20.6

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Scendo riluttante dall'auto di Katy, lentamente, continuando a tenere uno sguardo basso per non entrare in contatto con gli occhi arrabbiati di Ben Roberts.

«Mi hai mentito. Dove cavolo pensavi di andare?» Urla furibondo, venendomi contro.

«Hai mal di testa, sul serio?» Continua a sbraitare mentre mi cammina intorno.

«O forse il problema ero soltanto io, era con me che non volevi uscire? Ammettilo!» Parla senza fermarsi.

«É stata un'uscita improvvisata.» Sussurro pacatamente, continuando a tenere lo sguardo basso.

«Cosa? Parla più forte e guardami negli occhi quando ti parlo!» Urla fuori di sé, bloccandosi a pochi passi da me, troppo vicino.

«Ho realmente mal di testa, non dovevo uscire, mi hanno chiamata all'ultimo momento.» Mi giustifico continuando a tenere un tono di voce basso.

Katy é rimasta vigile, seduta in auto ad assistere alla scena, pronta ad intervenire in caso ve ne sia bisogno.

Tengo stretto il mio cellulare nuovo, comprato qualche mese fa da mio padre come ricompensa per la mia buona condotta.

Stavo per mandare un messaggio a Jess, per questo lo avevo preso tra le mani, prima di incontrare la furia di Ben.

«Mi prendi per il culo Riley? Guardami scusa, ti sembro stupido? Eh?» Urla avvicinando sempre più il volto vicino al mio, sento difatti Katy alle mie spalle scendere dalla auto sull'attenti.

Spero con tutta me stessa che non si intrometta, perché son in grado di gestire un Ben furioso, ci son abituata ormai.

«No non lo sei, ed io per caso credi che lo sia? Sono stanca di stare in silenzio a subire la tua sfuriata insensata. Si Ben stai facendo tutto questo casino senza un senso. Mi hai lasciata, sono mesi che non stiamo più insieme, che non ci frequentiamo, cosa ti darebbe il diritto di dirmi se devo o non devo uscire e soprattutto con chi. Mi son giustificata già fin troppo se tu non vuoi darmi alcun ascolto, è un problema tuo, non mio.» Urlo avvicinando di conseguenza il mio volto al suo, mettendomi al suo stesso livello.

Son furiosa, credevo di saperlo gestire ed invece mi sbagliavo, perché non era provocandolo che avrei avuto la meglio e lo avrei scoperto presto, subito dopo aver terminato la mia sfuriata.

Ride.

Ride sul serio.

Porta una mano a coprirsi la bocca mentre l'altra la sposta a sorreggersi la pancia.

Si sta prendendo gioco di me.

Ride di me e delle parole che ho appena detto.

«Non sei divertente.» Lo accuso.

«O tu si invece, ed anche molto.» Confessa, tornando subito dopo serio.

Mi guarda con occhi pieni di odio, e con uno scatto cattura il mio braccio con la sua mano.

Stringe.

«Mi fai male.» Sussurro stringendo fra loro i denti.

«Tutto il coraggio di prima adesso dove é finito, oh piccola ed ingenua Riley. Noi ci apparteniamo, tutto quello che fai o hai intenzione di fare é un mio diritto saperlo, ed é un tuo dovere riferirmelo. Sei mia Riley, non scordarlo mai. Dammi il tuo telefono adesso!» Ordina con tono di superiorità.

«No.» Sussurro sicura di me.

«Cosa?» Chiede con tono di voce basso.

«Ho detto dammi il telefono e fammi controllare con quanti altri stronzi come me ti senti.» Sussurra avvicinando il volto sempre più al mio e stringendo la presa sul mio polso ulteriormente.

Ha la fronte poggiata con forza sulla mia e sovrasta quasi completamente il mio corpo con il suo.

«Ahi.» Sussurro spostando il mio volto dal suo.

«Dammi il telefono Riley, o giuro che lo prenderò con forza dalle tue mani.» Minaccia con tono pacato, iniziando ad avvicinare sempre più la mano al suo obiettivo.

Stringo ancora la presa sul mio cellulare nuovo con la mano libera dalla sua presa, ma Ben avvolge la mano ancorata al telefono con la sua.

«Molla la presa.» Grugnisce quasi al culmine della pazienza.

«No.» Sussurro, quando inizia a stringere la mia mano con la sua provocandomi altro dolore.

«Ehi, basta. Lasciala stare.» Sento urlare da Katy alle mie spalle accorrendo in mia difesa.

«E tu saresti per dirmi quello che devo o non devo fare?» La provoca col suo tono saccente inarcando un sopracciglio, con il mio telefono ormai stretto fra le sue mani.

«Ho detto lasciala stare Ben.» Katy lo affronta allontanando con una spinta il suo corpo dal mio.

Lo vedo prendere uno slancio per affrontarla.

«Basta!» Mi intrufolo tra loro urlante cercando di bloccare ogni suo altro movimento.

E lui si ferma, ma non gli importa se i miei occhi sono ormai lucidi e stanchi di affrontare questa sceneggiata.

Perché Ben è così, quando é arrabbiato non vede ragioni.

«Dammi il codice di blocco o giuro su ciò che ho di più caro che te lo rompo, lo giuro.» Minaccia furente.

«Basta, basta, basta.» Urlo abbassando sempre più il mio tono di voce, facendo destra e sinistra con la testa come una matta sul punto di impazzire.

«Dimmelo!» Urla stringendo sempre più il telefono tra la sua mano, iniziando a scheggiare sempre più lo schermo di vetro.

Vedo le sue dita tagliarsi.

«Fermo! Fermati.» Urlo socchiudendo gli occhi, e stringendo i miei capelli tra le mani, come in una silenziosa supplica.

'Cosa dirò mai a mio padre? Come gli confesserò che il cellulare nuovo che mi aveva appena comprato si è appena rotto?'

Questo era quello che continuavo a ripetermi nella testa, mentre Ben mi urlava contro che tutto questo era solo e soltanto causa mia.

Getta il mio telefono sull'asfalto, rompendolo del tutto.

E sarà proprio quando vedendomi piangere a singhiozzi e con lo sguardo fisso sul telefono ormai defunto, che riacquisendo la lucidità persa Ben si renderà conto di ciò che lui stesso ha causato.

Del dolore che lui stesso continua a causarmi.

E sarà proprio quando lui mi guarderà supplicandomi di perdonarlo per il danno appena fatto che la mia immensa pazienza ormai giunta al termine si consumerà, lasciandomi in balìa della mia furiosa ira.

«Vattene a fanculo Ben Roberts!» Gli urlo contro lasciandolo ferito alle mie spalle. 

NONOSTANTE TUTTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora