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«Buongiorno» la voce calda e leggermente roca di Tyler mi fa aprire un occhio.
Sorrido, premendo il viso contro il cuscino.
Le sue braccia sono avvinghiate al mio bacino e le nostre gambe sono intrecciate le une alle altre.
«Non voglio alzarmi» borbotto stringendomi maggiormente al suo corpo caldo.
Sento il suo calore addosso e giuro di non avere mai sentito una sensazione migliore di questa.
«Anche io vorrei stare tutto il giorno qui con te, ma avevamo promesso ai miei di andare con loro» le sue labbra si posano sulla pelle sensibile del mio collo.
Mi volto nella sua direzione, incontrando i suoi occhi azzurri.
Oggi dovremo passare tutto il giorno con Harper e Michael nella loro casa in campagna. Faremo una grigliata in famiglia, giusto per conoscerci un po'.
«Sono contenta di essere qui e di aver conosciuto i tuoi genitori» dò vita ai miei pensieri, sapendo che anche a lui faranno piacere le mie parole.
Infatti lo vedo sorridere in tutta la sua bellezza, mentre mi guarda con un luccichio negli occhi.
«Dimmi cosa ho fatto per meritarmi te» sussurra, posando la sua fronte sulla mia.
Chiudo gli occhi, sentendomi travolta dalle emozioni.
«Tyler» lo richiamo, allontanandomi leggermente per poterlo guardare.
«Tu...» porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, «Non voglio che pensi di essere una persona cattiva. Qualcuno che non merita» poso le mani sul suo collo, adagiandomi al suo corpo.
«Non è così. Ti meriti tanto, tutto quello che ti è stato tolto e anche oltre. Ti amo e non voglio che ogni mattina, quando mi guardi, ti senta inferiore o fortunato ad avermi al tuo fianco» poso un bacio a stampo sulle sue labbra, dopodiché poggio la testa sopra al suo petto.
«Ti amo» sento la cassa toracica vibrare.
«Anche io» sorrido sfiorando con le dita la pelle scoperta del braccio.
«E comunque...» attira la mia attenzione.
«Sono davvero fortunato ad averti al mio fianco Emma» lo sento dire a bassa voce, come se qualcuno ci stesse ascoltando.
«Quando sto al tuo fianco tutto sembra trasformarsi. È tutto più bello con te» strofina le sue mani sulle mie braccia.
«Le sensazioni che provo non sono minimamente descrivibili» aggiunge, stringendomi forte a sé.
«Só solo che ti voglio al mio fianco ogni istante» posa un bacio tra i miei capelli.

Non so di preciso per quando tempo rimaniamo in questa posizione, abbracciati al caldo sotto le coperte, ma dobbiamo staccarci quando Harper bussa alla porta e ci avverte che la colazione è pronta.

«Buongiorno» saluto marito e moglie che sono seduti al tavolo.
Entrambi mi rivolgono un sorriso ampio, invitandomi a prendere posto.
Mi siedo allo stesso posto di ieri sera e inizio a mangiare i pancake che ho nel piatto.
«Avete dormito bene?» domanda Michael guardandomi nascosto dalla grande tazza di caffè.
Annuisco, masticando velocemente per rispondergli.
«Tutto bene, grazie» arrossisco leggermente alla sua domanda.

Okay che è una cosa normale, ma comunque Tyler è più grande di dieci anni di me ed è pur sempre un uomo.
Non voglio nemmeno pensare a quello che immaginano abbiamo fatto.
In realtà abbiamo solo dormito, nulla di più.

«Vi dispiace se partiamo subito dopo colazione?» domanda sempre lui, azzannando un pezzo di pane con sopra della marmellata.
«Nessun problema» Tyler poggia una mano sulla mia gamba mentre beve il suo succo alla pesca.
«Abbiamo pensato di invitare anche gli zii di Tyler. Non è un problema vero cara?» Harper si rivolge a me, rivolgendomi uno sguardo emozionato.
«Mamma» Tyler si lamenta, scuotendo la testa con disapprovazione.
Le dono un sorriso, «Nessun problema» sussurro, intrecciando le dita con il mio ragazzo, che sembra abbastanza su di giri.
«Tutto ok?» gli domando a bassa voce.
Lui sospira, «È solo che le avevo chiesto di non metterti pressione e lei come sempre non mi ascolta» contrae la mascella in una morsa dura, che sembra dolorosa.

Afferro il suo viso e lo volto verso il mio.
«Non è affatto un problema Ty. Non sento alcuna pressione e sono felice di poter conoscere i tuoi parenti. Non ti preoccupare» poso le labbra sulle sue in un bacio casto, sapendo che i suoi genitori sono nella stessa stanza e che probabilmente ci stanno guardando.
Lui però non sembra della stessa idea, dato che intensifica il bacio e permette alle nostre lingue di scontrarsi.
«Ti amo alla follia» sussurra, una volta che si è staccato.
«Anche io» soffio sulle sue labbra, beandomi del suo contatto.

Ritorno a mangiare consapevole dello sguardo di entrambi i suoi genitori puntato su di noi, ma cerco di ignorarlo.

Dopo circa mezz'ora siamo già in viaggio e finalmente Tyler ed io abbiamo un momento tutto nostro, senza la presenza di nessun altro.

«Allora? Ti piace Denver?» domanda lui, svoltando a destra all'incrocio.
«Sì. È carina. Sicuramente molto più tranquilla di Los Angeles» appoggio la testa al sedile, guardando la strada che scorre veloce ai miei occhi.
«Domani ti faccio vedere il posto dove andavo sempre da ragazzino» un sorriso spontaneo gli si forma sulle labbra, «Ti piacerà sicuramente».
Il suo è un sorriso un po' malinconico. Immagino stia ripensando a quegli anni.
«Ne sono sicura» porto una mano dietro al suo collo, giocando i suoi capelli.
«Sai...» fa un sospiro profondo, «Posso dire che Denver era da sempre stata la mia Los Angeles. Conoscevo tutti, non restavo mai a casa a fare nulla, c'era sempre da divertirsi, ma poi quando ho scoperto tutto ho iniziato ad odiarla. Volevo Los Angeles. Volevo avervi vicino e non a sedici ore di distanza» mi irrigidisco subito, deglutendo a fatica.
Smetto di muovere la mano, ritraendola e posandola sul mio grembo.

Tutta questa situazione è ancora un punto dolente, qualcosa di ancora pericoloso per noi.
Non ne parliamo quasi mai; solo quando lui inizia l'argomento come adesso.
A volte ignorare fa meno male che affrontare i problemi di petto.

«A quattordici anni ho anche preso un treno per L.A, ma non avevo abbastanza soldi così mi sono fermato a Richfield. Forse era destino. Se ci fossi arrivato probabilmente avrei fatto una cazzata e avrei messo a monte tutto. Magari non ti avrei mai incontrata» ha lo sguardo perso mentre parla.
«Oppure adesso staremmo vivendo sotto lo stesso tetto da parecchi anni, come fratello e sorella. Non come fidanzati» il tono che usa mi ferisce un po'.
Non capisco se sia pentito o felice di come sono andate le cose.
Sono confusa.

«Non voglio pensare a quello che sarebbe potuto succedere, perché credo che Dio abbia voluto che quei 12$ non mi bastassero per arrivare a te. Ma ora sono qui e ti ho con me tutti gironi, dalla mattina alla sera» la sua mano finisce sulla mia coscia.
Osservo quel gesto confusa.
«Posso baciare le tue labbra e passare le dita fra i tuoi capelli» a questa frase tocca le mie punte, tirandole leggermente verso di sé.
«Posso amarti» conclude con un sussurro roco che mi passa attraverso l'anima.

Nell'esatto istante in cui lo pronuncia una lacrima cade sulle nostre mani unite.


Note:
Ciaooo❤️.
Come state?
Io tutto bene! Molto indaffarata, ma bene.

Cosa ne pensate di questo capitolo?
Vi piace?

Come vi sembrano i genitori di Tyler?
Hanno accettato la situazione secondo voi?

E Emma? Secondo voi si trova a suo agio?

Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio😘.

Ne approfitto per farvi gli auguri di buona Pasqua (in ritardo)🐰💜.
Love you.

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