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A quel punto sento le porte della sala operatoria spalancarsi e vedo la barella su cui è adagiata mia sorella, è pallida con parecchi punti di sutura e bendature, la gamba destra ingessata e con gli occhi chiusi, seguo gli infermieri fino alla stanza dove è portata. Sento una presenza alle mie spalle così mi giro, è il medico che mi guarda con faccia addolorata come quello che mi visitò quado morirono i nostri genitori, quello sguardo non promette nulla di buono ma trovo comunque il coraggio di porgli quella semplice ma essenziale domanda

Io:"Dottore la prego mi dica come sta ?"

Dico tentando di sembrare il più composto possibile

Dott.:"la informo che sua sorella è stabile ma molto debole e ha molte ferite, noi siamo riusciti a toglierle tutti i corpi esterni ma essendo il corpo gravemente danneggiato è inevitalbimente finita in coma e non possiamo dire con certezza che si risveglierà"

disse demolendo all' istante tutte le mie speranze, in questo momento mi sento inutile, non sono nemmeno stato in grado di proteggere mia sorella, è tutta colpa mia sapevo che non stava bene ma ho deciso comunque di uscire e lasciarla sola, non c'ero quando lei è caduta, non l'ho salvata, è solo colpa mia, pensando ciò lentamente cado in ginocchio portando le mani ai capelli e stringendomi la testa tra le mani come se in quel momento fosse troppo pesante, è colpa mia.

I need you - Valerio MazzeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora