e Poppy non desiderò in alcuna maniera che lui fermasse quella piacevole tortura. Le solleticava la pelle e, non appena rabbrividiva, la stringeva a sé. Infilava le dita tra i suoi lunghi capelli, li tirava piano e di nuovo la immobilizzava con la sua presa decisa. Poppy alzò la testa e lo guardò, domandandosi silenziosamente in un leggero imbarazzo se stesse comodo in quella posizione dal momento che erano passate ore da quando si erano coricati. Non si era mai preoccupata per nessuno dei propri amanti, né aveva sentito il bisogno di farli stare bene, non dopo che entrambi avevano raggiunto il principale scopo dei loro incontri.
«Buongiorno.»
«Lo è.»
«Come ti senti? Sei sveglia da due minuti e sei già bella, come fossi uscita da una rivista di reginette di bellezza.»
«Davvero? Pensa che invece io mi sento come una puttana ubriaca che barcolla in un vicolo dopo aver lavorato tutta la notte.»
«Poppy...» La riprese, lanciandole uno sguardo accigliato. Aveva esagerato? Decisamente, eppure non si scusò per il suo dolente sarcasmo. Lui poteva svestirla di molte delle sue armature, ma quella non voleva farsela strappare via.
«Che c'è?»
«Dovresti davvero rivedere il tuo vocabolario o, che so, applicare un filtro tra quello che pensi e quello che dici.»
«Era per rendere l'idea.» Minimizzò, abbozzando un sorriso che infine Logan le restituì. «Non dire che non ti ha divertito.»
«In effetti sì. Questa te l'abbuono.»
«Volevi sentirti dire che ho passato la notte migliore della mia vita?»
«È così?» Chiese, sinceramente curioso.
«Una delle migliori.»
«Qual è la migliore?»
«La prima volta che mi hai fottuta al Plaza.»
«Perché?»
«Perché non sapevo ancora in cosa mi stavo cacciando ma è stata la prima volta che ho desiderato dormire con qualcuno.» Poppy si bloccò quando lui la guardò prestando evidentemente molta attenzione a quello che lei gli stava dicendo. Non era abituata alla compagnia di uomini interessati a quello che aveva da dire e non sapeva come comportarsi di fronte a tanto scrupolo. «Ho immaginato che volesse dire qualcosa.»
«Colazione?» Domandò, cambiando celermente discorso. La ferì. Fu come uno scoppio nel cuore della notte. Lei aveva stupidamente fatto l'errore di aprirsi appena, di scucire qualche informazione su di sé, su come precisamente si fosse sentita bene con lui, ma Logan l'aveva deliberatamente ignorata. Deglutì un boccone amaro che tentò goffamente di dissimulare con un sorriso, conscia di quanto le fosse venuto male.
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Effetto Farfalla
Chick-LitPoppy era stata senza dubbio un'adolescente con qualche problema di controllo della rabbia, che l'avevano portata a diventare un'adulta consapevole di dover fare ammenda per il proprio passato. L'unica persona che ammette accanto a sé è il fratello...